"Basta burro e parmigiano, per favore". Il racconto della mamma partigiana disegnato da sua figlia

20 Feb 2024, 16:16 | a cura di
Una delicata storia di ricordi che legano madre e figlia, evocati dal cibo e dagli stenti della Seconda guerra mondiale

Classe 1950, Marisabina Russo è un'autrice e illustratrice di libri per bambini. Nata e cresciuta negli Stati Uniti, ha scritto e illustrato più di venti opere. I suoi libri nascono dai ricordi d'infanzia e dalle sue esperienze di madre. Le illustrazioni, dipinte a gouache, sono colorate e bidimensionali e ricordano il genere naif, e alcune raccontano anche il mondo del cibo.

Uccellini, cibo e memoria

In un articolo pubblicato dal New York Times, l'autrice ha raccontato una storia autobiografica di ricordi evocati dal cibo nel modo che le viene meglio: con le immagini. «Durante la mia infanzia, crescendo a Kew Gardens, nel Queens, mia madre iniziava sempre le nostre cene con un grande piatto di pasta in bianco. "Ancora pasta?", chiedevano i miei fratelli. "Giù i gomiti dal tavolo", rispondeva lei».

La pasta era un piatto della tradizione italiana che aveva imparato a cucinare nel nostro paese. Da giovane, poco dopo essersi sposata, nel 1933, è fuggita dalla Germania nazista per raggiungere l'Italia. Il suo primo marito, un ebreo polacco, fu in seguito assassinato dai nazisti.

Morì anche il secondo marito, e nel dopoguerra, per poter sfamare una famiglia con tre figli, a fronte di un esiguo stipendio di segretaria, la mamma di Marisabina Russo cucinava piatti semplici e poco dispendiosi. «Burro e parmigiano, la mia pasta preferita!», racconta sul New York Times.

L'illustratrice con i suoi disegni racconta alcuni ricordi di quando la famiglia era a tavola: «A differenza dei miei fratelli adolescenti, non mi sono mai lamentata delle piccole porzioni di carne che ci serviva dopo la pasta. "Tutto qui?" e "Sul serio?", borbottavano i miei fratelli. "Dio mio! Siete due ingrati!», li rimproverava nostra madre».

«Ogni pasto era legato alla guerra. Era importante per lei che fossi a conoscenza delle difficoltà che la mia famiglia aveva sopportato prima che nascessi. Le mie storie della buonanotte erano spesso racconti di quel periodo: "Non avevamo altro da mangiare che castagne e uccellini sparati dal cielo dai contadini", raccontava nostra madre. "Uccellini? Come il mio pappagallino?"».

Per le occasioni speciali, la mamma li viziava con cibi golosi che evocavano i tempi felici che avevano preceduto la guerra: la tavola veniva quindi imbandita e venivano servite cotolette alla milanese, torta "foresta nera", arrosto d'agnello al rosmarino e carciofi alla romana.

«Ma c'era una cosa che mia madre si rifiutava di cucinare: i galletti. Le ricordavano gli uccellini. Infatti, quando una volta ne ha visto uno al supermercato, ha quasi avuto una crisi. "Ma sono polli in miniatura", la incalzavo».

«Anni dopo, dopo la morte di mia madre, stavo leggendo le sue carte e feci una scoperta sorprendente. Decisi che dovevo scrivere del suo periodo da partigiana. Non c'è da stupirsi, pensai leggendo le sue parole: "Ci eravamo appena seduti a mangiare gli uccellini quando arrivarono i tedeschi. Fu l'ultima volta che vidi mio marito"».

«Come parte della mia ricerca ho viaggiato nelle Marche per vedere il paesaggio, camminare nei villaggi e parlare con la gente del posto che poteva ricordare la guerra. Una signora che faceva il merletto ad Offida mi disse: "Sento ancora il rumore dei loro stivali, quando i tedeschi entrarono in casa nostra pretendendo cibo. Avevamo solo una minestrina annacquata"».

Una volta lì, Marisabina Russo, mentre soggiornava in un agriturismo, le sono tornati alla mente alcuni ricordi: «I racconti di mia madre, che ricordava di essersi nascosta in una fattoria, di aver lavorato con le radio amatoriali e di essere stata arrestata dai nazisti, erano molto vividi».

Una sera, nella sala da pranzo dello stesso agriturismo, «non credevo ai miei occhi quando ho visto degli spiedini ruotare lentamente nel camino aperto. "Stasera la nostra specialità: piccoli volatili, cacciata da noi"». Il cuore Marisabina batteva forte, ma ha resistito all'impulso di fuggire. «Ho chiesto invece un piatto di pasta al burro e parmigiano. "È sicura, signora?", mi ha chiesto il cameriere. "Sì", ho risposto, "è il mio cibo preferito e mi ricorda mia madre"».

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