Nella Capitale trovare un ristorante di pesce che offra un buon rapporto qualitร -prezzo puรฒ essere una missione ostica. Nel proliferare di indirizzi ci si trova a spendere o una fortuna โ considerata la fascia di prezzo spesso proibitiva โ oppure a imbattersi in una proposta di mare piรน โdemocraticaโ, ma non pienamente soddisfacente. Cosa che ha reso la categoria per lo piรน quella delle grandi occasioni, ricercata dalle persone per celebrare qualcosa di speciale. La crescita negli ultimi anni delle risto-pescherie รจ stata in tal senso la risposta del settore allโesigenza di riavvicinare il pubblico attraverso una formula che fosse piรน popolare e accessibile ma che, al contempo, contenesse i costi di gestione. Tra le insegne marinare della fascia intermedia divenute un punto di riferimento nel quartiere dellโEur cโรจ Livello 1, poco distante da uno dei panifici migliori di Roma. Ma purtroppo, a differenza del passato, quello che abbiamo assaggiato durante la nostra ultima visita non ci ha convinto.
Aperto nel 2016 da Emilia Branciani, Livello 1 rappresenta un angolo eclettico di Roma Sud, tra ristorante, bistrot (Livellino) e Pescatoria, la pescheria che allโoccorrenza prepara anche menu dโasporto. Gli interni ampi, caratterizzati da tonalitร bianche, rami dโalbero e una vistosa grafica retroilluminata dellโhabitat tipico delle profonditร oceaniche, possono accogliere settanta coperti. A dividere lโarea ospiti dai fornelli una lunga vetrata attraverso la quale si puรฒ apprezzare lโattivitร culinaria. Una sala tra il classico e il contemporaneo, concepita pensando al rapporto naturale fra terra e acqua, e che vuole essere sia immersiva che elegante. Quasi a costruire una dimensione parallela rispetto alla quotidianitร caotica del quartiere. Lโimprenditrice ha affidato le redini della cucina al giovane Mirko Di Mattia, che dagli esordi si rifร a un registro gastronomico grossomodo tradizionale, integrato qua e lร da elementi di modernitร . Il cuoco sposa la โsemplicitร โ muovendosi in base al pescato giornaliero derivante dalle aste cui partecipa online.
Carpaccio di salmone, salsa rapa rossa, mandorla e basilico
Come si scrive sul profilo Instagram, freschezza e qualitร sono principi irrinunciabili. E continuando a leggere, da quanto si declama, ci si aspetta ยซsolo pescato locale di prima sceltaยป. Ecco che dopo aver assaggiato un buon โprosciutto di tonnoโ e una discreta interpretazione dellโoliva allโascolana (preparata con la palamita), inclusi nel benvenuto, siamo colti di sorpresa da un antipasto a base di salmone marinato, pesce che viene utilizzato sempre meno nei ristoranti a causa del suo impatto sull’ambiente. Il risultato? Non soddisfacente, in quanto il pesce risultaย affogato in una salsa di rapa rossa stucchevole.
Tagliolini ai gamberi
Gli altri piatti del percorso si sono rivelati senza mordente, fuori giro o incapaci di esaltare le caratteristiche organolettiche della materia prima. Nello specifico, il tagliolino ai gamberi, serviti sia cotti sia crudi, mancava di armonia. La preponderanza dolciastra della bisque di crostacei offuscava la rotonditร del gambero cotto. Ma anche quello crudo era fuori sincrono: sempre la bisque copriva la nota iodata. Infine, la purea di melanzane risultava superflua.
E arriviamo al secondo. La spigola servita insieme a dei funghi champignon (in varie consistenze) restava un pochino scialba, nonostante il tentativo di dare freschezza al piatto con gel al limone. Capitolo dessert: troppi eccessi di forma e sostanza. Estetica che vuole conquistare facendosi opulenta e traendo vigore simbolico da tradizione e memoria. Vale per lโOvettomisรน, un tiramisรน allโarancia racchiuso da una copertura di cioccolato bianco e adagiato su un nido di pasta kataifi, al pari de La tavola di nonna Argentina, che richiama la pratica un tempo piรน diffusa di fare la crostata in casa. Questo assemblaggio zuccherino, composto da un mattarello di pasta frolla ripieno di crema pasticcera, uova di mango inversamente sferificato, semifreddo alla vaniglia e gelatina allโarancia, viene costruito sui ricordi dโinfanzia del cuoco. Pur rispettando il vissuto di ciascuno, il costrutto della nonna ci affascina sempre meno. La riteniamo una retorica superata (trovate tutto nel numero del mensile di giugno in uscita a fine mese). Un peccato visto che il menu degustazione dovrebbe rappresentare la migliore espressione del repertorio di uno chef che, non vincolato dalle richieste della clientela, ha la libertร di mostrare le proprie capacitร e idee.
La tavola di nonna Argentina, mattarello di pasta frolla farcito di crema pasticcera
Della cucina apprezziamo la volontร di farsi in genere diretta, comprensibile, a misura del cliente medio. Probabilmente fra i fattori che hanno reso Livello 1 un ristoro per tutti, con aficionado disposti a spendere ogni tanto ยซpiรน di 100 euro a testa per concedersi un pasto che comprenda pure lo spaghetto con lโasticeยป, come dice lo chef. Ma il pezzo forte della casa sembra in realtร lโaccoglienza. La cortesia e professionalitร del servizio di sala rendono lโesperienza confortevole, ciรฒ che mette a proprio agio i commensali, a prescindere da come si mangia e quanto si paga. Forse, il segreto del ristorante. Troppo poco perรฒ per un locale che nella nostra ultima guida ristoranti si era posizionato su ottimi standard qualitativi, quelli raggiunti da pochi fine dining, alcuni persino premiati.
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