Sull’opportunitร di agire di comune accordo con agronomi e contadini, Dan Barber โ che di mestiere fa lo chef, e anche decisamente apprezzato โ ha sempre giocato la sua missione per promuovere un’alimentazione sana, e rispettosa della terra. Cosรฌ nasceva, nel 2018, la Row 7 Seed Company, societร fondata conย Matthew Goldfarbย eย Michael Mazourek, (rispettivamente venditore e sviluppatore di semi), di cui allora raccontavamo i primi passi. L’obiettivo? Sviluppare, selezionare e vendere semi per nuove varietร di ortaggi e cereali da introdurre sul mercato. Un’operazione comprensibile considerando l’impegno sul campo del suo promotore, considerato nel panorama gastronomico internazionale pioniere della cucina farm to table, che continua a praticare nella tenuta di Blue Hill at Stone Barns, sulle colline di Pocantico Hills (New Jersey). Abituato a collaborare costantemente con lo staff di agricoltori che curano i terreni della tenuta, per ricavarne prodotti tagliati sulle esigenze della cucina, Barber era intenzionato a divulgare il modello ispirando l’adesione di colleghi incuriositi dalla possibilitร di sviluppare nuovi prodotti con caratteristiche organolettiche e proprietร nutrizionali precise. Per influenzare il mercato, e indirizzare ricerca e sviluppo di nuove sementi (spezzando cosรฌ i monopoli dei semi che dettano legge nel comparto agricolo un po’ in tutto il mondo): โLโidea non รจ solo quella di rimettere al centro il gusto degli ortaggi, ma proprio di arrivare a comprendere quanto e in che modo noi chef possiamo influenzare il cambiamento delle abitudini alimentariโ, sosteneva all’epoca.
A due anni di distanza, l’evoluzione del progetto comincia a dargli ragione: la rete di cuochi auspicata da Barber oggi raccoglie un centinaio di adesioni, in quindici diversi Paesi degli Stati Uniti; mentre sono circa 5mila i contadini che hanno scelto di acquistare i semi commercializzati da Row 7 (sette varietร diverse) per cimentarsi con la coltivazione di ortaggi ancora sconosciuti ai piรน. Almeno fino al prossimo raccolto, come riporta l’articolo di Civil Eats che fa il punto sulla โrivoluzioneโ in atto: grazie all’interessamento della catena di supermercati Wegmans, i prodotti ideati da Dan Barber arriveranno anche al grande pubblico, sui banchi di oltre cento punti vendita. Cominciando dal prodotto piรน appetibile per il mercato, una barbabietola ribattezzata โbadger flameโ per le fiammeggiature che screziano la polpa (ma arriverร anche la piccola zucca che sta in una mano, molto saporita e ricca di nutrienti, giร super richiesta nei mercati contadini, e destinata a entrare anche nel catalogo di Whole Foods). Chi sceglierร di acquistarla, riceverร anche materiale informativo sul progetto e consigli per l’uso.
Proprio il desiderio di comunicare il cibo a un pubblico piรน ampio ed eterogeneo rispetto alla clientela del ristorante ha indotto Barber ad accettare un sodalizio con la grande distribuzione che in altri tempi avrebbe avversato, considerando, comunque, che Wegmans รจ noto per la sua attenzione per i prodotti naturali e salutari. Infatti sarร proprio l’azienda biologica di proprietร della catena, a New York, a sperimentare la prima fase di coltivazione delle barbabietole Row 7, prima di condividere i semi con il network di 34 aziende che lavorano per rifornire lo stock di frutta e verdura dei punti vendita. Nel frattempo il business di Row 7 cresce anche sul canale online, in partnership con la piattaforma Fresh Direct, che consegna a domicilio a New York prodotti freschi; presto disponibili in catalogo anche la piccola zucca e il peperoncino Habanada, variante non piccante dell’habanero. Il significato di un’operazione del genere, al di lร del merito di promuovere il consumo di prodotti di qualitร , sta nella volontร di contrastare il monopolio delle multinazionali (Monsanto รจ la piรน celebre, non certo per implicazioni lusinghiere) che detengono centinaia di brevetti e orientano il mercato di frutta e verdura: il 60 per cento delle vendite globali di semi รจ controllato oggi dalle prime quattro multinazionali dellโagro-chimica, come mostra la mappa aggiornata al 2019 da Philip Howard dell’universitร del Michigan, recentemente citata in un dossier de L’Espresso, che riporta il problema tra i confini nazionali. Proporsi come nuovi attori sul mercato, permette di dare un valore culturale e commerciale a nuove varietร , garantendo la diversificazione dell’offerta in nome di prodotti piรน sani e buoni. E garantire anche alle piccole aziende agricole la possibilitร di non dipendere dalle multinazionali.
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