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Le Selvagge. Le uova delle galline che vivono nei boschi della Val Seriana

Il progetto Le Selvagge รจ nato da appena due mesi, in concomitanza con lโ€™emergenza sanitaria che ha colpito in modo particolarmente duro la Val Seriana. Questo non ha impedito allโ€™idea di prendere forma e anzi, le uova delle galline libere di razzolare nel bosco sono arrivate anche negli ospedali del territorio.

  • 29 Aprile, 2020

I boschi della Val Seriana

In Val Seriana convivono due anime. Lโ€™industrializzazione della valle bergamasca, circondata dalle Alpi Orobie, รจ iniziata in modo massivo e precoce sin dallโ€™Ottocento, trasformando radicalmente il volto del fondo valle e dei suoi insediamenti. Oggi, lโ€™area รจ riconosciuta tra i poli manifatturieri piรน produttivi dโ€™Italia. Ma questo, almeno nellโ€™alta valle, non ha cancellato la bellezza paesaggistica di un territorio alpino punteggiato di boschi e corsi dโ€™acqua, e attraversato da molti sentieri storici e mulattiere. Prima dellโ€™emergenza Covid pochi si interessavano delle sue sorti. Poi la rapida diffusione del contagio, con Bergamo tra gli sfortunati epicentri dellโ€™epidemia. E i dati particolarmente feroci relativi alla gestione dellโ€™emergenza nelle cittadine di Nembro e Alzano Lombardo, centri principali della bassa valle. Passata la bufera, le comunitร  che abitano il territorio porteranno traccia della tragedia per sempre. Ma nella Val Seriana che rivendica la propria operositร  e la sua vocazione turistica, proprio in concomitanza con le settimane piรน buie, ha visto la luce un progetto che della valorizzazione dellโ€™ecosistema naturale e del desiderio di rinsaldare il senso di comunitร  fa i suoi punti di forza.

Marco e Alessandro con le galline selvagge e un cesto di uova

Le Selvagge. Galline ovaiole libere

Le Selvagge รจ il sogno diventato realtร  di Marco Rossi e Alessandro Carrara. Le selvagge in questione sono le galline ovaiole di razza livornese che da un paio di mesi a questa parte razzolano allโ€™aperto nei boschi della Comunitร  Montana di Nembro, a 650 metri di altitudine. Circa un migliaio di animali, liberi di esplorare il sottobosco, tra faggi, robinie, castagni e pini, accuditi da Marco e Alessandro con il supporto di un veterinario e di un alimentarista, che si preoccupano di garantirne il benessere e bilanciare la loro alimentazione nel rispetto delle normative vigenti. La paternitร  dellโ€™idea spetta a Marco: โ€œSono stato ristoratore per ventโ€™anni, poi qualche anno fa ho iniziato a sviluppare format ristorativi replicabili, e lโ€™ultimo progetto, incentrato sulla valorizzazione dellโ€™uovo, mi ha portato a scoprire da vicino le realtร  avicole. Mi sono appassionato alla vita delle galline, ho visitato i progetti giร  in opera. E ho deciso di realizzare un mio progetto, che partisse dal rispetto per lโ€™animale, dove la qualitร  del prodotto finale รจ solo lโ€™apice di un impegno mirato a recuperare pratiche tradizionali e a valorizzare il territorio. Le nostre galline amano appollaiarsi sugli alberi, fare le buche, razzolare in libertร โ€.

Il pollaio nel bosco, visto dall'alto

Etica del cibo, ambiente e tecnologia

Rispetto per lโ€™ambiente ed etica del cibo sono quindi le parole dโ€™ordine di unโ€™avventura che non puรฒ prescindere dallโ€™innovazione tecnologica: โ€œIn primis per rispettare le norme che autorizzano il commercio delle uova, che per essere vendute devono essere deposte allโ€™interno del pollaio e poi imballate in una struttura dedicata. Ma soprattutto per avere un controllo accurato dello stato di salute delle galline, con il supporto di un centro di ricercaโ€. Tutto questo si รจ tradotto nellโ€™utilizzo di anellini RFID (innocui per lโ€™animale), applicati alla zampa di ogni gallina, per ricevere in tempo reale feedback sulle sue condizioni e sulle eventuali necessitร . Ma lโ€™investimento iniziale โ€“ importante, per la necessitร  di portare acqua ed elettricitร  โ€“ รจ servito anche a realizzare la struttura nel pieno rispetto del bosco: โ€œSiamo sul territorio della comunitร  montana, ma avevamo bisogno di recintare il terreno per proteggerci dai predatori del bosco. Abbiamo realizzato strutture a basso impatto e un bel pollaio in legno di larice, oltre alla struttura che speriamo possa presto diventare un luogo di accoglienza al pubblico: siamo sul percorso di tre bellissimi sentieri, vorremmo che la gente arrivasse fin qui per scoprirci, acquistare le uova, fermarsi a fare merenda con uno zabaione e qualcosa di frugale realizzato con le nostre uova. รˆ qualcosa che succederร  in futuro, ma lโ€™ho immaginato cosรฌ dallโ€™inizioโ€.

Galline selvagge della Val Seriana

Le uova selvagge che aiutano la comunitร 

Vivere alla giornata, del resto, si รจ rivelata lโ€™unica strada percorribile per affrontare un momento di grande difficoltร  emotiva, oltre che imprenditoriale e sociale: โ€œNoi siamo stati fortunati, abbiamo fatto il primo accasamento il 27 febbraio, ci siamo ritrovati ad avviare il progetto nel pieno dellโ€™emergenza. E abbiamo pensato di sostenere la comunitร : le prime 15mila uova le abbiamo donate alla Caritas e ai centri di assistenza che operano sul territorio. Poi ci ha chiamato Enrico Cerea, per rifornire la cucina da campo allestita a Bergamo per sostenere lโ€™ospedale. E cosรฌ, tramite passaparola, abbiamo anche avuto modo di farci conoscere e apprezzare. Lโ€™idea di supportare la comunitร  con i nostri prodotti era nei piani sin dallโ€™inizio, quale momento migliore per farlo?โ€. Da una decina di giorni appena le uova de Le Selvagge sono anche in commercio, solo in ambito locale (di ordinazioni a distanza รจ prematuro parlare, mentre la certificazione CE รจ appena arrivata, e consentirร  presto di rifornire le botteghe del territorio): โ€œLe consegniamo a domicilio, in sacchetti da pane riempiti con fieno di montagna e foglietto che illustra le proprietร  nutrizionali di un prodotto etico e di qualitร . Un uovo costa 50 centesimi, e lโ€™obiettivo รจ quello di effettuare la consegna entro 48 ore dalla deposizioneโ€.

Ogni mattina le galline depongono nel pollaio, poi si muovono libere in uno spazio di circa 8mila metri quadri. Ma il terreno a disposizione copre 9 ettari, e quando la situazione rientrerร  nella normalitร  lโ€™invito รจ quello di spingersi a conoscere Le Selvagge, visitare il punto vendita giร  pronto, concedersi del tempo per capire: โ€œI sentieri che portano sin qui sono adatti a tutti, noi stiamo lavorando con grande semplicitร  per generare un cambiamento da condividere con tutta la comunitร . Crediamo nella forza di unโ€™agricoltura consapevole, sostenibile, che abbia impatto nel socialeโ€.

www.leselvagge.it

 

a cura di Livia Montagnoli

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