C’è un angolo di Sardegna che, più di ogni altro, incanta i visitatori con la sua bellezza naturale e la sua atmosfera sospesa tra mare e storia: La Pelosa, la spiaggia simbolo di Stintino. Celebre per il suo mare dalle sfumature caraibiche e la sabbia fine e candida che sembra cipria, La Pelosa è oggi una delle spiagge più fotografate d’Italia (al terzo posto nell’indagine sulla vitalità in Instagram e TokTok), protagonista indiscussa di post e stories su Instagram. Un paesaggio che non ha nulla da invidiare ai paradisi tropicali, con lo sfondo inconfondibile della Torre Aragonese del XVII secolo, che veglia silenziosa sul litorale e regala scorci da cartolina a ogni ora del giorno.
Il fascino della Pelosa è tanto prezioso quanto fragile, per questo l’accesso è contingentato: solo 1.500 persone al giorno, con prenotazione obbligatoria dal 15 maggio al 15 ottobre. Il biglietto giornaliero costa 3,50 euro a persona, i bambini sotto i 12 anni non pagano, e il controllo degli ingressi è attivo dalle 8 alle 18 tramite QR code. Una misura necessaria per proteggere un’area unica, dove l’arenile e i bassi fondali trasparenti rischiano di deteriorarsi sotto l’impatto di un turismo non regolamentato. Per chi sogna di immortalare questo angolo di paradiso, è bene muoversi per tempo o affidarsi alle strutture ricettive di Stintino che riservano alcuni posti ai propri ospiti.
Il borgo di Stintino, fondato nel 1885 dalle 45 famiglie “esuli” dell’Asinara, conserva ancora oggi il suo legame profondo con il mare e con la pesca del tonno e delle aragoste. A ricordarlo c’è il suggestivo Museo della Tonnara, ospitato in una tonnara storica attiva fino agli anni Settanta, dove il “ricordo della memoria” restituisce voci, immagini e strumenti di un passato che ha forgiato l’identità del paese. Oltre la spiaggia, Stintino è la porta d’accesso privilegiata per l’isola dell’Asinara, oggi parco nazionale, da esplorare in bicicletta, a cavallo o su trenini panoramici: un territorio selvaggio e silenzioso, con calette sotto tutela massima, come Cala Sant’Andrea, e fondali ideali per immersioni tra pesci colorati e gorgonie.
Dopo una giornata alla Pelosa, il viaggio non può dirsi completo senza un’immersione nei sapori locali. Nei ristoranti e nelle trattorie del borgo, spesso affacciate sul porto, trionfano i piatti di mare della tradizione stintinese: il tonno rosso lavorato secondo antiche ricette, la burrida di gattuccio, le aragoste appena pescate, i frutti di mare serviti crudi o in zuppe dal profumo intenso di mare. Non mancano i malloreddus e la fregula conditi con ragù di pesce (ma anche di carne) o bottarga di tonno, il tutto accompagnato da un bicchiere di Vermentino di Gallura, fresco e minerale, perfetto per esaltare la delicatezza del pescato.
La Pelosa non è solo una spiaggia da sogno, ma il cuore di un territorio dove mare, storia e gastronomia si intrecciano in un’esperienza che lascia il segno. Un luogo che invita a rallentare, a rispettare l’ambiente, a vivere la Sardegna autentica con lo sguardo, il palato e il cuore. La cucina di mare negli ultimi decenni ha preso il sopravvento, ma basta spostarsi un pochino verso l’entroterra per incontrare sapori terragni e tradizioni ancestrali nel piatto.
viale la Pelosa, 12 – 079 527115 – ristorantelancorastintino.it
viale La Pelosa, 32 – 079 527089 – ilgabbianostintino.it
loc. Preddu Nieddu – agriturismodepalmas.com – @agriturismo-depalmas
via Sassari, 14 – 079 523007 – hotelsilvestrino.it
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