intervista

"Con lo storytelling sul vino abbiamo esagerato". Parla Lorenzo Cesconi, presidente di Fivi

A furia di valorizzare la filiera e parlare di terroir, cru e oscurissimi vitigni la bevanda nazionale รจ diventata tanto elitaria da spaventare i non competenti. In vigna perรฒ le sfide vengono della crisi climatica. E i giovani ritornano alla terra? "Una grande bugia"

  • 19 Giugno, 2024

Siamo appena seduti in un tavolo con tovaglia bianca in un ristorante con qualche pretesa. Arriva il maรฎtre con una corposa carta dei vini e cala la fatidica domanda: chi sceglie il vino? In genere a questo punto salta fuori il saputo di turno, che ne sa piรน degli altri, sceglie per tutti, degusta allโ€™arrivo con fare saputo e gli altri seguono: se lo dice lui che va bene sarร  cosรฌ. Perchรฉ lui ha studiato e sa distinguere un brut da un extra dry, sa cosโ€™รจ un Blanc de Blanc e un Pas dosรฉ e vattelapesca. Se la stessa scena lโ€™avessero vista i nostri nonni calati con una macchina del tempo da quellโ€™epoca non poi cosรฌ lontana quando il vino era rosso o bianco, buono o cattivo, e stop ci avrebbero presi per matti. Eppure il vino รจ quella filiera, ricca ed evoluta, cui tutte le altre si ispirano proprio perchรฉ รจ riuscita a fare il grande โ€œsaltoโ€, da prodotto indifferenziato a eccellenza da degustare con una certa altezzositร . Ma tra storytelling e origini, cru e terroir e francesismi vari non รจ che alla fine quello che era il compagno di mille pasti conviviali e bevute in compagnia ce lo siamo un poโ€™ perso? รˆ la prima questione che emerge da una chiacchiera con Lorenzo Cesconi presidente Fivi, Federazione italiana vignaioli indipendenti.

Insomma, avete esagerato?

Per trentโ€™anni il vino ha costituito una sorta di nobiltร  e un valore importante che ha permesso alla viticultura di prosperare nel nostro Paese. Ora troppo spesso sento persone che mi dicono che il vino a loro piace ma non se ne intendono a sufficienza, lo bevono ma non lo commentano perchรฉ non sono fiduciose delle loro sensazioni, perchรฉ non hanno studiato e non hanno una preparazione. Ecco, questo รจ sintomo che sรฌ, abbiamo un poโ€™ esagerato nella comunicazione e sarebbe bello che il vino ritornasse sulle tavole di tutti in maniera semplice. Perchรฉ il distinguere una cosa buona รจ prerogativa di tutti e non di chi ha studiato, รจ dentro lโ€™essere umano sapere scegliere ciรฒ che gli piace e ciรฒ che non gli piace e questo deve essere sufficiente per bere del buon vino.

Sarebbe bello, insomma, che il vino tornasse a essere un prodotto quotidiano da consumare in compagnia senza tanti patemi.

Certo, e in abbinamento alle nostre pietanze e ai nostri piatti tipici, e qui entra in campo la valorizzazione di tutto il nostro patrimonio varietale Italiano che รจ cosรฌ importante. ย Per fare un paragone con una filiera affine, lโ€™olio non ha avuto la stessa fortuna a livello comunicativo ma il punto di incontro possiamo trovarlo a metร  tra mondo del vino e mondo dellโ€™olio. Se lโ€™olio ha bisogno di una valorizzazione, il vino ha bisogno di tornare sulle tavole degli italiani.

Occorre (ri)democratizzare il vino insomma. Ma esiste un prezzo minimo per un buon vino?

Il vino ha vinto la guerra del prezzo, ma dovessi un prezzo minimo per un buon vino non direi che non cโ€™รจ, ci sono vini eccellenti di buona costruzione, fatti bene che costano davvero poco. Per saper scegliere con la quantitร  di etichette che ci sono, in effetti per questo forse sรฌ serve un poโ€™ di conoscenza e di studio.

Fivi rappresenta i piccoli produttori indipendenti, parlate di biodiversitร  e pratiche agricole corrette. Come vi distinguete dal greenwashing imperante?

Il buon produttore non ha bisogno di washing se rispetta il sistema in cui lavora, e mi riferisco alla terra e allโ€™ecosistema agricolo. Cโ€™รจ modo di produrre in modo sostenibile senza ricorrere a degli espedienti che ti fanno sbilanciare il consumo di CO2. Lโ€™attenzione a una produzione sostenibile, per i piccoli produttori che noi rappresentiamo, non รจ piรน una scelta, รจ un percorso quasi obbligato. Forse a livello economico il vantaggio รจ difficile da intravedere, anche se cโ€™รจ una tendenza sui mercati internazionali a prediligere una produzione sostenibile e biologica. Perรฒ se vogliamo fare una produzione di qualitร  bisogna avere rispetto del sistema in cui lavoriamo e noi piccoli produttori non possiamo prescindere dalla qualitร , altrimenti non possiamo che perdere il confronto con unโ€™industria che a livello di economia di scala e produttiva ha molte piรน armi di noi.ย 

Lโ€™agricoltura intensiva fa danni allโ€™ambiente, si appoggia spesso sulla creazione di ibridi che perรฒ non sono pronti ad affrontare lโ€™imprevedibilitร  causata dalla crisi climatica.

Bisogna vedere se gli ibridi sono ideati per produrre di piรน o per essere piรน resilienti nei confronti di un clima bizzarro, perchรฉ questo รจ il grande tema. Sicuramente la viticultura in questo momento sta soffrendo i cambiamenti climatici perchรฉ negli anni sulla vite รจ stato fatto un grande percorso di selezione ma prescindendo dalla resistenza: abbiamo selezionato il frutto bello, buono, con una grande qualitร  gustativa, ma non abbiamo elementi forti dal punto di vista genetico. Ora si ripone grande fiducia nelle TEA, tecniche di evoluzione assistita: sono modificazioni puntuali per introdurre resistenze a una determinata patologia, non penso che sia la panacea di tutti i mali, andare avanti con la ricerca รจ giusto ma bisogna mantenere lโ€™occhio alla ricerca tradizionale che prescinde dalla modificazione genetica anche se piccola e puntuale. Penso a un percorso di ricerca e selezione come si faceva una volta, che ponga come primo fattore di scelta non piรน solo lโ€™aspetto qualitativo ma anche la resistenza e lโ€™adattamento al clima. Si possono avere piรน individui allโ€™interno dello stesso vigneto che si diversificano e fanno comunque ricchezza a livello genetico, al giorno dโ€™oggi ci vuole molta attenzione sia su come si piantano i vigneti in maniera meno intensiva ma anche su cosa si va a piantare.

Questa annata come sta andando?

Rappresentiamo soci che vivono esperienze diametralmente opposte con regioni in estrema siccitร  e altre con troppo acqua. Con la siccitร  si possono fare i conti, lโ€™eccesso di pioggia รจ davvero difficile da gestire, a marzo in Trentino era piovuta la pioggia dellโ€™anno scorso fino a fine novembre, grandi quantitร  dโ€™acqua causano il proliferare delle malattie della vite una difficoltร  nellโ€™eseguire i lavori a verde e a mantenere lontane le crittogame. Ma soprattutto, non si puรฒ fare pianificazione perchรฉ non sai cosa puoi aspettarti, bisogna essere pronti a tutto, รจ difficile interpretare il meteo ma bisogna provarci, รจ questa la prossima grande sfida.

Per fortuna che si dice ci sia il ritorno dei giovani nelle campagne: ci penseranno loro a raccogliere le sfide?

Ma no, รจ una grande bugia, tanti giovani si dicono appassionati di agricoltura ma quando poi la sperimentano capiscono che il lavoro e duro e il risultato non รจ certo e spesso fanno retromarcia. Cโ€™รจ in giro unโ€™idea di agricoltura per cui si va a spasso con il trattore per la natura e si lavora si vuole, ma poi scoprono che non รจ cosรฌ.

Un poโ€™ come chi vuole fare il cuoco dopo aver visto MasterChef.

Esatto, poi scopri che รจ un lavoro massacrante. Al giorno dโ€™oggi non cโ€™รจ niente di facile, le difficoltร  sono aumentate, la competizione รจ altissima. Senza passione non si fa nessuna attivitร .

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