Tre Bicchieri 2023, le new entry: la storia di Roberto Pighin e del suo vino

21 Feb 2023, 10:46 | a cura di
Roberto Pighin è l'anima di Pighin, azienda vitivinicola in provincia di Udine. Con il Collio Bianco Soreli '20, ha conquistato i Tre Bicchieri per la prima volta.

Continua il nostro percorso tra le aziende che hanno ricevuto i Tre Bicchieri per la prima volta nella guida Vini d'Italia di Gambero Rosso: stavolta ci spostiamo in Friuli Venezia Giulia, dove incontriamo Roberto Pighin che ci porta alla scoperta della sua azienda: due territori diversi - le Grave e il Collio - ma la stessa incredibile cura per una produzione in cui la costanza qualitativa è il faro da seguire sempre.

Roberto Pighin

Roberto Pighin

Un'azienda orgogliosamente familiare

Era il 1963 quando i tre fratelli Luigi, Ercole e Fernando Pighin acquisirono una tenuta di oltre 220 ettari appartenuti a una nobile famiglia friulana, gli Agricola, e fondarono la loro azienda. Ed è proprio in questo decennio che l'impresa prende forma: prima il progetto della cantina affidato a un architetto di fama mondiale come Gino Valle, poi l'acquisizione di altri 30 ettari (con cantina) in un'altra zona prestigiosa della regione, il Collio, sulle colline di Spessa di Capriva. Dal 2004 l'intera gestione è passata al nucleo familiare di Fernando e oggi alla guida troviamo il figlio Roberto, che con dedizione continua questa lunga tradizione di successo. “Essere un’azienda a gestione familiare costituisce per noi un duplice punto di forza" racconta Roberto, che continua "dal punto di vista umano rappresenta un valore inestimabile, con la conduzione nelle mani della nostra famiglia da tre generazioni, garanzia di continuità e di presenza costante di coloro che hanno fondato e dato vita a questa appassionante realtà imprenditoriale”. E continua: “il secondo vantaggio è di profilo tecnico: vinifichiamo esclusivamente uve di proprietà con il controllo totale dell’intera filiera, dalla terra al calice, per noi garanzia di quella costanza qualitativa che da sempre ricerchiamo e che abbiamo affinato in 60 vendemmie”.

Pighin insegna

Tra Grave e Collio

I vigneti dell'azienda, come dicevamo, si snodano su due territori abbastanza diversi, entrambi, però, in grado di dare grandi risultati. La maggior parte degli ettari vitati è coltivata a Risano, intorno alla sede principale dell'azienda, nel cuore delle Grave: "qui c'è il nucleo più importante. Si tratta di 160 ettari di vigneto, con densità d'impianto di circa 5000 ceppi per ettaro; i terreni sono di origine alluvionale, magri, pieni di ciottoli, pianeggiante". Discorso diverso per quanto riguarda il vigneto del Collio, a Spessa di Capriva, lungo il confine orientale con la Slovenia: "qui invece gli ettari sono circa 30 di cui 20 a vigneto, un anfiteatro esposto verso sud senza nessun ostacolo di fronte; ciò rende la ventilazione perfetta: le brezze risalgono dall' Adriatico e accarezzano le vigne in maniera costante durante tutto l'anno. Ovviamente così l'umidità rimane molto bassa e non si presta il fianco ad attacchi fitosanitari. A tutto questo si aggiunge la matrice dei terreni composti di marne e arenarie, la famosa 'ponca', un suolo in grado di regalare grande mineralità ai vini". L’azienda propone in linee differenziate i prodotti di queste due zone ma dedicandovi lo stesso appassionato impegno: “il rispetto che nutriamo per questi due territori è lo stesso, consapevoli che stiamo parlando di due zone morfologicamente diverse con le loro caratteristiche specifiche. Se il Collio è internazionalmente noto, infatti, per la ricchezza del suo terroir unico, le Grave dal canto loro presentano un terreno che offre una base di partenza capace di produrre vini la cui freschezza, piacevolezza ed equilibrio sta intercettando sempre di più il trend del consumatore di oggi”.

Soreli Pighin

Il Collio Bianco Soreli '20 e il primo Tre Bicchieri

Dal Collio arriva il vino che ha portato i Tre Bicchieri in azienda per la prima volta. Si tratta del Collio Bianco Soreli '20, inebriante nel profilo aromatico e dal sorso venato da deliziose note di erbe officinali essiccate e cenni balsamici e iodati. "Sia nelle Grave che nel Collio" spiega Roberto "abbiamo sempre prodotto vini da monovitigni. Non avevamo un Collio Bianco, che per disciplinare può essere fatto solo con vitigni autoctoni. Nel 2018 abbiamo deciso di cimentarci con questa tipologia. Abbiamo selezionato le uve dai nostri vigneti di friulano, che rappresenta la base di partenza del Soreli, visto che incide per il 60% sul totale della massa. A questa abbiamo aggiunto la ribolla gialla, di solito un 30%, e la malvasia istriana, quest'ultima tenuta a un tenore volutamente più basso per non far prevalere le sue caratteristiche aromatiche, andando a coprire le componenti date dagli altri vitigni. Dopo una macerazione di 24 ore, avviene la pigiatura. La fermentazione avviene per 2/3 del tempo necessario in acciaio e si conclude in tonneaux di rovere di Slavonia non tostati". E conclude: "Quando debuttammo col Soreli '18, capimmo di essere sulla strada giusta perché già qualche altra testata accese i riflettori su questo vino. Quest'anno, insieme ai Tre Bicchieri, sono arrivati anche altri premi. Quello che ci rende orgogliosi è aver convnto così tanti critici della bontà del nostro lavoro".

 

a cura di William Pregentelli

> Scopri i Tre Bicchieri new entry 2023

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