โLuciana ha fondato la sagra del tortello amaro di Castel Goffredo insieme a un gruppo di volontari e amici inseparabiliโ racconta una voce fuori campo. Luciana รจ Luciana Corresini (foto in copertina), la voce quella di Danieleย De Michele, che qualcuno conosce come Donpasta, che ha seguito le tracce di uomini e donne di un’Italia che sembra sopraffatta da certa modernitร e invece ancora (r)esiste, poco visibile, forse, ma โ come si suol dire โ l’essenziale รจ invisibile agli occhi. Lo ha fatto per la Tv, stavolta, dopo aver le sue scorribande tra teatro, libri e piรน recentemente su grande schermo.
Luciana racconta di come da ragazzina, andasse a raccogliere l’erba di San Pietro, l’erba amara appunto, e poi la mangiava: โera la mia ciccabombaโ dice. E poi racconta della voglia di salvare un piatto che rischiava di scomparire, come a rischio era la coltivazione dell’erba stessa. โร stato bello capire che dietro alla storia di una ricetta salvata c’รจ quella intima di una donna intrepida e pasionariaโ. Luciana racconta la sua storia, e lo fa con gli occhi lucidi e lo sguardo fiero quando spiega che quel che era a rischio, insieme a certi sapori, era l’identitร di una comunitร โche se la perdi รจ come se perdi un pezzo di teโ. Cosรฌ ha fatto la sua parte, come la fanno migliaia di associazioni e proloco che conservano piatti antichi e importanti: โc’รจ qualcosa di politico nel senso piรน sacro della parolaโ fa Daniele, โรจ politico perchรฉ richiama una comunitร โ aggiunge Luciana. ร forse in questo filo conduttore attorno a cui si snoda l’intero programma, in quella visione politica โnel senso piรน sacro della parolaโ che puรฒ avere la cucina. Quella che racconta la storia dei luoghi e delle persone, il culto dei giorni e dei sapori.
Tutto nasce con la scrittura di Artusi Remix, quando โ con la Fondazione Artusi – ha raccolto centinaia di ricette familiari, esattamente come fatto dall’autore della Scienza in Cucina e l’arte di mangiar bene 100 anni prima. Insieme alle ricette, messaggi, lettere, ricordi. Un materiale organico che oltrepassava il racconto gastronomico per farsi racconto di vita. Storie cosรฌ appassionanti che Daniele ha deciso di incontrare queste persone, nonnine, contadini, allevatori, osti, e inizia a raccogliere testimonianze, ricordi, e insieme โ inevitabilmente – moltissimi inviti a pranzo, occasioni festose e conviviali dove in primo piano c’erano quei piatti quasi scomparsi. Daniele capisce che da quell’archivio immenso di sapori che raccontano porti, isole, montagne, campagne si puรฒ tessere un racconto intenso e che il video, com il quale ha cominciato a prendere dimistichezza (Donpasta ha firmato due lungometraggi: Villani e Naviganti) puรฒ essere il mezzo adatto, declinandolo, stavolta, per il piccolo schermo. Nasce cosรฌ il primo canovaccio di Se hai un problema aggiungi olio. Approda al Gambero Rosso Channel per raccontare quella cucina domestica che rischia di finire in secondo piano โma รจ quella che lega le generazioni e ci permette di mangiare spesso sano e buono. Nell’Italia dai 100mila tipi di pasta e di sughi e ingredienti magici รจ fondamentale non perdere le innovazioni tecniche nate nei piatti popolariโ. Cosรฌ porta avanti la sua opera di salvaguardia di un patrimonio che deve essere un punto di riferimento di aspiranti cuochi e di essere umani.
โCome per magia queste persone avevano una voglia di raccontarsiโ dice. Cosรฌ facendo emerge il ritratto di una nazione davanti ai fornelli. Nei racconti la tavola si lega con la storia della nazione โ รจ il caso di Pommidoro, della carbonara e dei bombardamenti di Roma โ e quella delle comunitร , come in Abruzzo, dove certe scelte dell’amministrazione sono state determinanti nella salvaguardia dei luoghi (e insieme di ricette e tradizioni) con la creazione di Parchi Naturali e aree protette (che Donpasta attraversa in una ciaspolata che si conclude con polenta e spuntature), ma c’รจ anche la storia personale, che si fa corale, come quella di Luciana che si trova a sperimentare con amarezza il lavoro in fabbrica, la stessa che si ritrova nei tortelli amari, che sono metafora della vita. ร un percorso di creazione della societร e della comunitร . โTendenzialmente ogni regione ha un modo diverso di cucinare e di raccontarsiโ, per esempio in Campania c’รจ la cultura del canto, che i devoti alla Madonna della Montagna durante la quaresima celebrano cucinando, mangiando e ballando dall’alba al tramonto. Ci sono gli allevatori di cozze di Taranto, con cui si incontra alle 5 del mattino per scoprire una cittร molto diversa dalla Taranto industriale di cui molto si parla. E c’รจ l’allevatore di podoliche del Gargano. โHo ritrovato i personaggi di Villani, ma con un taglio diversoโ. Adesso Daniele รจ nelle inquadrature, con una presenza piena di empatia e partecipazione. C’รจ la sua voce fuori campo, che racconta e spiega perchรฉ quell’incontro ha avuto un senso per lui, che richiama alla mente ricordi e libri, che in Basilicata rimanda a Cristo si รจ fermato a Eboli.
Si comincia con una cartina dell’illustratrice Giulia Bonaldi (protagonista anche di un episodio in cui prepara la polenta con il cuore tagliato finemente โmaโ dice โho smesso di farmi fare il cuore a pezzettiniโ), poi Daniele si mette in macchina per andare a trovare i suoi ospiti, un viaggio molto ritmato in cui raccoglie storie e ricette, 6 o 7 ogni puntata; loro cucinano, lui assaggia, chiede, ascolta. Intercetta punti in comune e differenze e introduce in mondi regionali diversi, anche inaspettati, come quella Lombardia cosรฌ profondamente rurale, della faraona ripiena di mascarpone e dei tortelli di zucca, che fa dimenticare industrie e magazine patinati.
A intervallare queste storie, un racconto parallelo con un musicista o un gruppo che insegna a preparare, passo dopo passo, una ricetta tradizionale: โquesto mi permette di mettere ordine a queste storie e passare alle storie e ai piatti successiviโ. Ne nasce un gioco in cui la costruzione del piatto diventa uno strumento per suonare e cantare, lui che viene dal mondo della musica e ha sempre corteggiato le arti. C’รจ Bobo Rondelli che spiega il cacciucco, per esempio, o gli Arpioni con i casonsei alla bergamasca, con soffritto di pera e pasta di salame. Un racconto tutto ska, casoncello e soffritto.ย Un format originale, โmolto rock and roll, molto selvaggio, sperimentaleโ dove l’impianto antropologico sfuma in uno intimo, nuova tappa di un percorso nato piรน di 20 anni fa, โma sono felice di poter dimostrare quanto ci si puรฒ divertire con la cucina cercando di non essere superficialiโ.ย Nelle 10 puntate ci sono tutti i sono i riti tragici e sacri dell’uccisione, l’amore, la ripetizione dei gesti, lo sguardo sul tempo che cambia e su quel che rimane immoto, i campanilismi e gli abbracci, โl’aneddoto piรน grande รจ che ogni volta mi davano da mangiare e bereโ.ย ย
Se hai un problema aggiungi olio โ Gambero Rosso Channel, canale 133 e 415 di Sky
a cura di Antonella De Santis
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