Non รจ facile immaginare la vita e l’agricoltura ai piedi delle cime maestose delle Dolomiti. Eppure da mille anni qui si fanno vini e si pratica un’agricoltura di montagna che dร frutti preziosi. Un territorio crocevia di culture diverse, ricchissimo di storia e tradizioni, dove la cucina si sposa a meraviglia con i bianchi sapidi ed eleganti della regione. Con un pensiero fisso: le temperature si stanno alzando eccessivamente…
La Valle Isarco รจ la regione vitivinicola piรน a nord d’Italia e rappresenta anche un unicum nel territorio dellโAlto Adige. ร una stretta vallata erosa dai ghiacci e dal corso del fiume (l’Isarco appunto), ostinatamente incuneata nel cuore delle Alpi. Una profonda fenditura, aspra e verticale, che costringe la vite ad affondare le radici in ripidi pendii di poca terra e rocce affioranti o nei suoli pietrosi di stretti terrazzamenti, sostenuti da ordinati muretti a secco.
La Valle Isarco รจ un mondo a parte, un piccolo e prezioso vigneto sospeso tra le vette. Salendo da Bolzano verso il Brennero, la strada piega a nord-est e serpeggia tra i versanti delle montagne sempre piรน cupi e incombenti. Il freddo cono dโombra delle vette nasconde il sole. Le rocce sembrano stridere sullโangusto orizzonte dello sguardo, che fatica ad aprirsi sprazzi di luce tra le pareti. Poi la valle si distende lentamente, si fa piรน accogliente, fino ad allargarsi nella conca di Bressanone, circondata dallo splendido anfiteatro di Varna e Novacella. Un anfiteatro vitato.
Nella storia della Valle Isarco i monaci hanno rivestito un ruolo fondamentale. Si deve alla loro paziente opera la conservazione della viticoltura fino a oggi. Bressanone era sede vescovile e le Abbazie di Novacella e Sabiona hanno sempre giocato un ruolo di grande importanza nella vita sociale ed economica del territorio. Nella storica cantina di Novacella, ancora oggi tra i principali produttori della Valle, si vinificava giร nel 1142.
La devastazione della fillossera e due conflitti mondiali, hanno distrutto quasi completamente i vigneti. Nel dopoguerra restavano solo poche vigne per una produzione di carattere familiare. Anche se oggi lโAlto Adige รจ una terra di grandi bianchi, non dobbiamo scordarci che fino agli anni โ60 erano i vitigni a bacca rossa, e in particolare la schiava, a farla da padroni. ร in quel periodo che germina un rinascimento della Valle Isarco, con la creazione della Cantina di Chiusa, il recupero dei vecchi vigneti e la creazione di nuovi impianti. Nel corso di alcuni decenni si รจ passati dal 70% di uve rosse alla coltivazione quasi esclusiva di varietร a bacca bianca.
La Valle Isarco รจ un sottile solco tra alti massicci montuosi: a Est si slanciano le vette delle Dolomiti e a Ovest le Alpi Sarentine. Lโarco alpino ripara la valle dalle perturbazioni e rinfresca il clima con notevoli escursioni termiche. Le precipitazioni sono rare e nei mesi estivi le temperature sono molto alte, quasi mediterranee. Lโinsieme di queste particolari condizioni, fa di questa zona una terra vocatissima per i vitigni a bacca bianca. I vigneti sono coltivati a unโaltitudine compresa tra i 350 e i 950 metri, ma quasi tutti i produttori stanno piantando nuove vigne sopra gli 800 metri, per contrastare lโinnalzamento delle temperature.
La Valle Isarco รจ il regno indiscusso dei vitigni bianchi del nord Europa, tutti tradizionalmente vinificati in purezza. Oggi lโattenzione dei produttori รจ concentrata soprattutto su due varietร : il sylvaner e il kerner. Il sylvaner resta il vitigno identitario della valle e produce vini di grande finezza ed eleganza. Il kerner รจ il piรน amato dai consumatori per il suo gusto intenso e leggermente aromatico. Nella parte alta della valle si coltivano poi mรผller thurgau, ancora kerner e sylvaner e ancora grรผner veltliner, riesling, gewรผrztraminer e pinot grigio. A sud troviamo anche pinot bianco, sauvignon blanc e un poโ di chardonnay. I vitigni a bacca rossa coprono pochi ettari, rispondono ai nomi di zweigelt, portugieser, schiava e pinot nero.
Nonostante il territorio abbastanza piccolo, i terreni della Valle presentano una certa eterogeneitร . In generale si tratta di suoli ricchi di ghiaie moreniche e di sedimenti fluviali depositatisi tra unโera glaciale e lโaltra. Sono terreni permeabili e capaci di assorbire rapidamente il calore. Nella conca di Bressanone i vigneti si trovano soprattutto sulla sinistra orografica, che puรฒ giovarsi di pendii ben esposti e soleggiati. I suoli sono di prevalente origine glaciale, composti di sabbie e ciottoli, con presenza di rocce di ardesia, gneiss e granito.
A sud della conca di Bressanone, la valle si stringe orientandosi leggermente verso sud-ovest. Le vigne sono coltivate sulla destra orografica, caratterizzata da terreni ricchi di scisti, gneiss e porfido quarzifero. Sono rocce dalla composizione lamellare, facilmente friabili che, con il lento disfacimento, hanno creato suoli ricchi di pietrisco e di sostanze minerali. Verso Chiusa, nella parte meridionale della Valle, i versanti sono ripidi e i terreni molto pietrosi, con presenza di gneiss granito, porfido grigio, quarzo e diorite.
Nel mensile di maggio del Gambero Rosso abbiamo fatto un tour con i produttori. Siamo andati all’antico Maso Strasserhof, allโAbbazia di Novacella, nell’azienda agricola Villscheiderhof, nella tenuta Kuenhof. E ancora nella tenuta Taschlerhof, da Garlider, nella Cantina produttori Valle Isarco, al Maso Wassererhof, nella cantina Ebner, nella tenuta Bessererhof e in quelle di Manni Nรถssing, Gumphof e Kรถfererhof.
a cura di Alessio Turazza
QUESTO ร NULLA…
Nel numero di maggio del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate il tour con i produttori completo e i contributi degli chef di zona. Un servizio di 12 pagine che include anche un utile glossarietto con la semantica del vino, i vinum hotel dove pernottare, i 13 piatti e ingredienti da non perdere, i nostri 10 migliori assaggi (con un’utile mappa per orientarsi al meglio) e un focus sui distillati di Radoar.
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