In Irpinia nasce Mima. il Museo d'impresa Mastroberardino

13 Apr 2019, 13:30 | a cura di
Quando la storia vitivinicola si incrocia a quella d'Italia: tre secoli visti attraverso dieci generazioni della famiglia Mastroberardino, nel nuovo museo di Atripalda che la storica cantina inaugura il prossimo 15 maggio.

Mima. Il museo di Mastroberardino

Sarà aperto al pubblico dal prossimo 15 maggio il Mima-Museo d'Impresa Mastroberardino ad Atripalda. In esposizione non ci saranno i soliti attrezzi agricoli, bensì un percorso di tre secoli di storia italiana e dei vini d'Irpinia, attraverso le vicende imprenditoriali e personali di dieci generazioni della famiglia Mastroberardino. Un vero e proprio tesoro, consultato e vagliato da Piero Mastroberardino, di oltre 10.000 documenti tra lettere, copie commissioni, ordini, fotografie, che fatalmente si intrecciano con i principali accadimenti del nostro Paese.

All'inizio della storia

La prima sezione (1700-1914) ospita la narrazione delle prime vicende d'impresa della famiglia che elesse il paese di Atripalda a proprio quartier generale. Vi sono documenti che riguardano il Regno di Napoli, dagli Asburgo ai Borboni e poi a Casa Savoia con i suoi regnanti, sino alla scomparsa di Angelo Mastroberardino, pioniere della prima internazionalizzazione dell'azienda, a partire dal 1878.

I vini Mastroberardino nel mondo

La seconda sezione (1914-1932) ha come fulcro Michele Mastroberardino con i suoi viaggi in Europa, Nord America e nell'Africa Coloniale per vendere i vini di famiglia, creare nuove reti di distribuzione, intessere nuovi rapporti commerciali. La famiglia partecipa alla Grande Guerra, si confronta con il fascismo e poi con il dirottamento delle navi operate da Dannunzio con il Vate che chiede ai proprietari il riscatto delle merci – in questo caso vini – per foraggiare i legionari Fiume. In quegli anni, a causa del Proibizionsimo in Usa, i vini dell'azienda presero la via del Sud America, dell'Asia, dell'Africa e dell'Oceania.

Valorizzare il territorio attraverso il vino

La terza sezione (1933-1945) vede ancora protagonista Michele che caduto il Proibizionismo, sfrutta il momento favorevole e il consolidarsi dei nuovi mercati. In Italia l'azienda si trova ad affrontare i problemi con il modello corporativo fascista, il regime di autarchia, l'affondamento del piroscafo Cesare Battisti impegnato nel trasporto del vino nelle colonie a causa delle rappresaglie inglesi per la conquista dell'Etiopia. Con lo scoppio della II Guerra Mondiale i collegamenti diventano difficili e rischiosi mentre la fase più drammatica arriva con i devastanti bombardamenti del 1943 e primi passi di una difficile ricostruzione nel dopoguerra. Se oggi l'Irpinia, il Greco di Tufo, il Fiano di Avellino e il Taurasi sono nella ristretta cerchia dei grandi territori e dei grandi vini italiani, lo si deve in grande parte al ruolo svolto negli ultimi tre secoli dalla famiglia Mastroberardino che lo ha saputo imporre a livello internazionale.

Il Mima, presentato durante questa edizione di Vinitaly, con i suoi documenti e le sue ricostruzioni storiche, è uno spaccato non solo dell'azienda, ma è un omaggio alla migliore tradizione e alla vocazione alla qualità della terra irpina.

a cura di Andrea Gabbrielli

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