Wine Mania รจ il tema dato che suggerisce di affrontare l’argomento con l’approccio scanzonato che meritano pronostici (e auspici) sulle tendenze destinate a โrivoluzionareโ le nostre abitudini di consumo. Nel caso specifico, lo studio condotto da Espresso Communicationย per Vitavigor coinvolgendo 40 esperti tra sommelier e wine blogger italiani mira a inquadrare – in modo un po’ confuso e funzionale all’obiettivo commerciale dell’analisi, ma comunque indicando linee da approfondire –ย il nostro rapporto col vino, partendo dall’analisi dei trend di consumo internazionali per interpellare direttamente figure di riferimento del settore capaci di suggerire (anticipare?) cosa e come berremo nei prossimi mesi, cominciando dalla tavola delle feste. Un racconto scandito da 10 punti che scandagliano il mercato enologico, tra curiositร inaspettate, evoluzioni del gusto e orientamenti diffusi su scala globale, responsabili del successo di nuove nicchie produttive.
Un vino vegano รจ il frutto di un processo produttivo che non prevede interazioni di derivazione animale, in vigneto e in cantina. Dunque niente coadiuvanti di derivazione animale solitamente usati per chiarificare o purificare il vino: al bando albumina, caseina, colla di pesce e gelatine animali. Ma il divieto, volendo essere piรน pedissequi, รจ esteso anche a colle, inchiostri e lubrificanti di origine animale usati in fase di etichettatura e confezionamento del prodotto. E, precisazione scontata, l’etichetta non deve suggerire abbinamenti con pietanze di origine animale. Quanto realmente l’etica vegana sia in grado di influenzare l’approccio di un bevitore al vino รจ ancora da dimostrare; di sicuro, quella che รจ una nicchia di mercato in costante ascesa inizia a determinare le scelte della grande distribuzione. E cosรฌ, solo qualche giorno fa, il colosso britannico Marks&Spencer ha annunciato che entro il 2022 sugli scaffali dei suoi supermercati si troveranno esclusivamente vini vegani. Dietro la decisione, spiegano i vertici dell’azienda, c’รจ l’osservazione attenta della filiera produttiva, e di come stia evolvendo verso scelte vegan friendly anche nelle aree piรน tradizionaliste, come la Francia e la Spagna. In Italia, invece, le regioni piรน attente al mercato dei vini vegani sono Toscana, Abruzzo e Piemonte.
Grande bevibilitร e una produzione sempre piรน versatile e orientata alla qualitร fanno dei โnuoviโ vini rosati un segmento di sicuro interesse per il settore ho.re.ca., superando gli stereotipi che in passato hanno limitato l’apprezzamento da parte di un pubblico di bevitori eterogeneo. Lo conferma il sondaggio, lo raccontavamo noi ad agosto, con l’approfondimento di Stefania Annese sul nostro mensile (qui un estratto)
I vini a basso grado alcolico, di gradazione compresa tra i 6 e gli 8,5, rappresentano un mercato potenzialmente molto appetibile, perchรฉ avvicinano al mondo del vino anche i giovanissimi. A determinare la crescita del segmento, inoltre, c’รจ l’aumentata consapevolezza di un consumatore attento agli effetti di cibo e alcol sulla sua salute. E, non ultime, normative sul consumo di alcol sempre piรน stringenti.
Non proprio una novitร , anzi una moda ormai sdoganata. I vini naturali, prodotti senza il ricorso a chimica di sintesi in vigna e cantina e secondo i dettami dell’agricoltura biologica, piacciono molto a un pubblico trasversale e conquistano i cataloghi di enoteche e wine bar attenti alle piccole produzioni responsabili e sostenibili. Attenzione perรฒ a non cadere nella trappola del naturale รจ buono. Un vino organico รจ buono se รจ ben fatto. Fortunatamente, dopo la prima ondata di tendenza, sono sempre piรน numerose le realtร che lavorano sul naturale in modo rigoroso e decisamente apprezzabile.
Con questa voce entriamo nel campo delle curiositร che fanno subito pensare allo scherzo. E invece i vini prodotti con cannabis organica e uve fermentate con metodo biodinamico esistono, e sono richiesti per le loro proprietร benefiche. Peraltro, il primo โvinoโ alla canapa prodotto in Europa, ormai un paio d’anni fa, fu lanciato sul mercato da una cantina italiana, in collaborazione con un’azienda marchigiana che coltiva canapa a fini tessili e alimentari. In California, invece, tra i vigneti della Napa Valley, il mercato si sta velocemente diversificando. Tra le ultime invenzioni, gli spumanti brut e i vini rosรฉ a base di Pinot Noir miscelato con delta 8 THC e cannibidiolo, da canapa artigianale biologica. Prodotto commercializzato come bevanda frizzante, dal momento che la normativa vigente non riconosce la bevanda come vino. Le prospettive per il futuro? In America, dice l’ultimo rapporto in merito, le vendite di bevande alla cannabis sono destinate a superare il miliardo di dollari entro quattro anni, grazie a una regolamentazione piรน permissiva che attira maggiori innovazioni e investimenti. Diversa la situazione da questa parte dell’Atlantico. Ma chissร …
Mangi al ristorante, ma porti con te la bottiglia di vino che preferisci. La tendenza โ comunemente detta diritto di tappo – รจ giร piuttosto radicata in diversi mercati internazionali, con la complicitร di ristoratori che sposano l’iniziativa, fornendo al cliente strumenti e un servizio professionale per degustare al meglio il vino portato da casa. Un servizio che in molti casi prevede il pagamento di una โcork feeโ per la stappatura, che puรฒ raggiungere anche cifre molto elevate, secondo il contesto: la media americana di 15-20 dollari, raggiunge alla tavola newyorkese di Per Se i 150 dollari a bottiglia. Anche in Italia, dove in diritto di tappo costa in media 10 euro, aumentano costantemente i locali che accettano la pratica.
Il mercato italiano รจ decisamente restio, ma Business Insider segnala che negli Stati Uniti il 28% dei millennial preferisce bere vino in lattina, per questioni economiche e pratiche, magari comodamente seduti sul divano di casa per animare una serata tra amici. E infatti una ricerca di CNBC stima per il mercato dei canned wine un business da 45 milioni di dollari. E anche le star di Hollywood non sono esenti al richiamo della nuova moda: Francis Ford Coppola, grande appassionato di vino, ora commercializza i vini della sua Diamond Collection anche in lattina.
Nuovamente un trend ben definito e in auge da diversi anni. Ma il mercato degli orange wine, ottenuti tramite prolungata macerazione sulle bucce di uve bianche, sembra destinato a crescere ancora. Non a caso, il 2020 sarร anche l’anno del debutto dei vini arancioni al Vinitaly. Dall’altra parte dell’oceano qualcuno giustifica il successo di vini sicuramente non facili da apprezzare per la loro spiccata aciditร con il desiderio, diffuso soprattutto tra i piรน giovani, di scoprire un vino โesperienzialeโ, che sia differente al punto da essere โscioccanteโ. I risultati si apprezzano nelle vendite: nell’ultimo anno, Astor Wines (tra i piรน grandi e importanti rivenditori di vino di New York) ha visto crescere la richiesta di orange wine in modo esponenziale. E cosรฌ ha ampliato il suo catalogo fino a comprendere 24 diverse etichette che raccontano il mondo โarancioneโ.
Due punti in uno, a proposito dei vini piรน apprezzati dai consumatori nel mondo. L’analisi di Espresso Communication, piuttosto nebuloso su questi punti, si concentra su due prodotti: i bianchi Riesling di area tedesca, e il rosso francese Cabernet Franc, caratterizzato dall’intensitร di note fruttate e mineralitร . Mentre i Riesling continuano a riscontrare maggior successo all’estero, il Cabernet Franc comincia e farsi strada anche entro i confini italiani, con un rinnovato interesse che coinvolge soprattutto le produzioni sulla costa toscana.
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