Nel 1802 il viaggiatore spagnolo Don Manuel Alvarez Espriella visita lโInghilterra e la descrive attraverso le sue lettere, diventate in breve un classico della letteratura di viaggio. Tra diverse cose, parla anche dellโalimentazione degli inglesi โ quelli ricchi, si intende โ le cui tavole erano rifornite con prodotti provenienti da tutto il mondo. Oltre al caviale russo e ai prosciutti provenienti da Portogallo e Vestfalia Don Manuel cita anche diversi alimenti italiani: โSalsicce da Bologna, maccheroni da Napoli, olio da Firenze, olive dalla Francia, Italia o Spagna, a scelta, formaggio da Parmaโ. Al di lร di quello che si pensa comunemente, il cosiddetto โKm 0โ non รจ mai stato apprezzato da chi poteva permettersi cibi costosi e gli inglesi, con la loro gigantesca flotta navale, non erano da meno. Colpisce semmai la stabilitร di alcuni nostri prodotti che sono rimasti in cima alle preferenze allโestero: mortadelle bolognesi, pasta napoletana, olio toscano e formaggio parmigiano.
I celebri โmaccaroniโ godono di un primato di esportazione che risale almeno allโanno Mille, quando la Sicilia era sotto il dominio arabo. Giร allora esisteva una fiorente industria della pasta preparata con il grano duro e spedita in tutto il Mediterraneo. Secoli di commerci portarono i maccheroni in ogni angolo dโEuropa e poi negli Stati Uniti, anticipando le migrazioni di massa che vedranno milioni di Italiani solcare lโoceano a partire dalla seconda metร dellโOttocento.
Se avete risposto: pasta cotta mezzโora e usata come contorno a un piatto di carne, avete ragione, era esattamente cosรฌ. Il risvolto divertente รจ che in buona parte succedeva la stessa cosa anche in Italia e nessuno ci trovava (allora) niente da dire. Dโaltronde la prima ricetta di pasta che viene pubblicata in Italia nel Medioevo, la โTria genoveseโ, consiglia di โservirla con capponi, con uova e qualunque tipo di carneโ. Se si esclude la pasta in brodo, al forno e la pastasciutta โ che conoscerร un successo formidabile solo molti anni dopo โ questo รจ stato uno dei modi tradizionali di mangiare la pasta sia in Italia che nel resto del mondo per diversi secoli.
Allโestero praticamente tutto poteva essere accompagnato dalla pasta: hamburger, polli lessi, stufatiโฆ Insomma, un poโ come facciamo ancora adesso con il cous-cous o con il riso. Tra questi piatti cโerano ovviamente anche le polpette. I primi che descrivono questo piatto sono gli inglesi, grazie a un cuoco singolare: Charles Elmรฉ Francatelli. Come si intuisce dal cognome, aveva origini familiari italiane, ma lui era nato e cresciuto a Londra, aveva studiato in Francia con Marie-Antoine Carรชme e infine era tornato a Londra finendo per diventare il capocuoco della regina Vittoria dal 1840 al 1842. Nel suo ricettario The Cook’s Guide and Housekeeper’s & Butler’s Assistant del 1861 inserisce una ricetta di โItalian polpettiโ composta da polpette fritte servite con contorno di maccheroni al formaggio.
Passano ventโanni e la ricetta dei maccheroni con le polpette sbarca in America. Lโautrice รจ Juliet Corson, unโistituzione per la cucina statunitense del tardo Ottocento, e la sua ricetta prevede che i maccheroni si facciano lessare nel brodo di maiale insieme a pomodori freschi e peperoncino per poi aggiungerli alle polpette fritte. Non si tratta perรฒ di un piatto italiano: secondo lโautrice รจ un tipico metodo spagnolo di servire i maccheroni. Insomma. la pastasciutta con le polpette fuori dal nostro paese compie i primi passi grazie a un inglese con formazione francese e a una ricetta spagnola pubblicata da unโamericana. Ancora nessun italiano allโorizzonte.
Siamo abituati a pensare che la cucina italiana sia arrivata negli Stati Uniti con i nostri emigrati, ma non รจ proprio cosรฌ. Quando i nostri avi sbarcarono a Nuova York si trovarono infatti di fronte un mondo che mangiava giร la pasta, anzi la produceva pure. Sรฌ, perchรฉ la pasta fresca allโuovo, le classiche tagliatelle, avevano attraversato lโOceano un paio di secoli prima, grazie ai tedeschi. In Germania, in particolare nella zona sud-occidentale del Baden-Wรผrttemberg, esisteva una forte tradizione di pasta allโuovo che in parte si รจ conservata ancora oggi. Le massaie emigrate fecero conoscere questo tipo di pasta agli statunitensi che la identificarono come una specialitร esclusivamente tedesca. Non รจ un caso, infatti, che la parola americana per indicare le tagliatelle sia โnoodleโ che deriva direttamente dal tedesco โnudelnโ. Anche gli emigrati italiani dovettero adeguarsi e, quando iniziarono a produrre pasta fresca (oltre ai maccheroni e ai vermicelli) furono costretti a usare il nome โGerman nudelnโ.
Lโarrivo di milioni di italiani a cavallo tra Otto e Novecento cambiรฒ la prospettiva sulle specialitร italiane e iniziรฒ lentamente a prendere forma una cucina ibrida. La pasta ovviamente โ tranne quella allโuovo โ era riconosciuta come un prodotto italiano e, strano a dirsi, anche le polpette erano considerate un nostro piatto tipico. Basta leggere lโintervista al divo di Hollywood per eccellenza (nonchรฉ italiano per eccellenza) Rodolfo Valentino sul โMacaroni Journalโ per rendersene conto: era il 1922, lโattore originario di Castellaneta dichiara che il suo pranzo perfetto รจ composto da spaghetti al sugo e polpette fritte servite con le patatine fritte. Nel frattempo, gli spaghetti con le polpette avevano giร subito unโevoluzione grazie al contatto con la cultura pastasciuttara dellโItalia Meridionale: sviluppi che avrebbe modificato i piatti in circolazione.
La prima ricetta moderna si intitola โBeef balls with spaghetti en casseroleโ e compare sul mensile โAmerican cookeryโ nel gennaio 1909. Gli elementi ci sono giร tutti: le polpette vengono fritte, poi fatte cuocere nella salsa di pomodoro con il peperoncino, infine vengono aggiunti gli spaghetti e una spolverata di Parmigiano. Una ricetta molto simile รจ riportata anche nel ricettario di Jack Cusimano, il primo autore italiano di cucina negli Stati Uniti: il suo โEconomical Italian Cook Bookโ del 1917 propone i โPulpetti a la Italieneโ. Si tratta di una classica ricetta di polpette aromatizzate con cipolla, prezzemolo, pecorino romano, da friggere e tirare al sugo di pomodoro con cui consiglia di condire la pasta.
Nella cucina italiana le polpette associate alla pasta di solito erano molto piรน piccole, usate per condire piatti tradizionali come gli spaghetti alla chitarra teramani o la pasta al forno. La versione americana era invece uno strano ibrido, ma nessuno poteva mettere in dubbio che fosse italiana, soprattutto dopo gli anni โ50. Dopo la Seconda guerra mondiale la nostra cucina stava raggiungendo una grande popolaritร negli Stati Uniti, tanto che vennero tradotti anche alcuni ricettari giร famosi nel nostro Paese, come il celebre Talismano della felicitร di Ada Boni. La versione americana del ricettario contiene perรฒ una sostanziale differenza: rispetto allโoriginale vengono inserite, non una, ma ben due ricette di โSpaghetti with meatballsโ che non appaiono nella versione italiana. Un vero e proprio falso storico per una ricetta che si avviava a essere inglobata a pieno titolo nella โcucina italiana in USAโ, o almeno nella sua emanazione italo-americana. Lโappropriazione culturale definitiva avviene infine con lโinserimento degli spaghetti con le polpette servite dallo chef Tony ai due protagonisti di Lilli e il Vagabondo della Disney, uscito nelle sale americane nel 1955: da quel momento in poi gli americani crederanno per sempre che gli spaghetti alle polpette siano un piatto italiano misteriosamente scomparso in patria, mentre gli italiani non capiranno mai dove sia nata quella specialitร cosรฌ famosa negli Stati Uniti.
L’articolo รจ stato pubblicato sul Mensile di settembre 2023
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