Ready to drink: cosa sono e perché piacciono tanto ai più giovani?

13 Ott 2022, 18:20 | a cura di
Continua il momento positivo per i ready to drink. Secondo l’outlook Iwsr continueranno a crescere dell’8% annuo da qui al 2026. Rimpiazzeranno i consumi di birra?

All’occhio di molti è uno dei segmenti che darà del filo da torcere a vini e birre nei prossimi anni, perché sta conquistando rapidamente i consumatori. Stiamo parlando del ready to drink, finestra emergente nel panorama del beverage.

Sono diverse le sottocategorie nell’universo degli Rtd. Si va dai cocktail/long drink (ad esempio: Mojito, Negroni, Mule, Cosmopolitan) ai drink miscelati (ad esempio: gin e tonic oppure vodka e soda), dagli hard seltzer, hard coffee, hard tea, hard kombucha fino ai wine spritzer/cooler e ai fabs (flavoured alcoholic beverages).

La ricerca Iwsr certifica la crescita del segmento

L’Iwsr, istituto di ricerche londinese, ha aggiornato le proprie stime fino al 2026. Anno in cui, grazie a una forte domanda globale, soprattutto in fascia premium, il segmento Rtd registrerà un tasso di incremento composto annuo (cagr) più forte in valore (+8%) che in volume (+5%). Il giro d’affari crescerà di ulteriori 11,6 miliardi di dollari americani in 5 anni. La precedente previsione (ottobre 2021) indicava una quota dell’8% entro il 2025 rispetto al 4% del 2020, in un mercato del beverage che nel 2021 ha toccato 1,17 miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti primo Paese consumatore

L’analisi è stata concentrata in 10 Paesi (Australia, Brasile, Canada, Cina, Germania, Giappone, Messico, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti), che contano oltre l'85% dei volumi di Rtd nel mondo. Considerando le quantità, Iwsr prevede un +24% per gli Rtd entro il 2026, con una crescita “più moderata rispetto al recente passato.

Gli Stati Uniti continuano a guidare la classifica a volume e determinano gli incrementi percentuali, anche se le stime parlano di un raffreddamento della crescita, perché gli hard seltzer (60% del segmento Rtd negli Usa) hanno mostrato segni di stanca, dopo il massimo storico degli ultimi due anni. Il pubblico statunitense, come ha spiegato Brandy Rand (responsabile strategico di Iwsr drinks market analysis), si è abituato alla comodità e varietà dei ready to drink determinando uno spostamento dei consumi verso i cocktail a base di spirit: “Tutto ciò conferma il trend della premiumizzazione degli alcolici negli Usa”. Nei 10 Paesi, gli Rtd a base di alcolici, in particolare vodka, detenevano una quota a volume del 45% nel 2021. Iwsr prevede che il sottoinsieme dei cocktail/long drink faranno da traino alla crescita globale degli Rtd, con volumi che supereranno gli hard seltzer nel 2025. I cocktail/long drink rappresenteranno entro il 2026 circa il 26% degli Rtd, rispetto al 20% degli hard seltzer.

I motivi del successo

L’analisi Iwsr afferma che i consumatori bevono Rtd sia assieme sia in sostituzione delle altre bevande alcoliche. Quella più rimpiazzata dai ready to drink è la birra. Inoltre, i consumatori scelgono i ready to drink per gusto, comodità e porzioni monodose. Sono in calo i prodotti che dichiarano benefici dietetici e aumentano i marchi con ingredienti naturali. Mentre aumentano quelli a base di alcolici e di grado più alto, trainati dall’incremento della produzione dei cocktail premiscelati.

L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 13 ottobre

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