Il panorama del Lago di Como è popolato da splendide ville antiche e sono poche le architetture contemporanee che spiccano. Una di queste è l’hotel Il Sereno che è risorto sulle fondamenta di una vecchia darsena, di cui ha mantenuto le arcate in pietra grigia e il piccolo ricovero per le barche.
L’operazione, come gli interni e gli arredi, è stata affidata a Patricia Urquiola, architetta spagnola di rango che si è formata accanto a nomi illustri come Achille Castiglioni e Vico Magistretti. Da pochi giorni a Patricia Urquiola è stato conferito il Premio Nazionale di Design 2025 per la carriera, conferito dal Ministero spagnolo della Scienza, dell’innovazione e dell’Università per «una carriera eccezionale che ha trasformato il design contemporaneo», come si legge nella motivazione.
All’interno dell’hotel si incastona perfettamente il ristorante Il Sereno al Lago, guidato dal 2016 dallo chef Raffaele Lenzi e dal 2017 stella Michelin. La sala affaccia direttamente sull’acqua e i tavoli accanto ai pilastri godono di una vista unica del lago, un tempo riservata alle imbarcazioni che venivano tirate a secco. Questo incontro tra pietra e legno, in bilico tra antico e moderno, fa da sfondo alla cucina di Raffaele Lenzi: essenziale, concreta e leggera.
Agli ospiti provenienti da tutto il mondo viene offerta la scelta di tre menù degustazione: “Omaggio alla Tradizione” composto da cinque piatti simbolo della cucina italiana rivisitati in chiave moderna; “A Modo Mio”, una selezione di sette portate create dallo chef che rappresentano la chiave di lettura delle sue esperienze internazionali con una solida matrice di scuola italiana; e infine “Vegetali, tuberi e radici” tutta dedicata al mondo vegetale.
Nel percorso “A Modo Mio” Raffaele Lenzi esprime una visione personale della cucina con piatti frutto di mescolanze tra diverse culture, influenze orientali ed esecuzioni impeccabili. Una mano particolarmente felice quando si accosta ai piatti vegetali come il dosa -una piccola crêpe di origine indiana- ripiena di baba ganush e prugna fermentata, oppure la crema con zucchine, salmerino e kefir di capra, perfettamente equilibrata e avvolgente, fino ad arrivare al tempeh di fagioli zolfino al barbeque che simulano le consistenze e profumi di una costina di maiale.
Non mancano i piatti a base di pesce, come il “Lavarello à la plancha con ristretto di cassoela” dove le carni sode e candide del pesce d’acqua dolce vengono accostate a un fondo di carne che ne esalta il sapore, in un connubio tra carne e pesce poco frequentato nella cucina tradizionale, ma gustoso e divertente quando eseguito con sapienza.
Lo spirito giocoso si rivela nel finale con la “Fiesta” una reinterpretazione lussu(ri)osa della merendina a base di cioccolato e curaçao che spopolava negli anni ottanta.
Altra carta importante del ristorante è quella dei vini, dove si possono trovare oltre 800 referenze selezionate dal sommelier Francesco Martinello, divise tra l’italia, con una presenza di grandi blasoni e piccole etichette con un approccio artigianale, ma anche tanta Francia con bottiglie degli champagne più prestigiosi e tanti vigneron indipendenti.
Se la cena è ottima, la colazione però è imperdibile. Scordatevi il ricco buffet: qui i piatti escono espressi dalla cucina secondo le richieste dei clienti: omelette, toast, salumi, pancake, ma soprattutto le uova alla Benedict, vero fiore all’occhiello della colazione del Sereno, eseguite alla perfezione, vengono servite dal personale di sala attento e gentile, tanto di mattina, quanto durante la cena. A contorno dei piatti che escono dalla cucina c’è il carrello dei dolci da cui scegliere diverse specialità -consigliata “La Nuvola”, dolce tipico di Como, creato dal panificio Beretta-, gli sfogliati, il pane, burro, confetture e la frutta fresca. Il modo migliore per iniziare la giornata prima di concedersi un tuffo nella piscina a sfioro affacciata sul lago o un giro in barca messa a disposizione dall’hotel.
L’hotel e il ristorante condividono la stessa atmosfera di eleganza e lusso sussurrato, dove nulla è ostentato ma tutto è pensato per sorprendere con discrezione. È un equilibrio raro, fatto di dettagli che non rubano la scena ma la esaltano: un mondo dove design, natura e creatività si fondono in un’esperienza di rara coerenza.
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