Il giallo acceso della mimosa รจ considerato da tutti il colore-simbolo dellโ8 marzo. Del resto, questo fiore ha ispirato piatti e bevande che spesso compongono i menu a tema per la Festa della Donna. Noi cogliamo l’occasione per raccontarvi tutte le sfumature della mimosa gastronomica in grado di soddisfare la voglia di dolce e salato, senza dimenticare il settore drink.
Voluta dallโUnione Donne Italiane come simbolo dellโ8 marzo, la mimosa fu scelta perchรฉ considerata โun fiore povero, facile da trovare nelle campagneโ: cosรฌ la definรฌ la dirigente dellโassociazione femminile, Teresa Masi. La torta che ne ricalca forma e colore, invece, รจ un dolce particolarmente ricco, nato negli anni โ50 grazie allโinventiva del cuoco di un ristorante di Rieti, Adelmo Renzi. Appassionato di pasticceria, nel 1962 decise di partecipare a un concorso per professionisti del settore a Sanremo, dedicando la sua torta mimosa alla cittร dei fiori. Nel mese di maggio Renzi fu decretato vincitore della competizione e il dolce divenne in breve tempo famoso in tutta Italia: le pasticcerie iniziarono a replicarlo e proporlo come delizioso augurio riservato alle clienti nel giorno della ricorrenza. Non conosciamo la ricetta originaria, ma possiamo immaginare che alcuni ingredienti siano rimasti uguali nel tempo: il disco di pan di Spagna come base e i pezzetti di impasto che ricoprono la superficie, la farcia con crema pasticcera o chantilly, lโutilizzo di frutta fresca o sciroppata per arricchire il ripieno. Spesso il pan di Spagna tradizionale-a base di farina, zucchero e uova- viene bagnato con un liquore per dolci come il Marsala e il Grand Marnier o, per un risultato piรน delicato, con il succo dโananas.
Golose e semplici da realizzare, le uova ripiene rientrano nella categoria degli antipasti diffusi in tutto il mondo. Parliamo di uova sode divise a metร il cui tuorlo viene mescolato con maionese o senape, olio dโoliva e spezie come origano, paprika e curry. Questo ripieno cremoso, talvolta insaporito da verdure fresche, tonno o sottaceti, รจ utilizzato per farcire gli albumi in modo da rendere piรน sfizioso il piatto. Le uova mimosa sono una variante di quelle ripiene in cui il tuorlo รจ sbriciolato e risulta piรน asciutto. Anche la pasta mimosa ha un condimento a base di rosso dโuovo sodo, spezzettato finemente per ottenere una consistenza granulosa. Nella versione classica, la pasta (che puรฒ essere di formato corto, come i fusilli, o lungo, come gli spaghetti) รจ mantecata velocemente con i pezzetti di tuorlo insieme a olio, pecorino, parmigiano e pepe. Esistono poi delle alternative che non contemplano lโuso di uova, fra cui la pasta mimosa preparata con ricotta e zafferano, dove la spezia serve a conferire aroma e colore al piatto.
Voglia di un drink fresco al profumo di agrumi? Il cocktail mimosa รจ sempre un’ottima idea. In realtร , ne esistono due tipi: il primo รจ nato nel club londinese Buck’s Fizz all’inizio degli anni ’20, mentre il secondo รจ stato messo a punto da un barman all’hotel Ritz di Parigi alcuni anni dopo, nel 1925. Solo quest’ultima versione รจ conosciuta come “mimosa”, perchรฉ la bevanda nata in Inghilterra ha preso il nome dal locale in cui รจ stata servita per la prima volta. I due cocktail hanno gli stessi ingredienti miscelati in proporzioni diverse. Nei ricettari IBA dagli anni ’80 al 2004, il Buck’s Fizz รจ realizzato con spumante e succo dโarancia in rapporto 2-1, sciroppo di granatina e scorza d’arancia come guarnizione; le fonti piรน recenti, tuttavia, riportano solo il procedimento del mimosa francese, in cui la componente alcolica eguaglia il succo di frutta fresca. Nonostante ciรฒ, ancora oggi si discute sulle quantitร esatte dei due ingredienti e ciascun barman interpreta il drink in modo personale. Nella maggior parte dei casi viene versato in un flรปte, che ne esalta al meglio il profumo. Se gli inglesi amano berlo per tradizione il giorno di Natale, in Italia รจ un cocktail associato ai grandi eventi (in cui affianca classici intramontabili come il Bellini e il Rossini) e alla Festa della Donna, di cui ricorda il simbolo.
a cura di Lucia Facchini
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