Una nuova indagine scientifica, pubblicata su Nature Medicine e raccontata da Alice Callahan sul New York Times, aggiunge un tassello importante al dibattito sullโimpatto degli alimenti ultra-lavorati sulla salute e sul peso corporeo. La ricerca, condotta su un campione di adulti in sovrappeso o obesi, dimostra che ridurre al minimo il consumo di prodotti industriali molto trasformati โ anche quelli considerati โsaniโ โ puรฒ raddoppiare la perdita di peso rispetto a un regime alimentare che li include.
Si tratta del piรน esteso e duraturo trial clinico mai realizzato su questo tema. I partecipanti, messi a confronto con due diversi tipi di dieta, hanno perso circa il doppio del peso quando i loro pasti erano composti soprattutto da alimenti freschi o poco trasformati โ come pasta preparata da zero, pollo, frutta e verdura โ rispetto a quando seguivano menu a base di alimenti industriali ma โa normaโ dal punto di vista nutrizionale, come cereali integrali confezionati, lasagne surgelate o frullati proteici.
Negli Stati Uniti, gli alimenti ultra-lavorati costituiscono circa il 70% dellโofferta alimentare. Le autoritร sanitarie hanno piรน volte segnalato i rischi di un consumo eccessivo: il segretario alla Sanitร Robert F. Kennedy Jr. li ha persino definiti ยซun avvelenamento di massaยป, indicando in essi uno dei principali fattori dellโepidemia di obesitร e di malattie croniche.
Il gruppo di ricerca guidato da Samuel Dicken, dellโUniversity College di Londra, ha arruolato 55 volontari, perlopiรน donne tra i 20 e i 60 anni, tutti con indice di massa corporea nella fascia di sovrappeso o obesitร . Prima dellโinizio, due terzi delle loro calorie giornaliere provenivano da cibi ultra-lavorati, in linea con le abitudini prevalenti nel Regno Unito.
I ricercatori hanno progettato due diete rispettose delle linee guida britanniche: una con alimenti freschi o minimamente trasformati (come yogurt bianco, avena preparata durante la notte, sughi e piatti cucinati artigianalmente) e lโaltra con prodotti industriali considerati salutari (latte vegetale, yogurt aromatizzati, piatti pronti integrali). Ogni partecipante ha seguito entrambe le diete per due mesi ciascuna, con un mese di pausa alimentare โliberaโ tra le due fasi, in un disegno crossover che permette di osservare lโeffetto di ogni regime sulla stessa persona.
Il responso รจ stato chiaro: con la dieta โfrescaโ la perdita media รจ stata di 4 kg in due mesi, contro i 2 kg registrati con la dieta โindustrialeโ. La riduzione del grasso corporeo รจ stata anchโessa piรน che doppia. Proiettando questi dati su un anno, i ricercatori hanno stimato un calo potenziale del 9-13% del peso con la dieta minimamente trasformata, contro il 4-5% dellโaltra.
Gli alimenti poco lavorati hanno in genere una densitร calorica piรน bassa: a paritร di volume o di โbocconiโ forniscono meno calorie. Inoltre, la loro consistenza richiede piรน masticazione, rallentando il ritmo del pasto e facilitando il senso di sazietร . I partecipanti hanno riferito anche un miglior controllo delle voglie e del senso di fame, un aspetto cruciale per mantenere la perdita di peso nel tempo.
Kevin Hall, scienziato della nutrizione e coautore, sottolinea che persino la dieta ultra-lavorata usata nello studio, pur essendo piรน sana di quella abituale dei partecipanti, non ha raggiunto gli stessi benefici. Lโipotesi di Filippa Juul, epidemiologa nutrizionale alla SUNY Downstate, รจ che una dieta basata su cibi minimamente trasformati possa โresettareโ il desiderio di cibo, riducendo il continuo stimolo a mangiare.
Gli studiosi avvertono che la durata di due mesi non basta per trarre conclusioni definitive sul lungo periodo: servirebbero studi di almeno un anno per valutare la stabilitร dei risultati. Inoltre, la prevalenza di donne nel campione limita lโestensione delle conclusioni a uomini e bambini.
Nonostante ciรฒ, la ricerca si aggiunge a un crescente corpo di prove che collegano il consumo frequente di cibi ultra-lavorati a maggiori difficoltร nel mantenere un peso sano. La sfida resta nella praticitร : questi prodotti sono diffusi, convenienti ed economici. Per la dottoressa Juul, la chiave รจ preferire alimenti con ingredienti semplici e riconoscibili, mentre lโindustria dovrebbe puntare su opzioni fresche e minimamente lavorate che siano ugualmente accessibili e appetibili.
Come ricorda la nutrizionista Brenda Davy, non รจ necessario bandire del tutto gli alimenti industriali: cucinare a casa, puntare su frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali resta una delle strategie piรน efficaci per la salute.
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