È sensibilissimo il tasto gastronomico nella polemica quotidiana, da giornale e da bar, in Italia più che altrove. Se per il calcio, diciamo che ci sentiamo tutti CT, per la cucina che diciamo? Siamo tutti chef? Un po’ forse sì. E cos’è la tradizione, se non il frutto di una cucina secolare collettiva? Ne parliamo con professori e storici, cuochi e antropologi: il quadro che ne esce è interessante e fa riflettere… “La cucina tradizionale – spiega il foodblogger Lorenzo Biagiarelli – rappresenta l’ultimo baluardo di italianità. Quando parliamo di gastronomia ci riferiamo al minimo comun denominatore della cultura italiana: tutti conoscono le ricette che hanno fatto o visto fare da una vita e sentono di potere esprimere un loro parere”. E non siamo solo noi italiani ad avere sviluppato questo tipo di disturbo ossessivo nazionale. Gli ultimi esempi saliti alla ribalta delle cronache riguardano la Spagna e il Vietnam, con la paella madrilena e la chicken pho, una zuppa molto popolare nel Paese del Sud-Est asiatico
Ne parliamo con decine di esperti – cuochi, studiosi, antropologi opinionisti, ristoratori – nel numero del Gambero Rosso di ottobre…
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