Ci è bastato vedere il sito internet per capire che ci saremmo imbattuti in una realtà unica, fatta di stelle (d’estate ben visibili dalla meravigliosa piazzetta su cui affaccia l’insegna), di relazioni, interrelazioni e ritmi più autentici. Trattoria Cacciaconti è esattamente quel posto che uno vorrebbe tenere per sé ma che poi, spinto dal desiderio di condivisione, racconta agli altri. Ed eccoci qui.
Non appena si varca la soglia di Rocchette di Fazio, frazione in provincia di Grosseto, la sensazione è quella di essere in un set cinematografico, da quanto è bella e curata la piazzetta Cacciaconti che dà il nome alla trattoria di Agata Felluga, nata e cresciuta a Roma ma, come si dice, cittadina del mondo vocata alla storia dell’arte e poi alla regia. «Quando ha inaugurato il Dams a Roma mi sono subito iscritta, facendomi convalidare gli esami dati a Storia dell’arte. L’emozione di frequentare una scuola con un approccio un po’ più pratico ha però lasciato presto il posto a un po’ di delusione», racconta Agata, la quale senza troppo pensarci, poco prima dell’agognata laurea, ha deciso di andare a Parigi dove si è avvicinata al mondo della ristorazione: «Ero troppo imbrigliata nel mondo intellettuale, con gli amici passavamo le giornate a “filosofeggiare”, io volevo fare altro, volevo creare qualcosa con le mie mani». Come spesso accade ha iniziato come lavapiatti, all’epoca non sapeva una parola di francese, per poi lavorare come aiuto cuoca in due ristoranti italiani e successivamente in un ristorante stellato, «poi in un altro, in un altro ancora e così via per otto anni. Come si dice? Sono autodidatta». Autodidatta formatasi in cucine degnissime di nota, tra tutte quella di Astrance al fianco di Pascal Barbot dal quale ha appreso il rispetto profondo per l’ingrediente e la concentrazione dei sapori.
Ma le cucine stellate stavano strette ad Agata, o meglio le stavano stretti alcuni codici militareschi sovente presenti in quelle cucine. «È stato lo stesso Pascal a dirmi che avrei dovuto lavorare con Iñaki Aizpitarte. “Le Chateaubriand è il posto giusto per te”, mi ha detto. È stato lungimirante perché effettivamente lì ho avuto un’epifania, ho capito che ci si può anche divertire facendo da mangiare». Qui resta quattro anni – «sono sempre stata molto fedele agli chef con cui ho lavorato» – poi cambia rotta: destinazione Strasburgo, in un altro ristorante. Dopo un po’ decide di tirare il fiato. «Ne avevo bisogno, i ristoranti fine dining non sono il mio mondo. Far da mangiare sì, ma in un altro modo». Così comincia a cucinare in ambiti associativi e musicali, durante i festival, nei centri sociali. «Tutti i miei amici sono artisti e musicisti, mi hanno introdotta nei loro mondi. Mi ha fatto bene: mi è passata la nausea che avevo iniziato a provare nel cucinare».
Specie al pensiero che essere cuoca significasse avere un rapporto esclusivamente monetario con il cliente. «Può sembrare un discorso un po’ utopico, idealista, quasi distopico, in realtà sono spunti di riflessione dei quali bisognerebbe parlare più spesso, perché dovremmo trovare altre formule alternative alla ristorazione classica, legata necessariamente a concetti materialistici e capitalistici, magari sotto forma di aiuti nelle prigioni, nelle carceri, nelle scuole, per aggirare questo schema che poi è diventato un po’ un labirinto», spiega. «Vorrei cominciare a trovare una maniera alternativa di “ristorare” con i miei amici, contadini e vignaioli. Come? Ancora non lo so». Ma Agata sa bene che aver lasciato Strasburgo per Rocchette di Fazio, casa della sua infanzia dagli anni ’70, è il primo passo per fare la rivoluzione: «In campagna ci si può slegare meglio dai dettami del capitalismo, anche solo in termini di mera sopravvivenza».
E così la cuoca autodidatta arriva, anzi torna in Toscana nel 2021, vede il ristorante della piazza principale chiuso da tempo e decide di rilevarlo per aprire la sua Trattoria Cacciaconti il 6 gennaio 2022 trasformando questo paesino di soli 19 abitanti in crocevia di artisti, una su tutti Lèa Bardin, artefice del sito, sito che siamo certi conquisterà anche voi, e fedele compagna di viaggio dall’apertura fino a fine ottobre, «lei è un’artista, tornerà in Francia e continueremo a collaborare per altri progetti». Ma cosa si mangia da Trattoria Cacciaconti? Vi starete chiedendo. «Inseguo gusti di piatti e ricette che ho assaggiato quando ero piccola, in ristoranti nei dintorni che adesso non esistono più. Sono gusti che faccio in modo non vadano persi per sempre, o almeno, ci provo».
Imperdibili sono le sue pappardelle verdi con condimenti di stagione e le tagliatelle al ragù, così come la cecina al rosmarino con hummus di ceci neri, ceci che vanno a comporre altri piatti di una semplicità tanto disarmante quanto necessaria di questi tempi, come ceci, menta e biscotti di sale o lo stinco di maiale (cottura perfetta) con ragù di ceci alle spezie. A completare il quadro una cantina di 120 etichette di cui Agata è orgogliosissima: «Qui siamo all’ombra del Chianti eppure i vitigni della zona sono assolutamente degni di attenzione e di apprezzamento. I vini in carta sono prevalentemente biodinamici e prodotti da persone simpatiche. Lavoro solo con persone simpatiche», aggiunge salutandoci. Non possiamo che auspicare lo stesso anche per noi.
Semproniano (GR) – Rocchette di Fazio – Piazza F. Cacciaconti, 14 – 379 2893604 – trattoriacacciaconti.com
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