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Cantine nascoste, vini nei boschi e terre vulcaniche. La sorprendente ascesa vinicola dei Campi Flegrei

Nel territorio dove nulla รจ stabile, gli ultimi terremoti lo dimostrano, e dove tutto cambia di continuo a causa dellโ€™attivitร  vulcanica sviluppata sottomarina, di producono ottimi vini bianchi e rossi

  • 01 Giugno, 2024

Potremmo dire che i vini dei Campi Flegrei oggi sono di gran moda. Sรฌ, perchรฉ sono vini vulcanici e intorno a questo settore cโ€™รจ unโ€™attenzione notevole, da tutto il mondo. Anche il loro essere naturalmente sottili รจ una caratteristica sempre piรน ricercata per essere in linea con la ristorazione che giร  da tempo va speditamente in questa direzione. Il consumatore, sia italiano che di altri paesi, tende a preferire vini dal corpo agile, quindi leggiadri e freschi. Tutte peculiaritร  strettamente legate alle terre ardenti, i Campi Flegrei, territorio dove nulla รจ stabile, gli ultimi terremoti lo dimostrano, e dove tutto cambia di continuo per lโ€™attivitร  vulcanica sviluppata al di sotto di piรน di quaranta crateri. Sono loro ad avere ย forgiato queste terre, rendendole cosรฌ belle e uniche, croce e delizia in moto perpetuo. Un super vulcano con piรน di 80mila anni di attivitร , tra il piรน importante al mondo. I suoli polverosi, sottili come cipria, ricchi di ceneri ed altri materiali eruttivi, caratterizzano fortemente i vini, cosรฌ come la scelta di utilizzare due vitigni, la falanghina per i bianchi, il piedirosso per i rossi. La prima in questo areale si esprime magnificamente acquistando il timbro minerale, ma anche profonditร  e capacitร  di evolvere lungamente nel tempo. Il piedirosso, che giร  per natura esprime un andamento agile, qui esalta ulteriormente tale aspetto, diventando rosso di grande eleganza. I flegrei sono notoriamente gente un poโ€™ “matta”, diciamo cosรฌ, molto probabilmente proprio perchรฉ la precarietร  dei luoghi, e lo storico legame con le attivitร  marittime e i vulcani, delineano tali inclinazioni della personalitร . E che ben vengano in questo caso, ci viene da dire, perchรฉ un poโ€™ di sana follia tra le vigne รจ graditissima per andare oltre il consueto.

Raffaele Moccia Agnanum

La vita in vigna dei Campi Flegreiย 

La viticoltura nei Campi Flegrei ha radici antichissime, ha accompagnato fedelmente la storia della sua gente. Ricordiamo che i greci ne erano innamorati, che Cuma รจ stata la loro colonia piรน grande, piรน importante, e che impiantarono la vite lungo tutta la linea costiera tra Posillipo e lโ€™areale flegreo. I romani, a loro volta, investirono in maniera importante, fondando la cittร  di Baia, sede di ville fastose, dellโ€™รฉlite, dellโ€™otium e delle terme, mentre Miseno accoglieva la grande flotta di Augusto, che scelse queste terre del mitoย  per allontanarsi da Roma, ormai troppo insidiosa per lui. A loro volta investirono in maniera importante sulla viticoltura, unโ€™ ereditร  che si protrae attualmente tra i vignaioli. Anche se le dimensioni di vigne e cantine si sono notevolmente ridotte, ma crescente รจ la qualitร  dei vini e la loro espressivitร ย  territoriale.

Tra le cantine piรน rappresentative cโ€™รจ Agnanum di Raffaele Moccia, qui detto lโ€™ultimo โ€œvotecaroโ€, ovvero lโ€™ultimo esperto nella gestione e manutenzione dei terrazzamenti che richiede tanta esperienza e abilitร . Per il motivo che il suolo รจ sottile come cipria, polveroso, tende quindi a franare, o anche a dissolversi, sotto lโ€™azione della pioggia e del vento. Le sue sono vigne storiche certificate, sul grande cratere di Agnano. Utilizza cloni di famiglia, che costantemente, sia lui che il padre Gennaro, hanno riprodotto secondo il principio della propaggine, ma anche con una tecnica sperimentata da loro che consente di mantenere nel tempo piante dal dna eccezionale. Nei vini tutto questo si sente, si fanno notare per la forte identitร  e per quelle sfumature cosรฌ esclusive. Falanghina e piedirosso tra i vecchi tralci, ma anche piccoli vitigni, in misura molto ridotta, ormai introvabili. Di recente abbiamo stappato la sua Falanghina dei Campi Flegrei 2011, incredibilmente viva e accattivante, di piena eleganza sia di profumi che allโ€™assaggio, rompendo il pregiudizio ancora diffuso sul fatto che questa tipologia di bianco possa avere evoluzioni cosรฌ lunghe nel tempo e di tale spessore. Maestro anche del piedirosso, sia nella versione base, che nel cru Vigna delle Volpi, posta in bilico tra il cratere di Agnano e quello degli Astroni, notevole questโ€™ultima per profonditร  e lunghezza. Raffaele da solo nel corso degli anni ha reimpiantato la vite sulle colline di Agnano, riportandole a quellโ€™aspetto rigoglioso di un tempo.

La cantina in mezzo a un bosco

Cantine Astroni รจ poco distante, come ci ricorda il nome si trova sulla collina del Parco Naturale degli Astroni, un bosco incantato sviluppatosi all’interno del cratere spento. Gerardo Vernazzano le conduce insieme alla sua famiglia e riveste il ruolo di enologo. Importanti sono i suoi studi enologici nel territorio, ed in particolare quelli condotti sul piedirosso che hanno introdotto miglioramenti significativi sulla gestione di questo vitigno dal carattere non facile e dalla produttivitร  ridotta. La famiglia di Gerardo, inoltre, porta avanti da tempo una valida attivitร  di enoturismo che contribuisce alla giusta conoscenza della vitivinicoltura flegrea, sia in Italia che allโ€™estero. Tra i suoi vini di spicco ricordiamo la Falanghina dei Campi Flegrei Tenuta Jossa, un fuoriclasse senza ombra di dubbio, lโ€™ultimo nato, tra i filari della collina dei Camaldoli. Di grande personalitร , con un piccolo saldo di fiano, fermentazione e affinamento sur lies in anfora. Grintosa e dal timbro minerale deciso, graffiante lโ€™assaggio che lascia intuire tutta lโ€™energia per cavalcare con sicurezza i tempi lunghi. Sono diverse le etichette e le interpretazioni di falanghina e piedirosso, qui detto perโ€™ โ€˜e palummโ€™ per il colore del raspo, rossiccio, che ricorda quello dei colombi (palummโ€™ in napoletano). รˆ il vitigno a bacca rossa proprio dellโ€™areale vulcanico intorno a Napoli, oggi molto valorizzato e rivalutato grazie allโ€™impegno di questi valenti produttori. Colle Rotondella รจ la perfetta fotografia di questa tipologia di vino, prodotto totalmente in acciaio, floreale di viola e geranio, sottile e fresco il sorso che si fa riprovare con aviditร .

La piccola azienda che sa di fiaba

Peppino Fortunato e sua moglie Sandra Castaldo sembrano quasi due personaggi usciti da una fiaba. Nel 2004 hanno dato vita al sogno tanto desiderato di fondare una cantina, Contrada Salandra a Pozzuoli. Piccola azienda molto virtuosa, circa cinque ettari, dove il sentirsi in armonia con lโ€™ambiente รจ il mantra che domina ogni pensiero e azione. Poche volte capita di incontrare sguardi cosรฌ puri. Peppino ha sondato ogni piccola particella del priprio terreno dove troviamo una presenza di sabbia dellโ€™80%, poi limo e argilla, consapevolezza utilissima per stabilire esattamente cosa coltivare e in quale punto preciso. Lโ€™altra loro grande passione รจ lโ€™apicoltura alla quale si dedicavano giร  prima e con i medesimi principi. Due le etichette, Falanghina e Piedirosso, entrambiย  gioiellini che valgono ben altri soldi, quelli che ai due viticoltori perรฒ poco interessano. O per fortuna?

Sguardo al mare

Con Cantina del Mare ci spostiamo a Monte di Procida, in prossimitร  del mare. Il colpo dโ€™occhio arrivando รจ emozionante, le vigne poste ad anfiteatro guardano verso sulla costa, hanno proprio di fronte, e vicinissima, lโ€™isola di Procida dietro la quale si mostra perfettamente allineata Ischia. Qui la famiglia Schiano dal 2003 si รจ impegnata a recuperare le vecchie vigne di falanghina e piedirosso, ed a fare accoglienza per trasmettere il valore storico e paesaggistico della propria realtร .

Da cinque generazioni i Di Meo allevano la vite a Bacoli, in prossimitร  dellโ€™Antro della Sibilla romana, dalla quale prende appunto il nome lโ€™azienda La Sibilla. I vigneti a terrazzamenti si spingono fino a 600 metri di altitudine, una raritร  da queste parti. Visitare le vigne insieme a loro รจ unโ€™esperienza che si fa ricordare lungamente, per piรน motivi. In primis la genuinitร  delle persone, solari e generose, che sentono in maniera profonda lโ€™importanza di perpetuare i saperi acquisiti sul territorio e sulla vite da tempi cosรฌ lontani. Vincenzo Di Meo, ultima generazione, รจ anche enologo e la sua entrata in scena ha dato una grande spinta allโ€™espressivitร  dei vini. Sulla parte piรน alta della collina il panorama si apre in piena libertร  sul mare e la costa, lasciando senza parole. Le vigne sono attraversate da mura romane e grandi cisterne appartenenti allโ€™imponente acquedotto augusteo che portava acqua dallโ€™Irpinia ai Campi Flegrei. In una delle cisterne i Di Meo hanno ricavato la cantina di affinamento dei vini – avere il privilegio di degustare con loro vecchie annate non ha pari. Anche loro sono lโ€™esempio vivente dellโ€™altissimo profilo qualitativo che lโ€™enologia flegrea sia in grado di esprimere. Oltre a eccellenti falanghine e piedirosso ย producono il Marsigliano, vino da uve marsigliese, rarissime, piedirosso e olivella, vino dalla grande personalitร . Particolarmente eleganti sia le falanghine che i piedirosso.

 

Cantine Federiciane a Marano dove i fratelli Luca e Antonio Palumbo continuano la produzione dei loro genitori, puntando a un progressivo aggiornamento e miglioramento dellโ€™attivitร . Durante il Covid si sono dedicati ad un progetto impegnativo e sensibile. Recuperare un vecchio vigneto sulla collina di Cigliano, tra Agnano, che rientra nel comune di Napoli, e Pozzuoli, che fa comune a sรฉ. Quattro ettari nellโ€™antica forma ad anfiteatro, acquisiti dopo un lungo periodo di abbandono. Il tempo sospeso del lockdown ha dato loro lโ€™energia e la possibilitร  di lavorare intensamente al recupero. Il risultato รจ decisamente appagante per la bellezza riemersa, amplificata dalla vista sul mare. Vigna Cigliano Solfatara รจ il nome dei vini prodotti, bianco e rosso. La viticoltura di tutti loro si puรฒ definire eroica per le asperitร  di un territorio cosรฌ particolare e difficile. Le vigne piรน vecchie sono tutte a piede franco, un valore aggiunto di notevole importanza, scampate al flagello della fillossera che non riesce ad attecchireย  sui suoli vulcanici e sabbiosi. Inoltre, sono importanti custodi del paesaggio e di un territorio dove la speculazione edilizia ha fatto molto danno. La bellezza da queste parti รจ soprattutto opera dei vignaioli.

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