Emilia-Romagna

Tortellone in trionfo: la sagra che celebra un piatto di recupero simbolo dell’Emilia

Da 33 anni la piccola frazione di Bevilacqua porta alto il nome di una preparazione che ha fatto la storia della cucina regionale

  • 23 Luglio, 2025

Una delle sagre più storiche e frequentate dell’Emilia-Romagna si tiene in una frazione divisa a metà tra i comuni di Cento (provincia di Ferrara) e Crevalcore (Bologna). Da 33 anni a Bevilacqua si svolge una rassegna gastronomica dedicata a una delle ricette simbolo del territorio: il tortellone. Piatto dalle origini umili e radicate nella tradizione contadina, in occasione della sagra – in programma dal 24 al 27 luglio – verrà proposto in numerose varianti.

Storia della sagra del tortellone

La riscoperta del tortellone è legata alla nascita della Polisportiva locale, fondata negli anni ’80. Fin dall’inizio, i dirigenti sentirono l’esigenza di creare uno stand gastronomico per sostenere economicamente le attività dell’associazione. In quegli anni, in Friuli – duramente colpito dal terremoto – era possibile acquistare a basso costo alcune strutture dismesse.

Un gruppo di volontari partì così per il nord-est con grande determinazione e risorse limitate. In soli due giorni riuscirono a smontare una struttura di 28 metri per 6, portandola poi a Bevilacqua, dove venne rimontata e regolarmente autorizzata. Nel 1992, accanto alla Polisportiva, si unì il gruppo ricreativo che gestiva l’ex asilo parrocchiale. A quel punto mancava solo un nome per la festa. La scelta, unanime, fu il tortellone: piatto povero e rappresentativo dell’identità locale. Così nacque ufficialmente la Sagra del Tortellone.

La scelta del giorno e la versione “autunnale”

Per rafforzare il legame con la comunità, l’evento venne abbinato fin da subito alla festa patronale di San Giacomo, celebrata il 25 luglio. Da allora, ogni anno, la manifestazione si tiene nello stesso periodo, coinvolgendo soprattutto le donne del paese, impegnate nella produzione artigianale di tortelloni e tortellini. Con il tempo, la sagra è cresciuta in modo esponenziale, arrivando oggi alla 33esima edizione. Il successo dell’appuntamento estivo e la voglia costante di migliorarsi hanno portato anche alla nascita di una versione autunnale, il Tortellone d’Autunno.

Il tortello nella storia culinaria regionale

Il tortello è una delle più raffinate espressioni della cucina regionale italiana, e affonda le sue origini in un passato tanto lontano quanto umile. Questa celebre pasta ripiena sarebbe nata come piatto di recupero, pensato per riutilizzare gli avanzi della tavola in modo ingegnoso e gustoso. Le prime tracce risalgono all’anno 1100, con riferimenti che lo collocano nell’area della Padania longobarda. Tuttavia, la forma più simile a quella attuale compare attorno al Trecento, nelle campagne bolognesi.
Nato dall’incontro tra l’arte della pasta fresca e quella delle torte farcite, il tortello medievale si preparava stendendo una sottile sfoglia a base di farina di grano tenero e uova, tagliata in piccoli pezzi da farcire con ripieni salati – come carne, salumi o formaggi – oppure dolci, con marmellate, mostarde, frutta secca o candita, e perfino biscotti sbriciolati. Le modalità di cottura più comuni erano due: bollitura in acqua o brodo con formaggio e spezie, oppure frittura, con aggiunta di zucchero e miele, a seconda delle usanze locali.
Da allora ogni territorio ha sviluppato una propria variante, trasformando il tortello in un vero e proprio simbolo regionale: alla lastra in Romagna e Toscana, quadrato in Valle d’Aosta, di zucca nel mantovano, triangolare alla cremasca, a treccia nel piacentino, fino al tortellone gigante delle Marche.

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