Dai testi creati da ChatGpt a un dispositivo in grado di โassaggiareโ il vino. La tecnologia ha un volto sempre piรน umano. Tra le sue applicazioni possibili, due spiccano nel mondo del vino. La prima vede la separazione e l’analisi dei componenti di un campione gassoso (Gascromatografia) per individuare lโorigine di un vino; l’altra si avvale di un palato elettronico (dal nome iconico diย Hypertaste) per avere informazioni sul vitigno utilizzato o eventuali difetti.
Secondo quanto pubblicato sulla rivista Chemistry Communications, un gruppo di ricercatori, tramite la tecnica analitica, ha mappato un profilo chimico di 80 vini di diverse annate provenienti da 7 chรขteau di Bordeaux. I dati ottenuti vengono utilizzati da una IA per imparare a riconoscere la provenienza di un singolo vino rispetto all’origine di un altro. Alexandre Pouget, a capo del Laboratorio di neuroscienze cognitive computazionali dell’Universitร di Ginevra e co-autore dellโarticolo, ha dichiarato al Guardian che l’intelligenza artificiale รจ stata in grado di riconoscere specifici chรขteau in base a gruppi di composti grazie alla โfirma chimicaโ specifica di ogni azienda, indipendentemente dall’annata. Questa firma รจ stata riconosciuta dallโIA nel 50% dei casi. ยซIl cromatogramma รจ informativo rispetto alla posizione geografica e all’etร , suggerendo cosรฌ che l’identitร chimica di un vino non รจ definita da poche molecole, ma รจ distribuita su un ampio spettro chimicoยป, si legge nellโarticolo.
A Zurigo, invece nella divisione di ricerca della Ibm invece รจ stato messo a punto un altro dispositivo elettronico in grado di imitare il palato umano. O meglio, tramite lโuso dellโIntelligenza Artificiale il “congegno” sarebbe in grado di analizzare un liquido (caffรจ, tรจ, succhi di frutta, ma anche semplice acqua minerale) e di ricavarne diverse informazioni. Nel caso specifico del vino, tramite una rapida analisi da parte di Hypertaste (questo il nome del dispositivo) sarebbe possibile risalire al luogo geografico di provenienza, alla varietร del vitigno e capire la presenza di “difetti” specifici ove ce ne siano. Il sistema si basa sul riconoscimento di una โimpronta digitale chimicaโ propria della sostanza analizzata.
Entrambe le tecnologie potrebbero essere utilizzate in diversi ambiti. Stando a quanto riferito dai report dei ricercatori, poter risalire a informazioni determinanti come origine geografica, vitigno, ma anche annata di produzione, permetterebbe di arginare il problema delle contraffazioni nel vino. Oppure, sarร possibile usare queste tecnologie nei processi di produzione per capire come assemblare i vini e ottimizzarne la qualitร , oppure per avere un feedback quasi istantaneo riguardo al gusto o alla presenza di difetti. Nonostante ciรฒ, comunque, sommelier ed esperti di vino possono dormire sonni tranquilli: per ora, infatti, si tratta di tecnologie di supporto e che non possono sostituire in toto la presenza dellโessere umano. Per ora!
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