Ha la forma di tronco di cono ed รจ composto da uno scrigno di cioccolato gianduja, fondente o al latte, e da un ripieno di crema al liquore, a base di grappa o rum e un mix di aromi ed erbe. Fu inventato nel 1922 dal cioccolatiere torinese Peyrano, la cui azienda era situata vicino a una caserma degli alpini. Nellโelenco PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) del Piemonte.
Sempre nel 1922 Luisa Spagnoli, imprenditrice creativa e con notevole senso pratico, nel suo laboratorio nel centro di Perugia impasta i frammenti di nocciola residui della lavorazione dei dolciumi insieme al cioccolato: nasce il bacio Perugina. La nocciola intera racchiusa allโinterno gli dร una forma che assomiglia alla nocca di una mano chiusa a pugno. Inizialmente fu chiamato cazzotto, poi ribattezzato bacio da Giovanni Buitoni, socio della Perugina insieme agli Spagnoli e presidente della Buitoni. Otto ingredienti per un peso di neanche 14 grammi per questo boccone di dolcezza diventato famoso in tutto il mondo per lโiconica scatola blu e i cartigli con frasi d’amore che avvolgono i bon bon.
Uno dei cioccolatini piรน peccaminosi: una ciliegia sotto spirito con il suo alcolico liquore (in genere il maraschino) dentro uno scrigno di cioccolato fondente. Il prototipo di questo bob bon pare che sia stato inventato a inizio โ900 dal pasticciere ginevrino Emil Gerbeaud. Ha diversi nomi: preferito in Piemonte, graffione (per la tecnica che conferisce allo scrigno di cioccolato il tipico aspetto irregolare e graffiato), griotte (amarena) in Francia.
ร il nome con cui vengono chiamati cioccolatini, caramelle, confetti e in generale i piccoli dolcetti.
Bocconcino goloso composto prevalentemente da cioccolato, che puรฒ essere fondente, al latte e gianduja. ร ripieno nei modi e gusti piรน disparati: frutta secca in guscio, liquore, ganache a base latte a base acqua, anche aromatizzate sia con gli ingredienti tipici della cioccolateria, sia della cucina salata.
Si riconosce per la forma a cubo e gli strati di vari gusti che gli fanno assumere un aspetto a righe: due di cioccolato gianduja divisi da uno strato di pasta di nocciole, oppure di caffรจ o limone. Viene inventato a Torino nella seconda metร del XIX da Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano, che nel 1858 aprirono la confetteria-liquoreria Baratti & Milano. Dal 1998 รจ prodotto PAT piemontese. Nel 1911 nasce il cremino Fiat, a quattro strati, due scuri di gianduja e due chiari di pasta di mandorle, creato da Majani: con questo vellutato bon bon la storica azienda bolognese vinse il concorso indetto dalla casa automobilistica FIAT in occasione del lancio del nuovo modello Tipo 4.
ร un cioccolatino dโaltri tempi, di quelli che si mettevano sotto lโalbero di Natale, nascosti tra le palline di vetro colorate, per far felici i bambini. Sono bon bon sferici con una nocciola intera al centro e copertura di cioccolato fondente, ricoperti da mompariglia, minuscole sfere di candido zucchero. Nasce a cavallo tra Otto e Novecento, pare inventato da Giuseppe Morรจ, confettiere di Torre Pellice.
Fa parte della famiglia dei cioccolatini alcolici. Un guscio di cioccolato fondente avvolge due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum. ร nato a Cuneo, secondo la leggenda inventato da Pietro Galletti, pasticciere di Dronero (CN), nel XX secolo, ufficialmente da Andrea Arione, fondatore nel 1923 dellโomonimo caffรจ-pasticceria nel cuore di Cuneo, il quale ne brevettรฒ la ricetta.
Il diablottino (in piemontese diablotรฌn, diavoletto) รจ il piรน antico cioccolatino al mondo, nato a Torino alla fine del XVII secolo. ร un dolcetto semplicissimo, a forma di pastiglia larga e piatta come una moneta, realizzato con solo tre ingredienti, cacao, zucchero e vaniglia.
ร la traduzione, trรจs chic, dellโitalianissimo confetto. In genere, รจ quello classico con la mandorla ricoperta da una spessa camicia di zucchero, fin dallโantichitร considerato simbolo di fortuna, prosperitร e ricchezza. Oggi il dragรฉe รจ proposto anche con altre tipologie di frutta secca in guscio, pistacchi, nocciole e perfino arachidi e pinoli, oppure con altri prodotti, come caffรจ, coriandolo e pepe rosa.
Cioccolatino morbido a base di cioccolato e pasta di nocciole a forma di spicchio o di piccola nave rovesciata. Nellโelenco PAT del Piemonte. Torino primo ‘800. A causa del blocco economico dei prodotti provenienti dalle colonie britanniche imposto da Napoleone, i pasticcieri torinesi sostituirono una parte del quasi irreperibile cacao con la piรน economica nocciola tonda gentile delle Langhe. Nasce il cioccolato gianduja. Nel 1852 il chocolatier Michele Prochet, in tandem con Ernesto Alberto Caffarel, perfeziona la ricetta, tostando le nocciole e macinandole finemente, ed ecco il giandujotto. L’antica ricetta lo vuole senza latte, aggiunto solo all’inizio del ‘900 dopo lโinvenzione nel 1866 del latte in polvere grazie al farmacista di origine tedesca Henri Nestlรฉ, fondatore dellโazienda che diventerร la famosa multinazionale svizzera del settore agroalimentare.
Siamo in Francia ai tempi di Re Sole, in pieno โ600. Clรฉment Jaluzot, capo cuoco e pasticciere del conte di Plessis-Praslin, crea accidentalmente un dolce a base di mandorle e zucchero. Nasce il prototipo della pralina, che nella prima metร del โ800 si sposerร al cioccolato.
Nel gergo della cioccolateria per โricopertiโ si intendono tutti le piccole dolcezze che vengono ricoperte con lโoro nero. In particolare, le scorze di agrumi e la frutta essiccata (i fichi soprattutto). Una dolcezza nella dolcezza.
ร un bocconcino sferico a base di cioccolato, burro e uova, spesso miscelati con granella di frutta secca in guscio e altri ingredienti, che una compatta camiciola di cacao in polvere fa assomigliare ai tartufi di terra. Lโinvenzione si deve alla pasticciera italiana Nadia Maria Petruccelli, che nel 1895 a Chambery creรฒ questo bon bon utilizzando ingredienti di minore qualitร rispetto al costoso cioccolato.
Dal mensile di dicembre 2021 del Gambero Rosso.
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