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THE BEST IN ROME & LAZIO
Roma, vino dei Castelli, vino di Frascati. Ci apprestiamo a parlare di un bianco che ha nel DNA il mito degli dรจi romani e lโimpeto dellโImpero; fasti rurali o popolani o nobili o papalini. Il vanto di una primordiale regolamentazione (nel 1515 Marcantonio Colonna, ultimo signore feudale di Frascati, indicรฒ le zone da adibire a vigneto, i tempi e i modi della vendemmia) e un Rinascimento di espansione tecnica e commerciale col fiorire delle osterie quali avamposti di unโeconomia trainante dellโintero territorio laziale, dunque italiano. Sรฌ, era indubbiamente al centro del mondo, anche enologicamente parlando. E oggi? Certe osterie, nel tempo, o quelle fraschette cosรฌ territoriali e pittoresche dove il vino scorre a ettolitri, hanno aiutato o invece ostacolato chi ha tentato e tenta un percorso centrato sulla qualitร ?
I Castelli erano icona, avanguardia, a fianco di Roma hanno scritto secoli di storia della cultura e del costume, nel 1800 il vino Frascati era sinonimo di opulenza ed eccellenza, potente ma abboccato, sontuoso e assai proficuo, tanto che del nome si abusรฒ. Venne il secolo della sbornia, poi del tradimento e dellโabbandono, in primis delle campagne; a contenere i danni fu costituito nel 1949 il Consorzio di tutela, nel 1966 giunse la Doc (tra le prime quattro dโItalia) e nel 2011 la Docg per il Cannellino di Frascati (la versione dolce, da vendemmia tardiva) e Frascati Superiore.
La terra รจ vocata, minerale e generosa, nel cratere dellโantico vulcano laziale poi sbocciato in monti, laghi, foreste, borghi impunturati di ville e pievi. Il territorio della Docg รจ circoscritto ai comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone oltre a zone di Monte Compatri e addirittura del Comune di Roma Capitale, lโuvaggio prevede un 70% di malvasia puntinata, detta anche malvasia del Lazio, e/o malvasia di Candia, affiancate da bellone, bombino bianco, greco bianco, trebbiano toscano, trebbiano giallo, nonchรฉ da una possibile implementazione con varietร a bacca bianca tipiche della zona. Le carte appaiono tutte in regola per puntare allโeccellenza, i fatti sono da indagare e lo facciamo assieme a chi il Frascati lo produce (come Piero Costantini di Villa Simone, che ha portato la viticoltura in cittร con il suo orto urbano) cercando una strada che possa guardare avanti con fiducia.
Cominciamo il viaggio dal comune che battezza la denominazione, parlandone con Alessandro Carletti, che assieme al fratello Ferdinando โ agronomo – tiene le redini di Casale Marchese. Si tratta di un magnifico casale (giร citato nel 1301 in una bolla di Bonifacio VIII, parte del feudo della famiglia Annibaldi), che oggi sorveglia uno degli ultimi avamposti verdi (50 ettari di cui 35 vitati) alle porte di Roma, laddove correva lโantica via Labicana: un grande giardino-polmone assediato dallโurbanizzazione e dal caos della Capitale.
La famiglia Carletti รจ proprietaria di questa azienda agricola da duecento anni, โla tradizione si rinnova ogni giorno nella ricerca della modernitร . Impianti ad alta intensitร , utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale e tutti i processi di vinificazione svolti in autonomiaโ. Alessandro muoveva qui i suoi passi fin da bambino, col fratello punta a condurre il Frascati a una concezione internazionale, che unisca autenticitร a eleganza. Lโuvaggio รจ quello tipico, con la malvasia puntinata a farla da protagonista โquale espressione massima del territorioโ, e da un paio dโanni viene prodotto un cru da un vigneto di oltre quarantโanni, il Quarto Marchese, piรน strutturato e minerale, piรน avvolgente, vino che puรฒ diventare icona aziendale.
โร evidente che nellโeconomia locale hanno giocato un ruolo cruciale le cantine sociali, anteponendo la ricerca della quantitร a quella della qualitร . Cosรฌ come รจ innegabile che manchi una rete di sostegno, anche per quanto riguarda lโenoturismoโ, e questo lo si nota girellando per i comuni dei Castelli Romani, quasi stupiti dalla scarsa presenza di enoteche, wine bar, ma anche ristoranti che valorizzino la proposta di vini locali e laziali in generale. Un territorio vinicolo che non si comporta da territorio vinicolo facendosi del male da solo.
Lโenologo di Casale Marchese รจ Paolo Peira, che alle varietร tipiche ha affiancato vitigni internazionali quali chardonnay, merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc, ma lโanima autoctona si svela nel Cannellino di Frascati Docg, da malvasia del Lazio e trebbiano, naso di pesca e albicocca, di pera, approccio morbido poi sostenuto da buona aciditร , ideale con formaggi freschi e pasticceria secca. โUn altro prodotto che si sta perdendo nel tempo, con sempre meno aziende disposte a investirciโ.
Ci spostiamo nel comune di Grottaferrata per incontrare Fabrizio Santarelli, che dopo una laurea in economia e una carriera in campo finanziario, in giro per il mondo, nel 2001 ha gettato lโancora per affiancare il padre Giulio nella sua azienda agricola. Per lunghi anni le uve erano state conferite alle cantine sociali, poi โnel 1985 fu cruciale lโincontro di mio padre con il professor Attilio Scienzaโ, spiega Fabrizio, โche allora era Direttore Generale dellโIstituto Agrario di San Michele allโAdige: lui diede impulso a una riorganizzazione organica dellโazienda. Obiettivo, produrre dei grandi vini in una delle zone piรน vocate del Lazio e dellโItalia interaโ, 270 metri di altitudine e una proficua vicinanza dal Tirreno, terreno vulcanico e clima mite.
Dunque, si espiantรฒ e reimpiantรฒ mezzo ettaro per una sperimentazione su venticinque tipologie di uve autoctone e alloctone, una babele, โe dopo la prima vendemmia si scelsero i vitigni da adottare in tutta la superficie aziendale, nel frattempo salita a 14 ettari: un lavoro che non ha eguali, perlomeno nella zonaโ. Ecco prendere forma Castel De Paolis, che mutua il nome dalle rovine di un castello medievale, ed ecco trasformarsi la vita di Fabrizio: โEro abituato a un mestiere frenetico, anche esaltante, in cui perรฒ ogni individuo รจ una semplice rondella nellโingranaggio; nel fare vino si รจ invece protagonisti in prima persona, in uno stretto legame con la propria terraโ. Alle scommesse vinte con uve anomale per la zona, come viognier, syrah, petit verdot, o col sontuoso Muffa Nobile dal tipico uvaggio dei Sauternes, il ruolo di protagonista lo gioca tuttora il Frascati Superiore Docg che centra i Tre Bicchieri per Vini dโItalia 2020 (qui trovate tutti i premiati nel Lazio dello scorso anno), minerale, rotondo e persistente, davvero unโottima interpretazione della tipologia.
โIl dopoguerra fu deleterio per il Frascati, Roma consumava e richiedeva quantitร esorbitanti di vino e due elementi su tutti indirizzarono il destino della nostra terra: impianti a tendone e malvasia di Candia, il tutto in nome di una super produttivitร โ. Invece oggi la via della qualitร paga e il mercato estero cresce esponenzialmente, ma per Fabrizio la sfida piรน affascinante resta quella sul territorio. โCon Vignaioli in Grottaferrata โ Storie di Vino abbiamo appena definito un progetto per cui sei cantine, ciascuna con due referenze, firmeranno una carta dei vini adottabile dai ristoranti di zona: prezzo al pubblico imposto, possibilitร di piccole forniture miste, unione delle forze per una nuova era del Frascati, a cominciare dai luoghi in cui lo si produceโ.
Castel de Paolis- Via Castel del Paolis 41, 00046 Grottaferrata (RM)- 069413648-ย www.casteldepaolis.com
Casale Marchese- via di Vermicino, 68, 00044 Frascati (RM)- Tel. 069408932- www.casalemarchese.it
A cura di Emiliano Gucci
QUESTO รจ NULLA…
Nel mensile di novembre del Gambero Rosso vi raccontiamo anche il sogno enoico di Felice Mergรฉ (proprietario di Poggio Le Volpi a Monte Porzio Catone), il lavoro della famiglia Giulini nella Tenuta di Pietra Porzia e la produzione vinicola del Principe Pallavicini. E ancora: le etichette delle aziende agricole Valle Vermiglia e Villa Simone, cosรฌ come i numeri importanti di Fontana Candida. In piรน, gli approfondimenti sulla Doc Roma e i vini fuori dalla Doc di Cantina Ribelร . Ma ci sono anche i piatti ideali da abbinare alle diverse tipologie di Frascati, le opinioni dei sommelier professionisti e 10 ristoranti consigliati dai vignaioli per mangiare bene nei Castelli Romani.
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