Il ristorante da non perdere di vista lo ha aperto un italiano al Cairo, ma niente campanilismi, non serve. Il merito del successo di Khufu’s non dipende tanto dalla matrice tricolore (fa parte del gruppo Pier88 dell’italiano Giovanni Bolandrini), ma da una cucina di altissimo livello e una vista che definire mozzafiato non basta: affacciato sul parco archeologico di Giza guarda le principali piramidi della necropoli, tra cui quella di Cheope, che qualcuno chiama Khufu, la più antica e grande, una delle 7 meraviglie del mondo antico.
Questo è il biglietto da visita, un elemento di attrazione unico al mondo, ma non basterebbe a spiegare perché la World’s 50 Best Restaurant, la più influente classifica internazionale, avrebbe deciso di scommettere su questa insegna tra le millemila visitate e raccontate dal team.
A fare la differenza sono la visione di Bolandrini, insieme alla proposta gastronomia e alla mano di chef Mostafa Seif che sta elaborando una inedita cucina egiziana contemporanea, personale e ispirata. Seif si immerge nelle proprie radici, celebra la cucina rurale, la legge con talento, tecnica e grande sensibilità per riformularla dall’interno, percorrendo nuove strade, ma senza cambiare direzione. Prova ne sia la sua versione del koshari, il piatto nazionale egiziano a base di riso, pasta e lenticchie che nella sua infanzia era arricchito da uova; lui oggi lo trasforma in insalata, la serve fredda con uova di quaglia, aggiunge ceci croccanti e cipolle fritte per migliorare la texture, ne valorizza strutture e paesaggio aromatico, a partire dalle spezie di cui è maestro. Piatto povero, umile che chef Seif decostruisce, come fa con altre pietanze domestiche, che alleggerisce conservandone la matrice di cucina dell’anima, attualizzata però al palato contemporaneo. Con – a corollario – una drink list studiata per sposare la proposta gastronomica che non trascura le istanze plant based, punto di contatto tra tradizione gastronomica locale e moderne istanze alimentari. E poi ha quel tanto di glamour che la fa diventare destinazione dei locals più modaioli, e non solo, perché oggi Khufu’s è nel mirino dei gourmet globtrotter.
Seif – origini nell’Egitto rurale, dove che ha iniziato a praticare la cucina dal carretto di cibo di strada della sua famiglia – è diventato un volto noto anche grazie alla vittoria a Top Chef Arabia nel 2017 e Top Chef Middle East nel 2018, attirando l’attenzione internazionale con Khufu’s: miglior ristorante d’Egitto e n. 4 dei 50 Best Restaurants 2025 del Medio Oriente e del Nord Africa. Khufu’s ha ora vinto anche il One To Watch dei World 50 Best Restaurants 2025 che premia i ristoranti emergenti che stanno guadagnando un posto di rilievo nel panorama gastronomico globale, conquistando l’attenzione internazionale. Khufu’s lo fa scrivendo un nuovo capitolo della cucina egiziana. L’obiettivo dichiarato di Bolandrini era restituire qualcosa al popolo egiziano, dare ai locali e al resto del mondo un motivo per riscoprire questa antica cucina, creando un’esperienza culinaria unica, che fondesse l’anima del patrimonio egiziano con l’ospitalità contemporanea. Obiettivo raggiunto.
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