«Chiesi aiuto a quelli che pensavo essere amici. Uno di loro mi rispose: “Tu sì tropp’ chiatt’” (“tu sei troppo grasso”). Mi toccava il petto per farmi notare quanto peso avessi imbarcato, mi strizzava i fianchi con severità. Rimasi malissimo. Anche questa è una forma di violenza, ma al maschile non se ne parla». È schietto Peppe Quintale – attore e conduttore televisivo, da settembre nel cast di Tale e Quale Show, il programma di RaiUno condotto da Carlo Conti – nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Non usa mezzi termini per raccontare il suo disturbo alimentare che l’ha portato all’obesità – è arrivato a pesare 124 kg – e la difficoltà di dimagrire – ha perso 40 kg.
Il disturbo alimentare nasce da un disagio psicologico: «Un mix di difficoltà, stress e sofferenza. Mi sono ritrovato grasso senza accorgermene», racconta al Corriere. Dopo il successo televisivo, che pian piano si è affievolito, decide di intraprendere un’altra strada professionale, dedicandosi all’allevamento di cavalli in Normandia. Passano alcuni anni, ma il Covid fa sfumare anche questa opportunità: «Ho svenduto tutto, proprietà e cavalli: mi sono ritrovato in brache di tela […] Il cibo è diventato un rifugio prima, un’ossessione poi. Ho imbarcato chili e subito umiliazioni». Quintale spiega infatti che: «Noi obesi non siamo presi sul serio» e spesso le frasi che si sentono piovere addosso sono mortificanti: «“Mangia di meno” oppure “Fai più attività fisica”. Fosse così semplice! L’obesità è una malattia». Ed è così che è arrivato a pesare 126 chili per 1,82 metri di altezza.
La scelta risolutiva che ha portato Peppe Quintale a decidere di mettersi a dieta e seguire un regime alimentare sano è avvenuta all’improvviso, durante un viaggio in Francia con la compagna, quando, all’ennesima tartelette au citron ingurgitata, ha detto basta: «Me la sono scofanata, poi ho guardato Nico e le ho detto: “Serve volontà: da domani basta”. Così è stato. Con mia sorella Teresa e mio figlio Giacomo, Nicoletta è la persona che più di tutte ha saputo comprendermi», racconta al Corriere.
Nel giro di poco più di un anno e mezzo, la perdita di peso è stata di circa 40 chili. Oltre a un nuovo regime alimentare, Quintale ha seguito un percorso fisico con attività mirate alla remise en forme. Racconta che per i primi tre mesi: «Ho associato alimentazione ad attività fisica costante. E modulato i pasti in base alle giornate. In tavola sempre tante verdure: crude, cotte, per lo più di stagione, al naturale o condite con due cucchiaini di olio evo.
Poi proteine: legumi di tutti i tipi, uova, soprattutto albumi, carne rossa una volta a settimana, pesce a volontà, tonno, bresaola. I carboidrati li ho leggermente ridotti: all’inizio mi sono concesso delle fette biscottate e del pane integrali. Poi, anche in base alle sedute di allenamento, ho via via aggiunto della pasta: mi è servita da combustibile per allenare i muscoli». Un percorso che dimostra come una sana alimentazione e la giusta attività fisica possano portare a risultati concreti e duraturi, senza ricorrere a metodi drastici.
Se ne parla poco, eppure i disturbi alimentari riguardano non solo le donne, ma anche gli uomini, e non solo i giovani, ma anche persone in età avanzata. Non ci sono solo ragazze che convivono con anoressia o altri disturbi alimentari, ma anche molti ragazzi soffrono di disagi psicologici che si riflettono sull’alimentazione.
Ad accendere un faro sull’argomento è stato anche il film The Whale del 2022, raccontando le condizioni fisiche e i disagi psicologici di persone di sesso maschile affette da obesità. Ma non è nemmeno necessario andare molto indietro nel tempo per capire che l’anoressia, ad esempio, può colpire anche gli uomini: Thiago Elar era un ragazzo transgender e tiktoker da oltre 100mila follower che sui social ha raccontato il suo stato psicologico, giorno dopo giorno, fino a spegnersi lo scorso 21 luglio.
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