Ora il mercato no e low alcol supera i 12 miliardi di euro: consumi a +5% solo nel 2023

9 Mag 2024, 17:56 | a cura di
I dati Iwsr segnalano che la categoria crescerà ancora del 6% medio annuo. E le grandi imprese stanno lanciando nuovi prodotti, dalla birra agli spumanti

Avanza il segmento delle bevande analcoliche (no alcol) e a basso contenuto alcolico (low alcol). Un'ascesa globale che ha interessato anche il 2023, anno in cui i consumi aggregati hanno registrato un +5% portando il relativo giro d'affari a oltre 13 miliardi di dollari (circa 12 miliardi di euro). Tra 2023 e 2027, questa categoria di bevande (che comprende birre, vini, spirit) è stimata in progressione a un tasso del 6% annuo a volume, dagli esperti dell'Iwsr (istituto londinese specializzato in ricerche di mercato). La spinta principale sarà data dalle bevande no-alcol (+7%) e meno da quelle low-alcol (+3%). Secondo gli analisi, siamo di fronte a un trend per ora inarrestabile. «Poiché l'analcolico e il low alcol stanno diventando un elemento sempre più consolidato nel panorama delle bevande alcoliche, dopo un picco nel 2020-2021 il ritmo di crescita sta rallentando - ha commentato Susie Goldspink, responsabile di no and low alcol insights di Iwsr - ma questa categoria è pronta per importanti e robusti incrementi nei prossimi anni, guidata proprio dal segmento no alcol e da livelli di coinvolgimento costantemente elevati».

Il no alcol farà meglio del low alcol

Analizzando nel dettaglio le due categorie, il no alcol (le bevande analcoliche) vale oggi due terzi dei volumi di tutta la categoria no-low alcol, che per un 72% è costituita da birra/sidro. In particolare, l'Iwsr segnala come la voce no alcol continui a crescere rispetto alle performance delle tradizionali bevande alcoliche e, soprattutto, stima che entro il 2027 potrà raggiungere quasi il 4% dei volumi totali delle bevande alcoliche consumate nei dieci più importanti mercati mondiali (Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti).

I Paesi con la crescita più alta

La crescita futura del settore analcolico sarà guidata, secondo gli ultimi dati a disposizione dell'Iwsr, dai mercati meno sviluppati in questo specifico segmento come Canada, Stati Uniti, Australia e Brasile. Tuttavia, si prevede che quelli più maturi, come Germania e Spagna, cresceranno ciascuno a un tasso di crescita composto annuo di appena il 2%, nel periodo compreso tra 2023 e 2027. Per il Giappone, alto mercato maturo, si prevede una crescita del 5% nello stesso periodo di tempo. Si tratta di stime previsionali che coincidono con l'attuale tasso di penetrazione sul mercato della categoria no-low alcol considerata nel suo insieme. Infatti, in Spagna e in Germania la quota percentuale sui volumi complessivi di alcol consumati supera il 10%, mentre è al di sotto del 2% sia in Canada sia negli Stati Uniti. Resta una forte disparità tra i vari Paesi se si considerano le opportunità di crescita per le imprese produttrici: «I mercati in cui l'approccio no/low è più radicato tendono a orientarsi verso i consumatori più anziani, mentre i Paesi in cui la crescita della categoria è più elevata - spiega Goldspink - hanno in genere una penetrazione del no-low alcol più bassa e, pertanto, una maggiore quota di consumatori giovani, che tendono a moderare i consumi di alcol e abbracciare più facilmente le bevande analcoliche o a basso contenuto alcolico».

Chi sono i consumatori no-low alcol?

Sempre più consumatori di prodotti alcolici passano alle bevande analcoliche o a basso contenuto alcolico. Ma il principale segmento che sta perdendo terreno rispetto all’analcolico è quello delle altre bevande analcoliche (tra cui le bibite senza alcol e l’acqua). Questo, per Iwsr, è un trend che sta limitando in qualche modo l'erosione e la cannibalizzazione tra la categoria no-low e la categoria degli alcolici tradizionali. Allo stesso tempo offre opportunità di crescita per i brand commerciali. Un sondaggio Iwsr a fine 2023 nei primi 10 mercati a zero e basso grado alcolico, ha rilevato che il 44% di chi consuma bevande no-low alcol afferma di essere passato (sostituendola) da una bevanda analcolica a un'altra bevanda analcolica (come bibite, acqua, tè o caffè). Il 29% dei consumatori ha, invece, sostituito un prodotto a piena gradazione con una bevanda no-low alcol. Ma il dato è superiore a quello del 2022. Gli appartenenti alla Generazione Z e ai Millennial sono «più interessati a provare nuove alternative analcoliche rispetto ai più anziani» e le imprese stanno incrementando l'offerta cercando di adattarla alle età e le occasioni di consumo. La prova sta anche nel fatto che il numero di nuovi prodotti no-low alcol immessi sul mercato è praticamente triplicato dal 2019 al 2023.

I prodotti più dinamici: dai vini spumanti alle birre

Le imprese stanno investendo notevolmente nella categoria no-low alcol. Birre, bevande a base di agave, i sempre più richiesti Cbd drink (bevande contenenti sostanze che riducono lo stress e migliorano l'attenzione) sono alcune delle categorie interessate dai trend no-low alcol. Ma cosa sta accadendo tra i vini? Alla luce delle difficoltà del segmento dei vini tradizionali, i brand che ora producono vini analcolici stanno cercando di sfruttare il successo della categoria spumanti. Aurora 0,0%, Gotas D'Or 0,0% ed Espuma de Prata 0,0% sono alcuni dei prodotti emergenti in Brasile, a cui l'Italia sta guardando ultimamente come mercato su cui investire. In Australia, Not Guilty (brand della società quotata Australian vintage) abbraccia vino e ready to drink, compresi un prosecco e un prosecco rosé in bottiglia e lattina. Sulla scia delle bollicine italiane si muovono anche brand francesi: è il caso del Nozeco (prodotto dal gruppo Grands chais de France) in Canada e nel Regno Unito. L'Iwsr segnala potenziali importanti anche in Medio Oriente, ricordando come in Arabia Saudita sia consolidata la domanda di succo d’uva frizzante venduto in confezioni che ricordano lo spumante. «Coloro che non hanno mai provato gli spumanti alcolici - rileva Goldspink - non avranno le stesse aspettative relativamente al gusto delle bevande analcoliche».

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