Cinecittร 

Hana Pocha, il primo pub coreano nascosto tra le strade di Roma

Un piccolo angolo della Corea del Sud si trova in una stradina silenziosa nei pressi della fermata Subaugusta, nel cuore di Cinecittร 

  • 05 Luglio, 2025

Ci si arriva per caso, o perchรฉ qualcuno ti ci ha portato. Nessuna vetrina illuminata o insegna vistosa ad annunciare la presenza di Hana Pocha, solo una portincina di legno scuro nascosta in una traversa appartata, su cui campeggia in piccolo la parola pub. Poco sotto, quasi a suggerire unโ€™altra geografia, sventola discreta una bandierina coreana. Lโ€™ingresso รจ semplice, spartano, e potrebbe sfuggire a chi cammina distrattamente. Ma appena si apre la porta, tutto cambia.

Foto credit: Martina Chirico

Fuori il traffico di Roma, dentro Seoul

Allโ€™interno, lo spazio รจ raccolto, con pareti marroni e pochi tavoli, disposti senza troppa simmetria. Lโ€™ambiente convince per onestร : niente decorazioni forzate o dettagli caricaturali. Appena ci si siede, la musica K-pop avvolge tutto: dalla tv partono le note dai music video di BTS, Blackpink, Stray Kids, Twice, e se siete tra pochi clienti, potete anche chiedere la vostra canzone coreana preferita e sarete accontentati. Chi guarda con attenzione scopre dettagli che non sono messi lรฌ per moda: il poster del film cult Oldboy (2005) โ€“ quel capolavoro disturbante firmato Park Chan-wook โ€“ e immagini di icone coreane sparse tra le pareti, dai volti noti del cinema a quelli della scena musicale piรน amata.

Non cโ€™รจ pretesa, ma unโ€™autenticitร  che si sente nellโ€™aria, un rifugio per chi cerca davvero la Corea piรน popolare, quella delle notti passate a bere sotto le tende delle pojangmacha, i chioschi ambulanti di strada dove si mangia, si beve e si chiacchiera, spesso tra sconosciuti. รˆ proprio da qui che nasce il nome Pocha cioรจ, una forma abbreviata e affettuosa per riferirsi a quei luoghi effimeri ma calorosi, che in Corea sono vere e proprie istituzioni notturne.

Dai Tteokbokki al Bibimbap

Il menu, scritto a mano su fogli plastificati, si legge su una bacheca appesa al muro. Non ci sono centinaia di piatti: la scelta รจ essenziale, voluta cosรฌ, perchรฉ, come spiega il signore che ci accoglie dietro il banco โ€“ cappellino Nike in testa, polo blu e un sorriso gentile โ€“ ยซla formula lโ€™ha voluta mio figlio. Abbiamo aperto tre anni fa. Allโ€™inizio avevo paura perchรฉ gli italiani sono molto legati alla loro cucina e non รจ facile introdurre nuovi sapori. Cosรฌ abbiamo scelto pochi piatti, quelli piรน amati anche allโ€™estero. In altre cittร  europee questo tipo di locale funziona moltoยป.

Buoni i tteokbokki, gnocchi di riso morbidi e piccanti, affogati in una salsa rossa densa e speziata, sono uno dei simboli dello street food coreano. Gli ojingeo twigim, calamari fritti croccanti allโ€™esterno e teneri dentro, portano il sapore del mare di Busan direttamente sulla tavola. E poi gli iconici sunsal sak twigim, deliziosi bocconcini di pollo fritto disossato, dorati e saporiti, serviti con una salsa leggermente dolce e piccante. Il bibimbap, piatto simbolo della cucina coreana: riso, verdure saltate, uovo, carne o tofu, da mescolare con cura prima di iniziare a mangiare. Anche i contorni non sono trascurati come il danmuji, daikon marinato e tagliato a fettine.

Tutto รจ cucinato da chi vive quei sapori da sempre, e si sente. Non cโ€™รจ ricerca di estetica da social: i piatti arrivano fumanti, generosi, quasi sempre da condividere. รˆ la cucina casalinga di una classica famiglia coreana.

Tra un bicchierino di soju e una bottiglia di birra

Le birre coreane Cass e Kloud, fresche e leggere, sono perfette per accompagnare i fritti. Ma รจ con il soju che si entra nel vero spirito del Pocha. Distillato chiaro e potente che presenta anche vari gusti, il soju รจ un rito, non solo un alcolico. Si beve in piccoli bicchierini, mai da soli, spesso con dei giochi che rendono la serata indimenticabile. Cโ€™รจ il tornado soju, che prevede di agitare la bottiglia con un vortice per creare una spirale prima di versarlo. Oppure lโ€™APT, un gioco che coinvolge una canzone, la disposizione delle mani a formare una torre e l’estrazione casuale di un numero, chi perde beve.ย 

E poi cโ€™รจ il gojin gam lae, il cosiddetto sapore contrastante (letteralmente dopo lโ€™amaro viene il dolce). Si tratta di un cocktail composto da due parti distinte: sul fondo di un bicchiere grande si inserisce prima un bicchierino con una bevanda dolce, poi un altro bicchierino con uno shot di soju, e infine si versa la birra fino a riempire il bicchiere. Il tutto viene bevuto in un solo sorso. Da provare anche il so maek, il classico mix di soju e birra piacevolmente beverino, che viene miscelato con un colpo deciso di bacchetta. Il vino di riso, il makgeolli, รจ unโ€™altra chicca da non perdere: lattiginoso, leggermente frizzante, ha una dolcezza rustica che lo rende unico. Perfetto per chi cerca qualcosa di diverso dai soliti cocktail.

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