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Aprire un ristorante a Roma: i ritardi di Acea. Il caso di Jacopo Mercuro e 180 grammi

Passa il tempo ma le cose non cambiano: Acea รจ sempre lo spauracchio di chi deve aprire un locale a Roma. La storia di Jacopo Mercuro

  • 15 Luglio, 2021


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Ci risiamo, e non รจ (nuovamente) un caso isolato. La solita Acea, il piรน grande gestore di energia elettrica della Capitale, si distingue ancora per inefficienza. Un primato che si riversa come una condanna sulle spalle dei consumatori, soprattutto su chi vi incappa nell’avviare un’attivitร  commerciale, bloccato per mesi a causa di disservizi. Mesi che hanno un costo, salatissimo. Come giร  avevamo raccontato qualche anno fa,ย chi a Roma decide di aprire un’attivitร , oltre alla normale pressione che si ha di fronte a un investimento che โ€“ soprattutto in questa stagione funestata dalla pandemia โ€“ non lascia certo dormire sereni, si trova a fare i conti con difficoltร  di ogni genere, a partire da una burocrazia kafkiana e disservizi continui. Tanto che aprire un locale diventa un percorso a ostacoli irto di insidie, e chi dovrebbe fornire dei servizi diventa uno degli ostacoli piรน grandi da superare.

ricetta bomba alla crema Jacopo Mercuro

โ€œLa colpa รจ mia. Mi ero ripromesso che non avrei aperto mai piรน qualcosa a Roma, e invece ci sono ricascatoโ€ fa Jacopo Mercuro, che aggiunge โ€œQuando ho aperto a Milano, a Porta Romana, ci ho messo un mese per fare tutto, e dire che รจ un locale complicato perchรฉ c’รจ una nicchia con una grotta sottoโ€. Il suo 180 grammi รจ uno dei poli della rinascita di Centocelle, nella periferia est della Capitale, oggi patria di una new wave gastronomica che annovera alcune delle piรน interessanti insegne romane. Romane come le sue pizze, basse e scrocchiarelle, che sono riuscite a richiamare nel quartiere clientela da tutta la cittร , contribuendo non poco al rinnovamento di questa zona. Dopo un lockdown portato avanti a colpi di delivery e consegne a breve raggio, per non rovinare il suo prodotto in un trasporto troppo lungo, a marzo di quest’anno finalmente dร  seguito all’idea, accarezzata da un po’, di dare alla sua pizza una nuova casa, piรน grande e confortevole, poco distante dalla prima. Non chiude la vecchia sede a via Tor de’ Schiavi โ€“ e a questo punto viene da dire โ€œper fortunaโ€ – ma la riserva per il servizio di asporto e delivery, concentrando nel nuovo locale , piรน bello e comodo, la somministrazione e il servizio al tavolo. Locale che, a 4 mesi dall’inizio dei lavori, non si sa ancora quando potrร  aprire la nuova sedeย insieme alla compagna e socia Claudia Marzi.

La storia del nuovo 180 grammi

โ€œIl 30 marzo, il giorno del mio compleanno, ho firmato il contratto di affittoโ€ racconta. โ€œSubito dopo abbiamo cominciato tutte le pratiche, partendo con gli allacciโ€. Gas, acqua e soprattutto luce, con un aumento della potenza: โ€œAbbiamo 20 chilowatt, ne servono 60: abbiamo una cucina grande, che da sola assorbe tantissimoโ€, l’ufficio tecnico analizza la richiesta e dร  il suo ok, c’รจ un preventivo, che una volta approvato e saldato (circa 5mila euro, pagati a maggio) dร  il via libera per procedere. E da lรฌ iniziano i guai: la pratica procede a singhiozzi: โ€œogni volta pareva tutto a posto, invece dopo tre o quattro giorni ci arrivava una mail con la richiesta di un nuovo documento, dicevano che era ok e poi di nuovo un’altra mail. Invece quando chiamano, lo fanno da un numero privato: certe volte ho anche pensato che fosse uno scherzo. Abbiamo imparato a chiedere il nome e i riferimenti delle persone con cui parlavamo, abbiamo anche ottenuto dei numeri di telefono cosรฌ da poter parlare poi con qualcuno che conosceva la situazioneโ€. Bene, no? โ€œNo, non risponde mai nessunoโ€.

Intanto i lavori procedono – โ€œsono circa 380mila euroโ€ – pagano affitto e dipendenti, giร  assunti: โ€œsono 15 persone di cui ho la responsabilitร , senza di loro non esisterebbe 180 grammi: non posso mica mollarli cosรฌ e dirgli che ci rivediamo a ottobreโ€, li hanno dirottati sull’altra pizzeria, ma non รจ una soluzione che puรฒ durare a lungo: โ€œsiamo stati tre mesi con doppio staff, ma ora rischiamo di affossare anche il primo locale: anche se va bene, non puรฒ reggere con piรน del doppio dei dipendentiโ€.

A un certo punto, continuando a telefonare giorno dopo giorno, cercando di fare piรน possibile rumore, compilare pratiche, inoltrare richieste, pare che le cose si sblocchino. โ€œA quel punto i ragazzi sono stati assunti al nuovo locale, in vista dell’aperturaโ€.ย 

Chiameranno per prendere appuntamento per fare questi lavori, dicono. Data orientativa: metร  giugno. Ci siamo. Il 15 luglio, un mese dopo rispetto la data annunciata, arriva la famosa telefonata, naturalmente รจ una persona nuova che non ha seguito tutta la storia: โ€œImmaginavamo fosse per fissare l’appuntamento cosรฌ da finire i lavoriโ€. Invece no: โ€œci dicono che la palla รจ passata all’Amministrazione Comunale che si prende 60 giorni per decidere se si possono fare questi lavori su strada, quindi se ne parla a fine settembreโ€. Ma se c’era bisogno di un’autorizzazione del Comune, perchรฉ non far partire la richiesta contestualmente e velocizzare il tutto?

Lavori semplici, tempi lunghi

Ma quali sono i lavori da fare?ย โ€œDevono fare un allaccio dalla cabina a terra alla colonninaโ€ messa e pagata da loro. Quanto รจ distante? โ€œsono 4 o 5 metriโ€. Dunque state aspettando quasi sei mesi per fare 5 metri di scavo? โ€œSรฌ. E la cosa piรน paradossale รจ che sulla strada, proprio accanto a dove si deve fare questo buco, ci sono giร  delle squadre di operai perchรฉ stanno facendo dei lavoriโ€. Di chi? โ€œAceaโ€.

I tempi biblici paiono marchio di fabbrica. Un altro esempio? โ€œDovevamo togliere un contatore perchรฉ questo spazio prima era diviso in due localiโ€ quindi c’era una doppia utenza e un doppio contatore. โ€œAbbiamo aspettato 4 mesi. Avevamo la cucina pronta ma non potevamo montarla perchรฉ c’era questo contatore da eliminare, non รจ una cosa complicata: si deve smontare, sono giusto due viti, ma lo deve fare Acea non lo puoi fare mica tuโ€ racconta ancora โ€œun giorno รจ arrivato un addetto senza avvisare, non c’era il proprietario con le chiavi. Ha detto che sarebbe tornato. Lo abbiamo rivisto dopo 3 settimaneโ€. Alla fine il contatore รจ stato tolto, una settimana fa. Spesa? โ€œ1500 euroโ€.

I costi non sono la cosa peggiore, perรฒ: รจ lo sconforto, a dare il colpo piรน duro. E la sensazione di essere in un gioco di scatole cinesi. Si passano le giornate al telefono, perdendo tempo, energia, soldi, entusiasmo. Ma c’รจ un numero dedicato i professionisti? โ€œNo, chiami lo stesso call center cui chiamano i privatiโ€. Spesso ti rispondono persone poco preparate: โ€œti dicono cose sempre diverse, qualcuno ci ha detto che serviva l’ok della Sovrintendenza ai Beni Culturali qualcun altro no. Dopo un po’ capisci che per avere una risposta che potrebbe essere valida, devi fare 5-6 telefonate e mettere insieme i pezziโ€ come un puzzle, insomma, in cui manca sempre qualche tassello. โ€œSe ti va bene, a un certo punto, ti passano l’ufficio tecnicoโ€. A quel punto c’รจ un addetto che segue la tua pratica dall’inizio alla fine? โ€œNo, ogni volta parli con una persona diversa e ricominci a spiegare da capoโ€. Sottoponi il tuo caso e speri. Cose che possono accadere, certo, ma che pesano come una spada di Damocle sulla testa di quegli imprenditori che continuano a investire a Roma.

A oggi, 15 luglio, il locale รจ pronto (al netto dellโ€™energia elettrica) e lโ€™attivitร  ferma, perchรฉ senza un aumento di corrente si puรฒ fare poco: praticamente tutti gli strumenti in cucina sono elettrici, e non solo quelli. Senza gas (arrivato dopo mesi anche quello, dopo essere stato messo su una linea sbagliata), qualcosa ci si puรฒ inventare, senza energia sufficiente non si va da nessuna parte. Dunque Jacopo non solo non guadagna, ma perde soldi, quelli per gli affitti, il personale, delle spese sostenute per i lavori. โ€œSto pensando di provare a organizzarci con dei generatori nostri, ma non รจ detto possiamo farlo. L’unica cosa che so, รจ che adesso ho bisogno di lavorare: non ho la forza economica per aspettare fino a ottobre. Oggi faccio una riunione con tutto il personale, non so cosa dirgliโ€.ย 

La replica di Areti: nota di precisazione al Gambero Rosso

In riferimento allโ€™articolo pubblicato su gamberorosso.it dal titolo โ€œAprire un ristorante a Roma: i ritardi di Acea. Il caso di Jacopo Mercuro e 180 grammiโ€, Acea intende precisare le dinamiche relative alle modalitร  e tempistiche dellโ€™iter dei lavori.

In premessa va sottolineato che il gestore della rete elettrica, come tutte le societร  di servizi, รจ tenuto a seguire lโ€™iter previsto dalla normativa vigente, compreso lโ€™ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte degli enti competenti.

Nel caso specifico, per quanto riguarda le procedure, la richiesta di preventivo รจ pervenuta ad Areti il 10 maggio. A seguito di sopralluogo, Areti ha emesso il preventivo, accettato il 9 giugno, data dalla quale รจ partito lโ€™iter per la realizzazione dei lavori. In aggiunta agli effettivi tempi di lavorazione sono da considerare anche i tempi necessari per ottenere le autorizzazioni: i nulla osta da parte della Sovrintendenza Archeologica e del Dipartimento di Tutela Ambientale sono pervenuti ieri, 15 luglio, mentre Areti รจ ancora in attesa dellโ€™autorizzazione da parte del Municipio per la licenza per avviare gli scavi.

Si tratta di un intervento particolarmente articolato che prevede la posa di circa dieci metri di cavi dalla cabina secondaria alla nuova presa, e lโ€™adeguamento del quadro elettrico, oltre ai lavori di competenza del cliente che dovrร  realizzare una nicchia esterna necessaria per posizionare le apparecchiature elettriche.

Non appena il cliente avrร  proceduto e non appena arriveranno le autorizzazioni da parte del Municipio, Areti potrร  procedere allโ€™aumento di potenza richiesto dal cliente.

a cura di Antonella De Santis

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