Kotaro Noda racconta il cibo di strada tra Italia e Giappone. Il film

9 Feb 2019, 15:30 | a cura di
La Strada. Dove il gusto resiste è un racconto che si snoda per le strade di tre città che hanno segnato la vita di Kotaro Noda: Tokyo, Firenze e Roma. Alla scoperta di un cibo identitario che riscrive continuamente la tradizione.

La strada come luogo di incontro

C'è una mostra da non perdere, al MAXXI di Roma. La Strada. Dove si crea il mondo riunisce le opere di 140 artisti internazionali per raccontare lo spazio di condivisione e innovazione per eccellenza, in un percorso organizzato per temi che aiutano a comprendere le nuove funzioni e identità della strada contemporanea. Teatro di incontri, luogo di rottura, confine di scambio, set privilegiato della socialità, la strada diventa protagonista assoluta del percorso curato da Hou Hanru al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma. In questa narrazione trova spazio lo short-doc sul cibo identitario di strada – La strada. Dove il gusto resiste -  presentato in occasione dell'evento Nutrire la città. Oltre lo street food. La voce narrante è quella di Kotaro Noda: il suo essere cittadino del mondo, tra il Giappone -  dov'è nato -  e l'Italia - che l'ha accolto e adottato ormai 20 anni fa – ne fa la guida ideale per ripercorrere le strade di Tokyo, Firenze e Roma cogliendone l'identità più autentica.

Il film sul cibo di strada con Kotaro Noda

Ma con lo sguardo di chi ha scelto di lavorare col cibo, di chi si nutre di profumi e ricerca per le strade le radici di una cucina che nasce dalla storia di una città. Così Firenze è l'odore del lampredotto, Roma quello del fritto, Tokyo la città che lotta per conservare le sue tradizioni gastronomiche antiche, ereditate a propria volta dalla Cina. Oltre dieci minuti di racconto per immagini, suggestioni e parole per ribadire che il cibo di strada è il luogo di incontro tra territorio, cultura e alimentazione come dimostra l'esperienza di un cuoco che ha fatto dei suoi viaggi – e delle strade che ha incrociato sul suo cammino -  una fonte di ispirazione costante. Lui - che oggi guida un ristorante a Roma (Bistrot 64 al quartiere Flaminio) di cui è anche socio, e la cucina del ristorante italiano Faro, nel palazzo Shiseido di Tokyo – racconta la sua cucina come il frutto di tanti incontri, ma preferisce non parlare di fusion, “perché l'incontro tra culture gastronomiche diverse dà origine a una nuova tradizione”, che fa proprie le istanze della multiculturalità per creare nuove identità cosmopolite. È questo il senso più profondo del Rinascimento del cibo identitario di strada. Buona visione (per vedere la mostra al MAXXI c'è tempo fino al 28 aprile)!

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