Il virus non si trasmette nel vino. A spiegare il concetto รจ intervenuta anche Assoenologi: โLa sopravvivenza del virus nel vino appare impossibileโ ha ribadito l’associazione egli enologi dopo essersi confrontata con la comunitร medica โin quanto la concomitante combinazione della presenza di alcol, di un ambiente ipotonico e della presenza di polifenoli, impedisce la vita e la moltiplicazione del virus stessoโ. Non solo. Il gruppo guidato da Riccardo Cotarella ha spiegato anche che โun consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, puรฒ contribuire a una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe, area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioniโ. Della serie, a bere un bicchiere di vino non si sbaglia mai, soprattutto in tempo di Covid-19 (ma arriva a distanza di qualche giorno la precisazione dei medici, che smentisconoย a piรน voci la veridicitร dellโaffermazione, condannata da molti con forza: โNon c’รจ nessuna prova scientifica di quest’affermazione, per la disinfezione ci vuole ben altro –ย spiega Riccardo Gatti, direttore del Sert dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano โ รจ vergognoso divulgare un concetto che aumenta la confusione, spingendo le persone a consumi inutili e non positivi per la saluteโ).
In merito agli imballaggi, Assoenologi sostiene che โla contaminazione appare assai remota, se non addirittura statisticamente inesistente, anche in considerazione della breve vita del virus e dell’assenza di un potenziale ospite biologico viventeโ.
L’intervento di Assoenologi serve anche a mettere un punto (si spera) alle discriminazioni verso i prodotti italiani. Infatti, in queste settimane, una azienda su due (53%) tra quelle che vendono all’estero, avrebbe ricevuto, secondo Coldiretti una disdetta di ordini. Le altre avrebbero avuto richieste del cosiddetto certificato โvirus freeโ. Tanto da spingere il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ad attivare una casella di posta elettronica ([email protected]) per segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani o qualunque altra difficoltร riscontrate nella fase di esportazione. Intanto, Coldiretti ha lanciato il progetto #mangiaitaliano per superare questo momento di difficoltร . La mobilitazione vede schierati in prima linea i mercati degli agricoltori e gli agriturismi di Campagna Amica e prevede anche una campagna social che coinvolge personaggi noti, dalla televisione al giornalismo. โLa campagnaโ spiega il presidente Ettore Prandini โserve a combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale che ha portato alcuni Paesi a richiedere addirittura insensate certificazioni sanitarie virus free su merci alimentari provenienti dalla Lombardia e dal Venetoโ.
Sul tema รจ intervenuto anche il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli che a Radio Capital ha ribadito: โNon vi รจ alcuna necessitร di un marchio virus free per il Made in Italy. E nessuna certificazione. I nostri prodotti non sono diversi da quelli di prima e non c’รจ alcun contagio attraverso il vino, giusto per citare un prodottoโ. Patuanelli ha, poi, ribadito che lโincremento pari a 350 milioni di euro dei fondi a disposizione dellโIce per la promozione servirร anche a vincere questa battaglia: โFar recepire allโesterno che le nostre produzioni interne hanno la stessa qualitร di primaโ. Un percorso che โ non lo nasconde neanche il Ministero โ sarร tutt’altro che semplice.
a cura di Loredana Sottile
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