Che sia il traghetto verso Spagna, Grecia o Sardegna o magari la partenza per qualche crociera, Civitavecchia รจ sempre la risposta giusta soprattutto quando a imbarcarsi sono i romani. In veritร perรฒ, questa cittadina portuale merita di essere visitata e non solo attraversata perchรฉ custodisce un interessante patrimonio storico e artistico. A due passi dal porto cโรจ la fortezza costruita da Michelangelo Buonarroti, poco piรน avanti cโรจ una fontana realizzata da Vanvitelli e poi, proprio nel centro storico civitavecchiese, cโรจ una pizzeria che da oltre 70 anni propone una pizza completamente diversa rispetto alle tonde piรน famose: รจ quella della storica Pizzeria del Ghetto.
Per raggiungere la pizzeria, si attraversa un poโ tutto il ghetto. Decisamente una bella passeggiata tra le mura di questa parte di Civitavecchia voluta da Papa Innocenzo XII, abitata per lo piรน da pescatori e commercianti non fossโaltro per una certa comoditร logistica visto che si trova a due passi dal mare. Ad aspettarci cโรจ la signora Silvia, mentre arriviamo la vediamo armeggiare accanto alla fontana: sono le 17, da lรฌ a poco la pizzeria avrebbe aperto al pubblico e Silvia sistemava lo spazio esterno. Entriamo nel locale, la squadra di cucina รจ giร allโopera e mentre lโimpasto viene spezzato e il forno a legna portato a temperatura, ne approfittiamo per fare due chiacchiere con lei e farci raccontare la storia di questa pizza cosรฌ particolare e del locale ovviamente.
ยซTutto รจ iniziato negli anni Cinquanta. Un artigiano toscano di Chiesina Uzzanese (un piccolo paese in provincia di Pistoia) veniva a Civitavecchia a vendere cuoio e pellami. Per incrementare il suo giro di affari, decide di aprire un piccolo forno qui al ghetto dove faceva qualche filone di pane e queste ruote gigantesche di pizza tondaยป. Era il primissimo dopo guerra, da lรฌ a breve sarebbe partito il boom economico ma il secondo conflitto mondiale era appena finito, lasciando fame e tanta povertร . Cโera solo da riempire lo stomaco velocemente e con un impasto di acqua e farina steso bello alto, sporcato con un poco di pomodoro, ci si riusciva facilmente. La pizza piacque da subito, il locale lavorava alacremente tanto รจ vero che poco dopo lo stesso proprietario ne aprรฌ un altro nella vicina Tolfa, ancora oggi operativo col nome di pizzeria Adriana.
ยซMio marito (Giuliano Pampinella, ndr) entrรฒ a lavorare in questa pizzeria da giovanissimo, erano gli anni โ70 faceva il ragazzo di bottega. Davanti al forno ci ha trascorso piรน di quarantโanni della sua vita – racconta Silvia – questo locale รจ un pezzo di storia della nostra famigliaยป. Negli anni โ90 Silvia e suo marito rilevano la pizzeria e iniziano a gestirla, purtroppo perรฒ il signor Giuliano scompare nellโagosto del 2019 ยซnon mi sono fatta schiacciare dal dolore – spiega Silvia – ho portato avanti lโattivitร insieme a mio figlio Simone e ai nostri collaboratori. Non volevo che andasse persa la tradizione di questa pizza e la profonda dedizione al lavoro di mio maritoยป.
Parliamo di una pizza che nella forma รจ completamente diversa sia dalla napoletana, che dalla romana. Si parte dalla massa realizzata con acqua, farina, olio extravergine di oliva e lievito di birra; sโimpasta e si fa lievitare direttamente nella macchina impastatrice per sole due ore. Siย passa alla formatura dei panetti dalla pezzatura generosa (circa 400 grammi), quindi la stesura col mattarello lasciandola piuttosto alta. Infine in teglia dove viene condita e poi cotta in forno a legna per circa 8 minuti. ยซIl risultato รจ una pizza tonda molto grande, alta con la base croccante e lโinterno morbido – spiega Silvia – la cuociamo in teglie realizzate in Toscana con una lega di ferro e acciaioยป.
Una pizza semplicissima, che disattende completamente tutte le regole della lunga lievitazione o dellโaltra idratazione ยซNon abbiamo mai cambiato nulla, lโimpasto รจ sempre lo stesso dallโapertura di 70 anni faยป. E anche sui gusti, pochissime variazione fatta eccezione per qualche aggiunta, infatti oltre alla rossa con le acciughe, la margherita e la civitavecchiese – buonissima, sempre base rossa condita con peperoncino e pasta di acciughe – negli ultimi anni si รจ aggiunta anche la boscaiola con base bianca. Sono pizze molto grandi, dal diametro di quasi 40 centimentri, una รจ sufficiente per 2 o anche 4 persone, appena escono dal forno a legna vengono sistemate sul bancone quindi i clienti scelgono i gusti desiderati e poi si passa al taglio, rigorosamente fatto con le forbici ed รจ infatti per questo motivo che la pizzeria da molti รจ conosciuta col nome di Il Forbiciaro.
Il servizio รจ di quelli veloci e spartani, la pizza viene sistemata su carta alimentare e infine su dei vassoi; ci si siede in uno dei tavoli della sala interna o di quelli sociali allโesterno. ยซDa noi si mangia velocemente, facciamo solo pizza e niente fritti. ร un posto alla buona ma prepariamo tutto con grande impegno e passioneยปย conclude Silvia, mentre taglia con scioltezza 3 ruote di pizza per un gruppo di americani di passaggio a Civitavecchia prima dโimbarcarsi per chissร dove.
Pizzeria del Ghetto – via Luigi Cadorna, 17 – 00053 Civitavecchia RM
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