Recensioni

Ecco come si mangia nel ristorante aperto in un giardino segreto di Venezia

Da Lorenzo รจ il ristorante fine dining nascosto nel sestiere di Cannaregio. Un locale che ha grande potenzialitร  ma che forse dovrebbe farsi vedere di piรน

  • 25 Agosto, 2025

Cannaregio รจ forse il sestiere piรน sottovalutato di Venezia, il piรน tranquillo e spirituale. Qui non troverete leย mandrie di turisti in infradito, pur essendoci luoghi incantevoli come il Ghetto, vero luogo di ricarica dellโ€™anima. รˆ qui che si acquatta lโ€™NH Collection Venezia Grand Hotel Palazzo dei Dogi dove ha aperto dallo scorso giugno il ristorante Da Lorenzo – Al Giardino Segreto by Paulo Airaudo, che reca la firma dello chef italo-argentino (qui la nostra intervista) con sei stelle Michelin in varie location nel mondo e che in Italia ha un’altra insegna a Firenze, Luca’s.

Lo chef Paulo Airaudo

Un giardino incantato

Prima di tutto รจ bello raccontare il nome del ristorante, il giardino segreto nascosto allโ€™interno dellโ€™albergo, un luogo incantato di oltre 2mila metri quadri creato nel XVIII secolo da Lorenzo Patarol, autore dellโ€™omonimo Erbario che oggi costituisce la piรน antica raccolta botanica conservata al Museo di Storia Naturale di Venezia.

Lโ€™ho visitato in un giorno di pioggia, che da un lato ha reso la mia passeggiata frettolosa e gocciolante ma dallโ€™altro sembrava rendere il tutto ancora piรน riflessivo. Il giardino termina in un molo che si affaccia sulla laguna, da cui si vedono le isole di Murano e San Michele e, nei giorni limpidi (non era il mio caso) le Alpi. Ancora oggi nel giardino si trovano piante rare, esemplari plurisecolari ed elementi storici โ€“ tra cui unโ€™antica ghiacciaia, un ponticello e la statua della Vergine Maria, che i visitatori possono visitare liberamente.

Una parte del giardino segreto

Tante ispirazioni

รˆ in questo contesto che si trova il ristorante Da Lorenzo (naturalmente il nome รจ una dedica a Patarol), unโ€™insegna destinata a trovare il suo posto tra quelle che vale la pena segnalare nella cittร  lagunare, che non sono piรน pochissime come qualche anno fa ma nemmeno cosรฌ tante. Un luogo dove si puรฒ assaggiare unโ€™interessante cucina a metร  strada tra le tante ispirazioni dello chef argentino, la meridionalitร  dei resident chef Salvatore Paladino e Alfonso Esposito Ferraioli, e il territorio che spunta in tante parti del menu con i suoi tanti prodotti, dalle erbe e gli ortaggi di Santโ€™Erasmo ai prodotti ittici della laguna.

La sala

Due menu da 170 e 120 euro

IHo assaggiato il menu degustazione piรน ampio, lโ€™Emozioni, che costa 170 euro (lโ€™altro, il Sensazioni, costa 120 e sbianchetta due portate, la pasta fresca e la carne). Partenza con un Consommรจ, che da menu dovrebbe essere di carciofo di Santโ€™Erasmo ma che, a causa della sua non disponibilitร  โ€“ non segnalata perรฒ nel menu, nemmeno in quello che mi verrร  donato a fine serata –ย  diventa di bruschetta al pomodoro: caldo e rinfrescante, un piacevole ossimoro.

Poi una parata di quattro snack tutti allโ€™insegna della mimesi: un Tacos che si finge sarde in saor, un cannolo siciliano ripieno di calamaro alla cacciatora, una cialda di pan brioche con maionese allo zafferano, crema di piselli e cialda di olive nere che gioca ai risi e bisi e una variazione di barbabietola con gel allโ€™umeboshi, crema di formaggio caprino con funghi e caprino con funghi che cita i casoncei ampezzani. Prima delle portate vere e proprie cโ€™รจ anche il servizio del pane, che qui come nel magistero di Niko Romito diventa una portata vera e propria: notevole la ciabatta con pomodori secchi e i cracker di semi misti, senza infamia e senza lode la focaccia rosmarino e olio e i grissini al polline di finocchietto.

Nota di merito per il burro di Normandia al quale uno stampo (โ€œnon sa che cosa abbiamo fatto per farne produrre unoโ€, mi confessa il manager del ristorante Mauro De Martino) dร  la forma della basilica di San Marco.

Il benvenuto dello chef

L’antipasto

I piatti principali sono cinque: prima di tutto un Carpaccio di ricciola dry aged con olio di alga kombu arrostita, condito con sale maldon, rifinito con rape di Chioggia, erbette selvatiche e con il tocco decisivo del succo di finocchio leggermente speziato e affumicato (tocco questo rivendicato personalmente da Paladino) con olio al porro a dare aciditร , un piatto di buon equilibrio che รจ un classico di Airaudo.

I primi

Poi due piatti di pasta: uno Spaghetto monograno Felicetti cotto in estrazione di canocchie con variazione di pomodoro, uva di mare, erbe balsamiche, canocchia leggermente marinata con sale e pepe di Giava potentemente mediterraneo, soddisfacente e confortevole (ma forse la porzione in un percorso siffatto รจ un poโ€™ eccessiva). E un Tortello ripieno di anatra confit, mantecato con burro emulsionato, timo e il suo fondo che รจ molto riuscito: forse il piatto della serata.

I secondi

Quindi le due portate principali. Per il pesce una coda di rospo anchโ€™essa dry aged, passata in yakitori con spezie giapponesi, nappata con burro goji e accompagnata da una bagna cauda e da un, asparago croccante: il meglio รจ nella carnositร  della coda. Per la carne un piccione toscano cotto in carcassa e โ€œspiedinatoโ€ con crema di cipolle, maionese ai funghi, un fungo cotto alla brace e il fondo di piccione. Buon piatto ma giร  visto.

La Panna cotta con caramello di patata dolce

I dolci

Dolci sorprendenti malgrado la stanchezza delle papille gustative. In particolare quello principale, una panna cotta condita con caramello di patate dolci e crumble allโ€™avena e noci e rifinito con sale maldon e fiori di stagione, e alcune gocce di aceto balsamico di Modena 25 anni dellโ€™azienda Bonini, che riesce a essere al contempo leggero epperรฒ dolce, sfuggendo all’insopportabile trappola del dolce-non-dolce cosรฌ sbandierato oggi.

Il bilancio

Una buona cena, che mi ha mostrato un giovane talento, quello di Paladino, uno scricciolo di chef capace perรฒ di dare una sua impronta personale alle idee di Airaudo. Altri punti forti: il ritmo giustamente sostenuto della cena (ho mangiato in due ore tonde, e il fattore tempo รจ sempre piรน importante nel fine dining contemporaneo), il servizio di stoffa spessa di De Martino, maรฎtre di altri tempi, e il talento della sommelier Varvara Viarshynina nel proporre abbinamenti piรน emozionali che tecnici.

Il giardino segreto

Nota dolente invece la quasi totale assenza di altri di clienti, pur con qualche attenuante: la serata piovosa di mercoledรฌ, la posizione eccentrica del ristorante, lontano dai flussi turistici, la segnalazione troppo discreta dallโ€™insegna dallโ€™esterno, il poco tempo trascorso dallโ€™inaugurazione del ristorante. Su alcuni di questi fattori si potrร  lavorare, il materiale cโ€™รจ, il tempo speriamo: sarebbe un peccato che una cittร  affamata di insegne di alto livello non lo concedesse a questa.

ยฉ Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma

Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]

Made with love by
Programmatic Advertising Ltd

ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd