A Lipsia, un tempo in Germania dell’Est, c’è un ristorante dove la DDR non è un ricordo sbiadito ma una scenografia ancora vivida. Si chiama Gaststätte Kollektiv (Osteria Collettiva) ed è una delle taverne più originali della città tedesca. Seduti ai tavoli in formica fra memorabilia, carte da parati anni Settanta in versione socialista, credenze d’epoca, grossi telefoni a disco e addirittura insegne stradali intitolate a Lenin, si entra in un mondo parallelo: quello della Germania pre-1989, l’anno della caduta del Muro di Berlino. Un’epoca di economia pianificata, di scarsità e rarità d’ingredienti stranieri, allora a dir poco “esotici”, e quindi di cucina popolare, tradizionale, semplice e ripetitiva nell’offerta.
Bottiglie vintage con etichetta politicizzata al Gaststätte Kollektiv di Lipsia
Il bar del Gaststätte Kollektiv di Lipsia
Il locale è pensato così, senza filtri e con un pizzico di nostalgia, non un vintage modaiolo, ma un salto retrò e un po’ ironico nella convivialità quotidiana della ex DDR, la Repubblica Democratica Tedesca. La cucina segue la stessa logica: niente o poche rivisitazioni, piatti popolari, rustici, sostanziosi, campagnoli. Come lo Jägerschnitzel, un piattone unico di fusilli con sugo dolce alla cipolla e tre cotolette fritte di salsiccia di cacciagione. Tutto insieme, le cotolette “sbattute” sulla pasta: primo, secondo e contorno in unica soluzione. E la tavola è servita.
E ancora: il Mutzbraten, carne di maiale della Turingia grigliata su legno di betulla, oppure l’involtino di cavolo della Sassonia, il land a cui appartengono Lipsia e Dresda, un classico del menu di ogni mensa socialista, da accompagnare con birra tedesca o della vicina ex Cecoslovacchia. Infine il dessert, un Kalter Hund, un biscotto wafer al cioccolato con panna, ciliegie calde, crema e una fetta d’arancia, un esotismo però introvabile nella ex DDR (forse sulla tavola di qualche funzionario di partito), che visto con l’occhio di oggi potrebbe diventare un simbolo della “contaminazione capitalista”. Il conto, anche questo, è molto demokratisch: 25 euro per 3 portate.
Kalter Hund, un wafer al cioccolato con panna, ciliegie calde, crema e fetta d’arancia
Il Kollektiv non si nasconde dietro la nostalgia: mostra il passato com’era, con mobili spaiati e luci calde, mescolando memoria storica e umorismo. “Tra carte da parati dai motivi del passato e mobili che ripropongono l’aspetto originale, serviamo la classica cucina della DDR con tanto amore e un pizzico d’ironia”, spiega il sito internet del locale, anche questo molto scarno, ridotto all’essenziale. Per gli appassionati del genere esiste poi un sito web che segnala in tutta la Germania i locali retrò in stile e con cucina della DDR.
Arredi anni Settanta in stile DDR al Gaststätte Kollektiv di Lipsia
Ma Lipsia non vive di passato. Anzi, la città è tra le più dinamiche dell’Est riunificato e negli ultimi anni ha scommesso sul recupero del suo patrimonio industriale. Quartieri come Plagwitz e Lindenau sono diventati laboratori urbani dove ex fabbriche ospitano studi creativi, gallerie, caffè e co-working. Il Westwerk, ad esempio, è un’ex fonderia socialista oggi trasformata in spazio culturale con bistrot, arte urbana e mercatini. Lo Spinnerei, un antico cotonificio dell’Ottocento, ospita invece decine di gallerie, un cinema indipendente, un museo d’arte contemporanea, atelier di architetti, stilisti, disegnatori di gioielli, caffè e bistrot.
Foto di Massimiliano Rella
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