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"Estirpazione dei vigneti? Un film giĆ  visto". Unione italiana vini propone in alternativa una cura just in time

L'associazione presieduta da Lamberto Frescobaldi ha fatto un po' di calcoli: oggi per eliminare 30mila ettari servirebbero 120 milioni di euro. E ricorda i precedenti poco performanti che hanno comunque portato a vendemmie sopra i 50 milioni di ettolitri

  • 26 Settembre, 2024

La cura per il vigneto Italia da qui ai prossimi anni? Il contenimento just in time. A dirlo ĆØ il presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi al margine della presentazione dei dati vendemmiali a Divinazione Expo di Siracusa, che hanno decretato dei quantitativi 2024 pari a 41 milioni di ettolitri. Ā«Con i numeri della Gdo e dell’export in calo e le giacenze ancora alte ĆØ l’ora di farci delle domande. A me sinceramente preoccupa soprattutto sapere che le cantine sono ancora piene, perchĆ© ciò significa che i produttori hanno poca capacitĆ  di negoziare e devono accontentarsi di prezzi più bassi perchĆ© il prossimo anno ci sarĆ  una nuova vendemmia da smaltireĀ». Di fatto, il dato delle giacenze ĆØ ormai diventato un parametro fondamentale – al pari di quello export e dei consumi – per capire come sta andando il mercato. Che fare allora? Ecco che Frescobaldi parla della necessitĆ  di un ā€œvigneto a fisarmonicaā€, ovvero più flessibile.

fonte: Osservatorio vino Uiv

Obiettivo, restare tra i 43 e i 45 milioni di ettolitri

Ā«Parlando di potenziale – ha argomentato il numero uno di Uiv – l’obiettivo del nostro Paese deve essere quello di stare il più regolarmente possibile su una soglia produttiva di 43-45 milioni di ettolitri, quantitativo dimostratosi storicamente di più facile gestioneĀ». In che modo? Ā«Non di certo con una politica di espianti sul modello francese, ma con una serie di misure che possano mantenerci in equilibrio. Tra queste: la riduzione reale delle rese dei vini Dop e l’eliminazione degli esuberi; la sospensione delle deroghe per le rese dei vini comuni, da riportare a 300 quintali per ettaro; il ricorso alla vendemmia verde con incentivi più appetibili; l’utilizzo di meccanismi ā€œpolmoneā€, come le riserve vendemmialiĀ».

fonte: Osservatorio vino Uiv

Come sono andate le campagne di espianto negli anni passati

Non c’è spazio, nel piano Uiv, per un piano di estirpazione. Ā«Espianti? Un film giĆ  visto – ribadisce Frescobaldi – Tra il 2009 e il 2011 abbiamo giĆ  speso poco meno di 300 milioni di euro per estirpare 31mila ettari di vigneti, soprattutto collinari e ad alta vocazione. Risultato? Abbiamo depauperato i territori, e due anni dopo aver tolto l’ultimo vigneto, abbiamo prodotto la bellezza di 53 milioni di ettolitri. La dimostrazione che espiantare non ĆØ la soluzione. Se lo avessimo fatto oggi, saremmo entrati in una crisi profondissima. Per questo siamo contrariĀ».

fonte: Osservatorio vino Uiv

Oggi per espiantare 30mila ettari servirebbero 120 milioni di euro

Unione italiana vini ha anche fatto un po’ di conti per capire quanto costerebbe in termini economici e produttivi eliminare 30mila ettari pagando 4mila euro ognuno, ovvero la cifra mutuata dal piano francese.Andando nello specifico delle regioni che potrebbero essere interessate a questa “cura dimagrante”, Uiv indica soprattutto le regioni del Sud e Centro Italia. In primis, Sicilia e Abruzzo (9% di sfoltimento sul vigneto), Puglia (8%), Lazio (7%), Marche (5%).Ā  Per togliere dal mercato 2 milioni di ettolitri sulle rese medie dei singoli territori si spenderebbero 120 milioni di euro. Ma questo secondo l’associazione non servirebbe, perchĆ© con i ritmi di crescita del vigneto (1.600 ettari per anno circa), l’Italia arriverebbe al 2030 con 650mila ettari, capaci di produrre comunque 52 milioni di ettolitri nelle annate abbondanti e scendere sotto i 38 milioni in quelle scarse come la 2023. Praticamente delle montagne russe. Ā«Togliere 30mila ettari non serve automaticamente a calmierare le potenzialitĆ  del vigneto – ĆØ la conclusione di Frescobaldi – ma sicuramente espone al rischio di shock in caso di annate scarse, sempre più frequenti negli ultimi anniĀ».

fonte: Osservatorio vino Uiv

Cambiare il sistema delle autorizzazioni a pioggia

Al posto di impiegare risorse per abbandonare il settore e distruggere i vigneti, Uiv insiste strategicamente sul sostenere chi – pur tra mille difficoltĆ  – vuole restare nel business. Tra le prioritĆ  indica il tema della risposta allo stress climatico, a partire dal vigneto, con la selezione di varietĆ  e cloni resistenti; la rivisitazione del sistema delle autorizzazioni a pioggia, che va sostituito con rilasci mirati verso quei territori che hanno reali capacitĆ  di sviluppo; il sostegno alla promozione sui mercati.

Anche per Lollobrigida serve una visione a lungo termine

Intervenendo alla presentazione delle previsioni vendemmiali di Siracusa, anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha abbracciato la linea della previsione strategica: Ā«Per valorizzare il settore vitivinicolo dobbiamo guardare a ciò che ci apprestiamo a fare non in questa stagione, non nella prossima stagione, ma nel futuro. Oggi i dati scientifici e la capacitĆ  previsionale ci supportano nell’individuare strumenti per non far perdere competitivitĆ  a un bene cosƬ preziosoĀ». D’altronde, alla vigilia dell’evento, il Ministro in un’intervista al Gambero Rosso aveva parlato di misure alternative all’estirpazione dei vigneti. Adesso bisognerĆ  portare la voce italiana in Europa, dove tra un mese si svolgerĆ  il secondo incontro del gruppo di alto livello vitivinicolo dove il tema degli espianti sarĆ  molto dibattuto.

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