Mixology

Stereotipi e cocktail colonialisti: quel che ci lascia perplessi nella nuova avventura di Matteo Zed

Vi raccontiamo come un progetto sbagliato puรฒ rovinare uno spazio fantastico nel cuore di Roma. Parliamo del nuovo Rhinoceros Roof Bar e dellโ€™ispirazione neocoloniale della drink list e dellโ€™ambient

  • 27 Ottobre, 2023

Premessa: non siamo per il politically correct a tutti i costi, nรฉ tantomeno per la cancel culture. Ma la storia che raccontiamo รจ indice di come a volte la superficialitร  possa fare danni anche non indifferenti. La goliardia puรฒ avere anche effetti taumaturgici, puรฒ sdrammatizzare delle idiosincrasie culturali e dare il segno di come in realtร  siano anche superati dei clichรฉ retrรฒ che non stanno piรน in piedi. Di cosa parliamo? Vi raccontiamo di uno splendido cocktail bar con vista a 360 gradi sui tetti e sulle pietre piรน belle e suggestive del cuore di Roma che scivola perรฒ su un polveroso refrain neo-coloniale e su una interpretazione della โ€œmia Africaโ€ quantomeno stereotipata e accettabile forse fino a 50 anni fa, ma non piรน oggi.

Veduta del Rhinoceros Roof Cocktail Bar dai tetti di Roma

Veduta del Rhinoceros Roof Cocktail Bar dai tetti di Roma. In alto, le divise adottate per il servizio in “stile Safari”

Uno scivolone neo-coloniale

Immaginate di farvi servire dei freschi e succulenti cocktail da camerieri in divisa da esploratore in stile Albertone nel film di Scola (1968, appunto), โ€œRiusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?โ€. Con tanto di corno che โ€œogni giorno al tramontoโ€ฆ saluterร  il calar del soleโ€, assicura il programma. La drink list, curata dal barman Matteo (Zamberlan) Zed, si ispira (si ispirava, meglio dire) a nomi di โ€œetnieโ€ africane: Watussi, Zulu, Pigmei.

Inutile dire che il nome Watussi in realtร  sarebbe lโ€™adattamento โ€œalla Alligalliโ€ โ€“ Edoardo Vianello, 1963 โ€“ di Wa Tutsi, nome della popolazione di origine etiopica ma di lingua bantu, stanziata a sud-ovest del lago Vittoria tra gli stati di Uganda, Ruanda e Burundi. I Tutsi sono stati anche vittime, insieme agliย Hutu moderati, del terribile genocidio che si รจ consumato in Ruanda nel 1993.

E pensare che da tempo abbiamo bandito dai menu dei bar anche il trendissimo โ€œmarocchinoโ€ diventato โ€œmocaccinoโ€ proprio per non offendere i marocchini che nulla cโ€™entravano col cappuccino (il nome della preparazione richiamava troppi stereotipi legati alla guerra mondiale, al colore della pelle o presunto tale). Gli Zulu vivono prevalentemente in Sud Africa e i Pigmei vivono nei diversi paesi lungo il bacino del fiume Congo.

La cosa ci ha subito allarmati: non riuscivamo a capire cosa cโ€™entrassero popoli africani con una mixology in stile internazionale e anche cosa avessero a che fare divise da esploratore fin de siecle con le esperienze in Madagascar del barman, per altro un raffinato esperto di mixology che officia al The Court e che ha riportato fortemente lโ€™Italia nei posti alti della classifica della Fifthy Best Bar.

Ci hanno chiesto โ€“ a noi del Gambero โ€“ di dare in anteprima la notizia dellโ€™apertura del nuovo spazio e delle novitร  2023-2024 allโ€™interno del Palazzo dellโ€™Arte di Alda Fendi, la Fondazione Rhinoceros โ€“ in una struttura nel cuore del Velabro e risalente al 1600 โ€“ inaugurato nel 2018. Abbiamo rifiutato lโ€™offerta dellโ€™anteprima e abbiamo anche avanzato le nostre perplessitร  alla proprietร . La proprietร  ha accolto le nostre obiezioni e ci ha assicurato che avrebbe cambiato i nomi dei cocktail. Cosรฌ, aggiorniamo la descrizione della drink list del nuovo Rhinoceros Roof Bar, anche se le perplessitร  rimangono e ve le raccontiamo.

Le drink list originarie pubblicizzate da influencer dopo una anteprima dedicata ai social e poi sostituite con altre dai nomi di stati africani

Le drink list originarie pubblicizzate da influencer dopo una anteprima dedicata ai social e poi sostituite con altre dai nomi di stati africani

Drink list inutilmente ispirata ai safari

La drink list firmata da Zed, la Cocktail Safari, presenta 15 drink ispirati a tre territori africani: Tanzania, Zimbabwe e Namibia. La prima sezione รจ dedicata ai Mocktails (cocktails analcolici) tra cui spicca โ€œIl Frutto del peccatoโ€ con spirito analcolico di agave, cordiale di mela e soda al pepe e pomelo; โ€œDesert Coladaโ€ con cordialeย di ananas e dattero. Arrivano poi i cocktail piรน freschi e bevibili ispirati allo Zimbabwe come โ€œGreenerโ€ con agave, tequila, mezcal, liquore di fiori di sambuco ed edamame; ma anche โ€œPurple Seaโ€ che ripropone le sfumature del mare africano al tramonto con Champagne Rosรฉ e tinture violacee di erbe locali. Infine, in coppetta, lโ€™omaggio alla zona della Namibia con โ€œCapers Dirty Martiniโ€ a base di gin ed estratto di cappero verde; โ€œAvocado Daiquiriโ€ con purรจ di avocado e sciroppo di agave; โ€œChe Figo!โ€ con infusione di foglie di fico, cocchi americano, succo di lime e vaniglia. โ€œI drink โ€“ assicura Zed โ€“ si ispirano ai frutti, alle erbe e alle botaniche africane che trovano perรฒ nelle tecnologie avanzate e nelle preparazioni moderne una via di contemporanea bevibilitร โ€.

Il barman Matteo Zed

Un progetto nato sbagliato

Ora, cosa cโ€™entrino i capperi, lโ€™agave, la tequila i fichi e quantโ€™altro con lโ€™Africa e con la Tanzania, lo Zimbabwe e la Namibia, Zed ce lo deve spiegare. Cโ€™entrano, invece, probabilmente con la necessitร  di dover cambiare in corso dโ€™opera un progetto nato vecchio, un poโ€™ stantio e che non stava in piedi. Col rischio di far esplodere una polemica sul neo-colonialismo proprio nel cuore del vecchio Impero (Romano prima e mussoliniano poi) doveย  ancora campeggiano le mappe delle conquiste italiane retaggio (e monito, speriamo) di un mondo che fu. Certo, le divise da piccolo esploratore non lasciano ben sperare. E anche lโ€™idea del safari in questo contesto ci fa pensare alle pelli di leone, di tigre e ai trofei dei vecchi polverosi club britannici di coloniale memoria, appunto.

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