L’etichetta in bella vista sui barattoli trasparenti dispensati dai distributori automatici che stanno rapidamente popolando Chicago, parla chiaro: Farmer’s Fridge porta in โfrigoโ i prodotti genuini della terra, ripensati con il supporto di una brigata di cucina per garantire gusto e un corretto apporto energetico alla pausa pranzo o alla fame fuori pasto che inevitabilmente, in una giornata trascorsa lontano da casa, ci porta a riporre le ultime speranze negli snack di un distributore automatico. ร cosรฌ che una soluzione apparentemente ideale โ veloce, pratica, conveniente โ si rivela una fonte potenziale di obesitร e problemi alimentari causati dalla dipendenza da junk food. Perchรฉ l’offerta tipo di un comune distributore automatico, a qualunque latitudine del mondo, รจ costituita in prevalenza da prodotti confezionati ricchi di conservanti, merendine ipercaloriche e barrette al cioccolato, bevande gassate. Cioรจ tutto ciรฒ che ci fa male, ma pure rappresenta un irresistibile rimedio alla nostra voglia di qualcosa di โbuonoโ.
Sul fascino esercitato dal junk food pesa perรฒ anche l’efficacia di campagne di comunicazione mirate ad associare emozioni positive al consumo del cibo spazzatura in questione, specie quando un strategia di marketing cosรฌ pervasiva puรฒ fare presa sui ragazzi. E, proprio di recente, uno studio avviato da ricercatori texani ha suggerito la strada da percorrere per disinnescare questo meccanismo, o quanto meno depotenziarlo. Il test condotto su piรน di 350 ragazzi di etร compresa tra i 13 e i 15 anni ha rivelato una veritร lampante, quanto mai seriamente utilizzata a vantaggio dell’educazione alimentare: invece di raccontare ai ragazzi quanto sia salutare e auspicabile mangiare cibo genuino, รจ molto piรน efficace aiutarli a comprendere i meccanismi distorti che li portano ad appassionarsi al junk food (sul modello delle campagne anti-fumo intraprese negli anni Novanta). E cosรฌ spingerli a โribellarsiโ alle regole dettate dal marketing aggressivo, ripensando di conseguenza il loro rapporto col cibo โsalutareโ, che altrimenti mai avrebbe destato la loro curiositร . A Londra, intanto, si preferisce ricorrere alla censura preventiva, ma sempre concentrandosi sul pericolo indotto dalle pubblicitร : entrato in vigore alla fine di febbraio, il provvedimento promosso dal sindaco londinese vieta alle catene di fast food di farsi pubblicitร in stazioni del metrรฒ e sui mezzi del trasporto pubblico.
Ma รจ pur vero che, in parallelo, รจ fondamentale lavorare sulla facilitร di reperire buon (per davvero!) cibo a prezzi ragionevoli. Questa รจ l’idea di Farmer’s Fridge, startup lanciata nel 2013 con l’obiettivo di rifornire i distributori di Chicago di cibo fresco e pronto all’uso, secondo un โmenuโ, ideato e preparato nella cucina del quartier generale, che cambia settimanalmente, anche seguendo i feedback dei clienti. L’idea ha preso piede, e oggi sono oltre 200 i distributori automatici dislocati tra Chicago e Milwaukee, in punti strategici: aeroporti, ospedali, negozi di alimentari, con rifornimento assiduo, che arriva a essere giornaliero negli scali aeroportuali. E l’idea in piรน di recuperare il cibo avanzato destinandolo alla banca alimentare Greater Chicago Food Depository. Dietro al successo del progetto, perรฒ, c’รจ anche un solido sistema di gestione informatizzato, che per esempio garantisce agli utenti di rintracciare via app il distributore Farmer’s Fridge piรน vicino, offrendogli persino la possibilitร di prenotare il cibo (ogni distributore รจ connesso a internet). Risvolti positivi anche sul versante occupazionale, considerando il gran numero di persone coinvolte nella preparazione delle pietanze โ proprio come succederebbe in un ristorante tradizionale โ e degli addetti allo stoccaggio e alla logistica, per un totale di dipendenti che presto dovrebbe toccare quota 200 unitร .
In Italia, l’idea di questi โfrigoriferi intelligentiโ รจ stata ripresa da Fresco Frigo, startup lanciata da Enrico Pandian nell’autunno 2018 a Milano, e ancora in fase di consolidamento. Di fatto, perรฒ, il progetto milanese punta a radicarsi principalmente negli uffici (ma anche in hotel, o palestre), con distributori di cibo fresco pensato per essere consumato entro due giorni dalla preparazione e gestibile dagli utenti tramite app (chi decide di installarlo puรฒ affittarlo per 300 euro al mese, e corrispondere un 10% di commissione a Fresco Frigo per ogni prodotto venduto). Una soluzione che si propone di rispondere insieme ai limiti logistici del food delivery e al monopolio delle vending machines tradizionali, votate al junk food. In Italia, si stima siano oltre 800mila.
Ma ricordiamo anche il progetto pilota avviato sempre nell’area di Milano dal Gruppo Ospedaliero San Donato, che con il Progetto EAT ha testato l’installazione di distributori โAlimenta la tua saluteโ in sei istituti scolastici. Non piรน cioccolato e patatine in busta, ma frutta e verdura fresca, frutta essiccata, smoothies e yogurt da bere. Oggi, dopo due anni di sperimentazione efficace che ha invogliato i ragazzi a nutrirsi con piรน consapevolezza, i distributori Alimenta la tua salute sono disponibili per le scuole che ne fanno richiesta. Il fronte alternativo al junk food รจ destinato a conquistare terreno. Speriamo.
a cura di Livia Montagnoli
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