Margaritas y Burritos, ovvero Ma y bu รจ il format messicano approdato da Roma a Torino. Un fast, certo, senza servizio al tavolo, ma con unโattenzione particolare alla qualitร e ai dettagli che fa la differenza.
Tutto comincia quando nel 1985 Diana Beltran, chef allโepoca diciannovenne, arriva a Roma da Acapulco. La cucina messicana โ che oggi, ricordiamolo, รจ Patrimonio immateriale dellโUmanitร dellโUnesco – allโepoca era poco o nulla conosciuta in Italia, e quando Diana apre nel 2002 il suo ristorante La Cucaracha il successo รจ immediato. Diana porta la filosofia della cucina messicana nella capitale, diventa un volto noto di Gambero Rosso Channel con il programma Sapori dal Messico. Poi il progetto si amplia e Diana e il figlio Gianluca Marinelli creano un nuovo format per rendere la cucina messicana accessibile a un pubblico piรน giovane e piรน ampio. Cosรฌ nascono tre locali romani Maybu dove cโรจ sempre la fila per entrare.
Oggi quel progetto arriva a Torino, una cittร del food che puรฒ essere un perfetto banco di prova per allargare ulteriormente gli orizzonti del progetto (si รจ giร alla ricerca di un ampliamento su Milano). โAprire a Torino รจ una sfida impegnativa – spiega Gianluca Marinelli, business development manager di Maybu – Fra tutte le cittร italiane, รจ quella che ha piรน ristoranti messicani in assoluto, quindi lโasticella delle nostre performances si alza ancor di piรน. I torinesi hanno giร il palato pronto alla cultura culinaria messicana di qualitร โ. Il modello รจ lo stesso dei tre locali capitolini: colori, luci e rimandi alla civiltร messicana con un design ricercato e insieme allegro, due Calavera Catrina (iconica figura tra folclore e culto) che sorvegliano con il loro spirito il bancone e una costellazione di piccole vetrine con le alebrijes, coloratissime figure zoomorfe in cartapesta che proteggono e guidano le persone.
Ma si cerca sempre di equilibrare ogni locale rispetto al territorio: โOgni volta che apriamo un locale โ precisa Marinelli – cerchiamo di migliorare sempre. Siamo stati molto scrupolosi nellโallestire questo di Torino perchรฉ lโeleganza che qui si respira รจ intensa e volevamo essere allโaltezza della cittร che ci ospita. Lo stile e il design torinesi fanno scuola in tutto il mondoโ. Il Maybu di Torino sorge a due passi dalla Mole Antonelliana, il monumento-icona della cittร , accanto alla sede dellโUniversitร di Palazzo Nuovo, in uno spazio-agorร intitolato ad Aldo Moro che ha riqualificato in chiave contemporanea unโarea prima adibita a parcheggio, e con tanto di muro vegetale ecologico. Ecologia e rispetto dellโambiente sono uno dei punti di forza di Maybu: tutti packaging dai box per i delivery e il take away, fino alle cannucce, sono di materiale riciclabile a zero impatto ambientale e derivano da fonti rinnovabili e riciclabili al 100% , per un progetto zero sprechi.
Lโattenzione al territorio la si nota anche nella ricerca il piรน possibile a km zero delle materie prime fresche affini a quelle originali messicane. Inoltre sono molto attenti alla salute: โLe salse – spiega Diana che sovrintende alla cucina – vengono preparate quotidianamente, le nostre carni, dal chili piccante, al maiale, al manzo, al pollo, sono tutte cotte a vapore, senza oli aggiunti, questo aiuta a conservare intatte tutte le proprietร nutrizionali, olfattive e gustativeโ. Unica eccezione alle cotture al vapore i churros, una tentazione. Ma come funziona il menu? Si sceglie il piatto โ tra burrito, insalata (che in pratica รจ una tortilla aperta con attuga) e tacos โ il tipo di ripieno, che contempla anche l’opzione vegana, il tipo di condimento e infine le salse. Da bere, immancabili i margaritas, fatti con prodotti naturali e zero preparati, e shakerati continuamente dai mantecatori per essere il piรน avvolgenti possibile. Aggiungeteci prezzi decisamente abbordabili e Maybu diventa un viaggio alla scoperta del Messico in dimensione urban fast, da provare.
a cura di Rosalba Graglia
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