Notizie / Ristoranti / Madrid Fusión 2023. I temi del congresso

Ristoranti

Madrid Fusión 2023. I temi del congresso

Non più solo innovazioni tecniche, ma anche scoperte, riflessioni, sguardi verso cucine remote. Madrid Fusión 2023: ecco cosa è successo

  • 27 Gennaio, 2023

Esplorare i limiti: con questo obiettivo si sono dipanate, ponencia dopo ponencia, le tre giornate di Madrid Fusión 2023. Quest’anno declinate sul temaĀ Sin LĆ­mites-No Limits. Con la voglia di varcare confini, superare barriere e ostacoli in direzioni diverse, mescolare stili, prodotti, riflessioni e ispirazioni, guardare al futuro e frugare nel passato remoto, riconquistare pratiche arcaiche e costruire nuovi processi tecnici, senza complessi ma con il genuino entusiasmo che da questa parte del mondo si respira in cucina, in una Spagna in cui la ristorazione viene presa molto sul serio ma sempre con poca prosopopea.Ā L’edizione numero 21, riconquistato il suo posto consueto nel calendario, ha segnato oltre 21mila visitatori (25% in più rispetto al 2022), oltre 1200 giornalisti da tutto il mondo, sale spesso (non sempre) affollate.Ā Con i grandi – i Roca Brothers, Andoni Luis Aduriz e compagnia cucinando – a fare da traino, presenza fedele di un congresso di cui si sentono parte attiva. Un evento capace da sempre di indicare traiettorie future, comprendendo al contempo come queste traiettorie, dopo oltre 20 anni, portano verso nuove direzioni. Non c’ĆØ più la ricerca e basta, anche se non mancano scoperte sorprendenti, perchĆ© quella stagione si ĆØ evoluta in altro. Passati i tempi del molecolare spinto, del tecno-emozionale, dell’approdo in Europa della cucina sudamericana, della rivoluzione nordica e della svolta green, i congressi sono sempre più diffusori di istanze centrifughe. L’effetto wow ĆØ stato sostituito da un’indagine verso i quattro angoli del mondo gastronomico. In senso geografico e non solo.

Massimiliano Alajmo

Massimiliano Alajmo

Con una tappa italiana, affidata a quelĀ Massimiliano Alajmo, il golden boy della cucina italiana che ha conquistato il successo cosƬ giovane che adesso – neanche cinquantenne – quasi pare un veterano. Per la prima volta sul palco di Madrid, racconta di un modo di fare cucina semplice eppure sempre sorprendente, dove protagonista assoluto ĆØ il prodotto, insieme alla parte invisibile: l’emozione, quella suscitata e quella privata da lui stesso, nel suo omaggio a un amico scomparso troppo presto, gran musicista e gran torrefattore, Gianni Frasi. Lo fa attraverso la pasta pummarola e caffĆØ, due simboli partenopei uniti da un errore poi perseguito con sensibilitĆ  e convinzione a Le Calandre (Sarmeola Rubano). Con la pasta cotta in acqua e distillato di caffĆØ e poi condita con salsa di pomodoro molto ristretta, parmigiano con polvere di caffĆØ e parmigiano affumicato, e un sottofondo blues. “Cerchiamo la vicinanza con i commensali e un rapporto sincero. Un rapporto intimo con l’arte e la musica, dove la massima ĆØ trattare i clienti e il cibo con rispetto“. ƈ Alessandro Alajmo, tra gli ospiti della prima giornata di Madrid Fusión 2023. Di seguito i temi più interessanti.

Madrid Fusión 2023. Il ruolo della creatività

Non più orientato esclusivamente alle conquiste tecniche, Madrid Fusión non smette di parlare di innovazione. E lo fa sin dal primo appuntamento, quello con Andoni Luis Aduriz (Mugaritz, Gipuzkoa) che per la prima volta inaugura il congresso, parlando di creativitĆ  che – spiega –Ā ā€œnon ĆØ impazzire, ĆØ prestare attenzioneā€. L’osservazione consapevole, dunque, ne ĆØ la base, alimentata poi con pazienza, tenacia e perseveranza, nonostante gli errori, inevitabili, che talvolta portano a risultati “terribili”.

andoni luis aduriz

Andoni Luis Aduriz

CosƬ Aduriz ragiona sui meccanismi che regolano la creativitĆ  – novello Bruno Munari – i processi mentali e i passaggi necessari per svilupparla, in una ponencia che ĆØ un distillato di teoria e riflessione, in cui elogia la normalitĆ  –“in un mondo cosƬ cacofonico e sovrastimolato, la mossa più innocente ĆØ rivoluzionariaā€ – apre la “scatola dei trucchi” dove nascono le idee e i nuovi menu, ma non manca di raccontare i 25 anni del Mugaritz, tutti in direzione ostinata e contraria, con la provocazione come strumento di interazione con i commensali. Un quarto di secolo festeggiato con un menu (nessun greatest hits, qui!) Ā he segue il filo conduttore della memoria come elemento infido e il concetto del tiepido in una societĆ  estremamente polarizzata.Ā A proposito di ragionamenti, merita più di una riflessione quello di Quique Dacosta (Quique Dacosta Restaurante, Denis) sul ruolo della bellezza in cucina, se e come condiziona la percezione dei piatti, o induce i sapori. In sintesi: i piatti belli sono più buoni?

angel leon

Ángel León

A dare una zampata potente in termini di scoperte ci pensa Ɓngel León. Per una volta ha spostato l’obiettivo della sua ricerca dal mare con suoi paesaggi più misteriosi, per concentrarsi sulla cucina e su quel che resta a fine giornata. In un posto come Aponiente, che lavora 10.000 chili di pesce l’anno, gli scarti ammontavano a quasi 2.500 chili. Un quantitativo enorme da smaltire, ma anche un potenziale da impiegare, nell’ottica del no waste, che nella ricetta di Ɓngel León significa trovare un impiego a pelle, interiora, occhi, squame. Parrebbe nulla di nuovo se non fosse la coerenza e la portata innovativa di un lavoro condotto silenziosamente negli ultimi due anni. Occorreva trovare il modo di inserire questi elementi in un menu giĆ  completo, tranne che per i dessert. Con la complicitĆ  del pastry chef David Gil – “un maestro, un genioā€ – ha lavorato con le pelli dei pesci: branzino, murena, orata e pesce azzurro, fino a sviluppare una tecnica per eliminare completamente il sapore del pesce con una proteina del latte. Essiccate, cotte in olio e poi farcite con crema, diventano una sorta di cannolo, marinate e cotte nel burro una fetta di gelato al bacon di mare. Dalle squame di pesce nasce una torta che si scioglie in bocca, sorta di “mochi di mare” con latte e cannella, “con una spettacolare consistenza croccante insieme al gelato di soia. Una ricetta meravigliosa che lascerĆ  a bocca aperta“, la ricerca continua, per esempio sulle scaglie di triglia, base di una spugna congelata con bottarga di muggine. Parti di calamaretti puntilla diventano la base per il “millefoglie di calamari con crema al burro”, che richiama una torta di Puerto de Santa MarĆ­a. Presentata al buio, perchĆ© i calamari hanno anche una proprietĆ  luminescente, “una bella qualitĆ  dei loro enzimi“. CosƬ LeónĀ riesce a ricreare la magia del 2017, quando presentò dei microrganismi subacquei che emettevano un alone luminoso, quasi delle lucciole di mare. Usata per “20.000 lingue sotto i mari”, omaggio a Verne, gelato alla mandorla con la proteina del calamaro luminescente. Gli occhi del pesce, puliti e asciugati, si trasformano in scoppiettanti popcorn di mare, che non sanno di pesce, ma di popcorn. Poi ci sono caramello con collagene di pesce, crostate di granchio di mare e dolci gommosi di alghe invasive, come dessert per la nuova stagione. La lista ĆØ lunga, la meraviglia infinita.

Oriol Castro e Eduard Xatruch disfrutar

Oriol Castro e Eduard Xatruch

Parlando di ricerca ci sono tre nomi sempre in prima linea, e sono quelli di Mateu CasaƱas, Oriol Castro e Eduard Xatruch, i tre ragazzacci del DisfrutarĀ di Barcellona che continuano a tirare fuori dal cappello nuove stupefacenti scoperte che diventano piatti sempre godibili, divertenti, coerenti. Oltre 800 in meno di 10 anni, ordinatamente catalogati in volumi che sono un vero sunto della creativitĆ  dell’ultimo decennio. Tornano sul palco di Madrid Fusión con uno dei loro strumenti più amati: Ocoo, il macchinario coreano che consente cotture a temperatura e pressione controllate; impiegato per le uova nere e per molte altre preparazioni. In questa circostanza presentano il risultato degli esperimenti sui cavolfiori e le mele, i loro cambiamenti organolettici a intervalli di ore, giorni e mesi (3 nel caso della mela). Portando gli esperimenti fino ai limiti: dopo un certo periodo di tempo, la caramellizzazione degli zuccheri cambia ai prodotti colore e struttura, fino a dare una testura cremosa, sorprendente. Un’altra scoperta che si aggiunge alle evoluzioni con koji, microonde e amilopectina.

i fratelli roca

i fratelli Roca

A proposito di scoperte tecniche, risale a circa 20 anni fa quella che ha consentito aĀ Joan, Josep e JordiĀ RocaĀ (El Celler de Can Roca, Girona)Ā di mettere nel piatto il sapore della terra – in senso letterale – distillando argilla, granito, calcare, con l’idea di condensare le emozioni che affluiscono in certi contesti, racchiudere il paesaggio, mentre nel tempo, lavorando di concerto con il botanico Evarist March, sono nati oltre 150 prodotti (grazie a fermentazioni, macerazioni e distillazioni) usati a El Celler de Can Roca. Oggi quell’invenzione ormai storica può essere alla portata di tutti, con il progetto Esperit Roca, che completa l’idea di cucina liquida cui El Celler de Can Roca lavora dal 1998.

piatto pedrito SƔnchez BagƔ

Un piatto di Pedrito SƔnchez

Da 2 a 300 senza soluzione di continuitĆ 

Sul palco della fiera di Madrid c’ĆØ una sola regola: nessuna regola, a partire dalla composizione dei piatti, lo stile, l’elaborazione, la ricchezza. Parlando di ingredienti, per esempio, il numero non conta: si va da 2 a più di 300. Da una parte Pedrito SĆ”nchez (BagĆ”, JaĆ©n) che accoglie la sfida di realizzare piatti di alta cucina con due soli ingredienti, sfida che in Italia si può dire raccolta e vinta ormai da tempo (basta provare certi piatti di Romito per credere, e non ĆØ l’unico). Essenziale, nel numero dei prodotti spesso di uso quotidiano, come nelle dimensioni del ristorante, tra i più piccoli e affascinanti del mondo. Sua l’ortiguilla (i capelli di Venere), con lardo e oloroso. Less is more, diceva qualcuno. Ma giocando con la complessitĆ  consistenze e temperature, aggiunge lui.

dabid munoz

Dabid MuƱoz

Al polo opposto il bad boyĀ Dabid MuƱoz, irrequieto, insaziabile, barocco, uno che fa un menu degustazione con oltre 300 ingredienti, di cui il 95% spagnoli – ā€œderiva dal fatto che abbiamo viaggiato molto” dice – obbligando i commensali a maratone gastronomiche che paiono non finire mai, nel tempo, come nell’elenco infinito di sapori, consistenze, suggestioni. “Le mie ricette sono una torre di Babele con un mix di molti elementi“. Esuberante come lo ĆØ la sua presenza a Madrid, con StreeXo appena riaperto nella nuova sede a pochi passi dalla vecchia, pochi mesi dopo l’inaugurazione di RavioXo e con l’imminente trasferimento di DiverXo. Al grido di “All’avanguardia o morte”, MuƱoz ā€œha la capacitĆ  di mescolare le ricette in un menu come CortĆ”zar mescola i capitoli del suo romanzo Rayuelaā€, ha detto JosĆ© Carlos Capel, presidente di Madrid Fusión. “Queste ricette sono storie autoconclusive e indipendenti, e possono essere scambiate nel menu condiviso. Un menu ĆØ come un’opera lirica in cui ĆØ difficile dire quali strumenti vengono suonati in ogni momento”.

Takayoshi Watanabe

Takayoshi Watanabe

Pesce: da quello di mare a quello di acqua dolce

Spagna significa (anche ma non solo) cucina di pesce e grandi prodotti – acciughe e percebes su tutti – ma anche cultura marinara. Quella dei pescatori con le loro tecniche tradizionali, per esempio “l’encesa”, che risale a mille anni fa, quando veniva utilizzata sulle scogliere della Marina Alta di Alicante: si scendeva la scogliera su scale di legno instabili fino al mare, con una luce si attiravano i pesci. Lo racconta Alberto Ferruz (BonAmb) parlando di “cucina ispirata dalla luceā€, che rielabora in piatti di pesce con erbe che crescono vicino alle scogliere. Aitor Arregi di Elkano, a Getaria, una delle grandi insegne di pesce di Spagna, vuole accendere i riflettori sul rischio che corre il settore della pesca in Spagna, per questo, con Pablo Vicari (suo socio di Cataria, a Chiclana de la Frontera), hanno portato sul palco i loro pescatori di Getaria e Cadice, perchĆ©, spiega “Con la nostra cucina spieghiamo non solo un territorio, ma anche un modo di essere“. Di pesca, rispetto delle stagioni e di sfruttare al massimo quello che offre il mercato, piegando a esso il menu (e non il contrario) hanno parlato anche Diego Murciego (Desde 1911, Madrid) che offre una carta diversa ogni giorno, realizzata in poche ore con quanto offerto dai mercati ittici spagnoli, e Carlos del Portillo (Bistronómika, Madrid), che lavora quotidianamente sulla stagionalitĆ , la provenienza, lai maturazione e i tagli del pesce.

IvƔn Domƭnguez

IvƔn Domƭnguez

A proposito di cucina di mare, c’ĆØ anche il galiziano IvĆ”n DomĆ­nguez (Nado, A CoruƱa) che illustra le applicazioni dell’acqua di mare – ingrediente esso stesso – capace di modificare consistenze, dare compattezza, forza e sapore, mediante tecniche familiari come stagionatura, dissalatura, cottura. Mentre di pesce, tecnica e show racconta la ponencia di Takayoshi Watanabe (Teruzushi, Fukuoka, Japan) che ha creato un personaggio con le sue pose e i gesti teatrali: il suo ristorante ĆØ in una prefettura remota. I migliori prodotti i migliori coltelli una tecnica perfetta non sarebbero bastati ad attirare clienti. Potere della comunicazione.

Rodrigo Castelo

Un piatto di Rodrigo Castelo

Ma per una volta – ed ĆØ una vera raritĆ  in congressi del genere – si parla di alta cucina di fiume. ƈ quella di Rodrigo Castelo (Taberna Ɠ BalcĆ£o, Santarem, un’ora a nord di Lisbona, sulle rive del fiume Tago), chef portoghese che punta tutto sul recupero di prodotti poco considerati, a partire dal pesce di acqua dolce. Ben 17 specie provenienti dal Tago e dai suoi affluenti, quelle trattate al suo Taberna Ɠ BalcĆ£o: marinate, affumicate, stagionate, quasi mai fresche: ā€œil pesce di fiume ha un sapore molto caratteristico che non piaceā€. Tra questi, ci sono pesci predatori e specie invasive che invita a consumare per ristabilire un equilibrio con le specie indigene e che hanno valori nutrizionali molto interessanti come il pesce gatto (introdotto dall’uomo per la pesca sportiva) che prepara cotto a bassa temperatura, con pilpil e ceci; ci sono poi le sardine di fiume, il barbo la cui ventresca, spiega, ricorda quella del tonno, e poi ancora carpa, anguilla. Un lavoro cosƬ focalizzato sui pesci di acqua dolce, ĆØ raro, in Europa, anche se in Italia non mancano esempi virtuosi, come quello dei fratelli Serva a La Trota di Rivodutri o di Marco Sacco al Piccolo Lago a Verbania).

Konstantin Filippou

Un piatto di Konstantin Filippou

Konstantin Filippou (Konstantin Filippou, Austria), mixa invece pesci di provenienza diversa: un men dalla doppia anima per il cuoco con un ā€œdoppio cuoreā€: austriaco e greco. Nei suoi piatti carpa Amur, trota salmonata, pesce gatto, pesce siluro, luccio, gamberi, sardine, cozze: un mĆ©lange unico di sapori mediterranei e austriaci. A sorpresa, poi, anche Dabid MuƱoz, nel suo degustazione labirintico include un pesce di acqua dolce: la trota dei Pirenei, maturata per 45 giorni, in omaggio alla tecnica nipponica di sushi con pesce stagionato (come mostrato proprio a Madrid Fusión da Koji Kimura nel 2020). Cotta al vapore e servita a circa 20 gradi in una sorta di sushi, la testa usata per una di chupe, tipica zuppa dei Pirenei con arancia, latte e una grattugiata di trota, come fosse una bottarga. Mentre la pancia si unisce a granchi, ovviamente di fiume, e wasabi.

Poul Andrias Ziska piatto

Un piatto di Poul Andrias Ziska

Madrid Fusión 2023. Verso i confini del mondo

Latitudini, altitudini, lontananze geografiche o solo gastronomiche. Madrid Fusión 2023 ĆØ stato anche questo: l’esaltazione del remoto. Dall’estremo nord di Poul Andrias Ziska, che in estate diventa ancora più estremo, agli oltre 3500 metri di altitudine delle Ande Peruviane di Mill di Virgilio MartĆ­nez, PĆ­a León e Malena MartĆ­nez, ai boschi della Svezia di Nicolai Tram e del suo Knystaforsen, passando al Ruanda di Dieuveil Malonga di Meza Malonga Lab, a Kigali, e al piccolo principato di Andorra dove Francis Paniego, Jordi Grau e Pol Contreras hanno dato vita a Ibaya: Madrid Fusión ha fatto una panoramica dei ristoranti fuori dalle coordinate più battute, arrivando fino ai più remoti del mondo. Un omaggio a chi ha deciso di uscire dalle traiettorie consuete, spesso rimanendo pervicacemente nella propria terra. Dove l’ambiente circostante diventa parte dell’esperienza gastronomica. E la filosofia di cucina un tutt’uno con l’approccio da naturalista, botanico, antropologo.

Virgilio Martínez, Pía León e Malena Martínez.

Virgilio Martínez, Pía León e Malena Martínez

L’esempio più evidente ĆØ Mil, cosƬ strettamente connesso a Mater Iniciativa, centro di raccolta, ricerca e catalogazione dei prodotti indigeni del Perù, progetto che prevede anche la tutela delle comunitĆ  locali, la valorizzazione umana e sociale. A Mil, ĆØ andato il premio Cocina sin LĆ­mites. Il merito va all’impegno per il territorio, la biodivesitĆ  e le comunitĆ  indigene che nei 5 anni di vita del progetto ĆØ sempre cresciuto: “Abbiamo imparato a creare legami e fiducia. Questo compito orizzontale ĆØ diverso, perchĆ© valutiamo ogni persona come un individuo”, hanno spiegato Virgilio MartĆ­nez, PĆ­a León e Malena MartĆ­nez. Alimentando un sistema gastronomico che si muove dalle Ande all’Amazzonia, analizzando, catalogando, preservando e infine portando nei piatti prodotti locali. Forzando al massimo per carpire le potenzialitĆ  di alcune materie prime, come per il frutto del cacao su cui lavorano da 5 anni per scoprire come impiegarne ogni parte.

Poul Andrias Ziska

Poul Andrias Ziska

A proposito di aree remote, difficile immaginarne una più isolata delle Isole Faroe, eppure Poul Andrias Ziska c’ĆØ riuscito, portando in estate il suo Koks fino in Groenlandia, in un centro abitato da 50 anime, raggiungibile in barca oppure in elicottero (vi ricorda qualcosa?). Il suo mantra ĆØ vivere e cucinare l’ambiente circostante, in una cucina montata all’esterno del ristorante, accanto alla sala da pranzo. Usando prodotti super locali: pesci appena pescati (in senso letterale), alghe, granchi delle nevi artiche, muschio, bacche, erbe, con l’ausilio fondamentale di fermentazioni, processi di maturazione e conserve.

Nicolai Tram

Nicalai Tran

Non molto diverso – seppur in un altro habitat – il lavoro di NicolaiĀ Tram (Knystaforsen, Svezia), ristorante isolato nella foresta svedese, che alimenta una dispensa autarchica e completamente locale:Ā cipolle, porri, licheni, addirittura fieno, tante materie prime a centimetro zero arrostite sul fuoco vivo, affumicate, talvolta bruciate. Una cucina-ecosistema dal modello arcaico: ricerca dei prodotti nell’ambiente circostante e cottura sul fuoco all’aperto,Ā ma con conoscenza e cura moderne, a partire dalla scelta del legno, della brace, del fuoco. A cui Tram tributa il suo omaggio: non solo perchĆ© rende il cibo più buono, ma “perchĆ© siamo ciò che siamo grazie al fuoco.Ā Il fuoco ĆØ stato l’inizio di tutto“.

Dieuveil Malonga

Non cosƬ distanti, ma di certo decisamente periferici Dieuveil Malonga (Meza Malonga Lab, Kigali, Ruanda) e Francis Paniego (Ibaya Sport Hotels, Soldeu, Andorra). Il primo vogliamo vederlo come uno dei pionieri di una emergente cucina panafricana contemporanea che, siamo certi, entrerĆ  nei radar Ā gourmet negli anni a venire. Anche grazie al suo progetto sociale Chefs in Africa, con il quale Malonga si ĆØ impegnato a promuovere i nuovi assi culinari del continente, e che conta giĆ  oltre 4.000 chef associati in tutto il continente africano. A Madrid Fusión 2023 porta l’evoluzione delle tecniche di cucina africane dove suggestioni tribali – Masai, Bantu e Zulu – e tecniche contemporanee creano un connubio inedito, splendente. Foriero di grandi sorprese.

Francis PaniegoĀ e Jordi Grau

Più vicina, ma poco nota anche la cucina di Andorra interpretata da Francis PaniegoĀ e Jordi Grau all’Ibaya di Soldeu. Un luogo cosƬ vicino eppure cosƬ poco conosciuto, stretto tra le montagne che lo intrappolano, proteggendolo al contempo e stimolando un’identitĆ  culinaria “grazie a un territorio con ecosistemi propri e dove accadono cose magiche“, ha detto Paniego che di questa terra si fa cantore, raccontandone laĀ storia, i prodotti e i piatti più tradizionali, invitando a scoprirne la bellezza.Ā “Vogliamo evidenziare l’esplosione di vita che si verifica ad Andorra con il disgelo“, ha aggiunto Grau.Ā Un nuovo confine da varcare una terra da scoprire, un limite da superare.

a cura di Antonella De Santis

Corsi per Appassionati

Corsi per Professionisti

University

Master

Ā© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Ā© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati