Nella giornata piรน lunga per gli Stati Uniti โ quella in cui viene eletto il 47esimo presidente โ lโItalia si interroga su cosa potrebbe cambiare, dopo la vittoria schiacciante di Donald Trump, per lโagroalimentare italiano Oltreoceano. Diciamo subito, che non รจ un momento facile per le esportazioni nel mercato a stelle e strisce, soprattutto per quelle di vino, ma questa รจ unโaltra storia che, piรน che con la politica, ha a che fare con il cambiamento dei consumi.
Quello che, invece, ha a che fare con la politica รจ lโimposizione di dazi che ha accompagnato il primo quadriennio di Trump alla Casa Bianca e che potrebbero tornare, anche sotto altre forme. ยซLโEuropa dovrร pagare un prezzo molto piรน grandeยป, ha detto il neo presidente repubblicano, in uno degli ultimi comizi in Pennsylviana, dove ha annunciato il cosiddetto “Trump reciprocal trade act“, per imporre tariffe di almeno il 10% su tutti i prodotti importati negli Stati Uniti. Secondo l’ex presidente Usa gli alleati europei avrebbero una grande colpa: ยซNon comprano le nostre auto. Non prendono i nostri prodotti agricoli. Vendono milioni e milioni di auto negli Stati Unitiยป. Da qui l’idea di applicare nuove tariffe all’ingresso. Tariffe che potrebbero aggiungersi a quelle sospese da Biden nel 2021, ma che continuano a pendere, come una spada di Damocle, sull’agroalimentare del Vecchio Continente.
Stati Uniti – Casa Bianca – Campidoglio – foto wirestock su Freepik
Produttori ed esportatori ricordano ancora quegli anni (2019-2021), come quelli di caroselli, black list e consultazioni Ustr (Rappresentanza Usa per il commercio). Ad essere colpiti erano stati diversi prodotti europei. In particolare, lโItalia aveva visto finire nel mirino formaggi (dal Parmigiano Reggiano al Grana padano), salumi e liquori. Il vino, piรน volte inserito nella lista nera, era riuscito a scamparla, al contrario di quello dei competitor francesi, tedeschi e spagnoli. Ma da dove vengono i dazi e quanto sono costati allโEuropa? Era il 2019, quando entravano in vigore le tariffe aggiuntive del 25% sui prodotti agroalimentari europei nell’ambito del contenzioso tra l’americana Boeing e l’europea Airbus (consorzio aerospaziale formato da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, senza lโItalia). Ma la disputa va avanti da molto prima, ben 17 anni, con le due parti – Usa e Ue โ che si sono accusate reciprocamente di sostenere i due giganti dell’aviazione in un modo tale da violare le regole della concorrenza del Wto. Cosรฌ tra dazi e contro-dazi (anche lโEuropa ha successivamente imposto i suoi su tabacco, patate e grano statunitensi), il bilancio รจ stato abbastanza impattante per il Vecchio Continente: 400 milioni di euro solo nel 2020, sulla base dei dati diffusi dalla Commissione Ue. Per quanto riguarda lโItalia, si parla di un crollo del 40% dell’export Made in Italy agroalimentare verso gli Usa.
La sospensione dei dazi, che fece tirare un sospiro di sollievo ai produttori italiani, avvenne nel 2021, subito dopo lโelezione del presidente Joe Biden. Una โpaceโ concordata di cinque anni, che adesso perรฒ potrebbe essere interrotta da un eventuale ritorno del tycoon alla presidenza degli States. Il vero problema, come piรน volte hanno ricordato le associazioni di settore italiane, รจ che i dazi sono stati solo sospesi, ma la questione non รจ mai stata definitivamente risolta. Non aver avviato una risoluzione in questi anni di standby, potrebbe adesso rivelarsi un errore fatale per la Commissione Ue, dal momento che il nuovo presidente statunitense potrร decidere di tornare ad applicarli. Comunque vada, quindi, il dossier dovrร essere riesaminato nei prossimi mesi. E difficilmente Trump sceglierร la strada della distensione, considerato il suo dichiarato intento di “punire” l’Europa. Il Vecchio Continente รจ avvisato.
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