Itinerari

Macerata e il suo entroterra tra arte, paesaggi, ciauscolo e Vernaccia

Un ideale itinerario circolare collega Macerata, la sua campagna e le colline. Ecco i luoghi da visitare e i prodotti tipici da assaggiare

  • 01 Luglio, 2025

In collaborazione con regione Marche

A unire Macerata e il suo entroterra non รจ solo la geografia, ma una comune identitร  fatta di bellezza diffusa e di piccole comunitร  che custodiscono un patrimonio fatto di arte, storia, natura e gastronomia. Percorrendo un itinerario che parte dalla cittร  capoluogo e si snoda attraverso i borghi circostanti si scopre una terra di equilibrio: tra collina e montagna, tra antiche mura e paesaggi intatti, tra grande musica e sapori rustici. Qui ogni elemento racconta un frammento della stessa storia: quella di una terra discreta, che non cerca clamore per affascinare, ma che sa offrire a chi la visita unโ€™esperienza piena e autentica. Scoprire Macerata, tra una serata allโ€™Opera e un assaggio di vincisgrassi

Vincisgrassi

Macerata, elegante, raccolta, colta

Macerata รจ prima di tutto un vivace polo universitario che ruota attorno ad un ateneo, fondato nel lontano 1290 e tra i piรน antichi dโ€™Europa. Ma Macerata รจ anche una cittร  che custodisce un patrimonio artistico e culturale che attraversa i secoli e spazia dalle architetture rinascimentali alle espressioni piรน contemporanee. Il cuore della cittร  conserva capolavori come il settecentesco Palazzo Buonaccorsi, oggi sede dei Musei Civici e di un originale Museo della Carrozza. Non lontano si trovano il Palazzo Comunale, con la sua facciata neoclassica dominata dallโ€™immagine della Madonna della Misericordia, e la Loggia dei Mercanti, raffinato gioiello rinascimentale commissionato dal Cardinal Farnese.

Ma il vero simbolo culturale della cittร  รจ lo Sferisterio, unโ€™imponente arena neoclassica costruita nel 1829, celebre per lโ€™acustica perfetta e per essere il palcoscenico del Macerata Opera Festival: lโ€™edizione 2025 di questa kermesse – che andrร  in scena dal 18 luglio al 10 agosto – segnerร  un debutto storico per la cittร , per la prima volta infatti lo Sferisterio ospiterร  La Vedova Allegra di Franz Lehรกr, insieme ad altre due pietre miliari di Verdi, come Rigoletto e Macbeth.

E una perfetta serata allโ€™opera non puรฒ che concludersi con un assaggio del piatto simbolo dellโ€™entroterra marchigiano, soprattutto della provincia di Macerata: i vincisgrassi, specialitร  antesignana della lasagna, riconosciuta come STG (Specialitร  Tradizionale Garantita). Composto da strati di pasta allโ€™uovo conditi con un ragรน di carni miste e frattaglie, besciamella e formaggio, questo piatto risale al XVIII secolo e, secondo la leggenda, deve il suo nome a quello (storpiato) di un generale austriaco, il principe Windisch-Graetz, che rimase folgorato dal sapore di questa specialitร  assaporata durante una campagna nelle Marche.

Bollicine che non ti aspetti e il mito del Varnelli

Lasciata Macerata per addentrarsi verso lโ€™entroterra, il paesaggio cambia ritmo: le curve si fanno piรน dolci e le colline punteggiate da filari di vigneti e da vecchi casali in pietra. Percorsi poco piรน di 30 km lungo la vecchia strada statale, si giunge a Serrapetrona, minuscolo scrigno medievale arroccato sulle colline che guardano i monti Sibillini e indissolubilmente legato a una delle bollicine piรน particolari dโ€™Italia: la Vernaccia di Serrapetrona DOCG. Questo vino rappresenta un unicum nel panorama enologico nazionale. รˆ infatti lโ€™unico vino rosso spumante italiano a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, riconosciuto come DOCG nel 2004, ma con radici molto piรน antiche.

La vernaccia nera, il vitigno autoctono da cui nasce, era infatti giร  nota nel Medioevo e il vino che ne derivava era allora considerato un prodotto di pregio, da riservare a nobili e vescovi. Unica รจ anche la tecnica produttiva della Vernaccia, che prevede tre fermentazioni distinte: la prima durante la vendemmia, la seconda dopo lโ€™appassimento naturale di una parte delle uve, la terza in autoclave, per la presa di spuma. Ne deriva un vino, prodotto in meno di 100.000 bottiglie lโ€™anno, profondo, speziato, elegante, con una struttura da rosso e lโ€™anima da spumante.

E il viaggio alla scoperta dei tesori enologici marchigiani non puรฒ che proseguire a Muccia, area di produzione del Varnelli, celebre amaro secco allโ€™anice. Prodotto dalla storica Distilleria Varnelli, fondata nel 1868 dallโ€™erborista Girolamo Varnelli, questo liquore – divenuto il classico digestivo marchigiano – รจ il risultato di una ricetta segreta che unisce piante officinali e tradizione liquoristica. Con il suo gusto secco, deciso e persistente, lโ€™anice Varnelli si distingue per una lavorazione interamente artigianale, ancora oggi condotta a mano, e per lโ€™inconfondibile etichetta su cui campeggia il motto ideato dal figlio del fondatore: โ€œA farmi preferir basta un assaggioโ€.

Borghi sospesi e sapori che restano

Riprendendo il viaggio verso sud-est e percorrendo strade secondarie che si snodano tra boschi, crinali e piccoli borghi, si accede al cuore dellโ€™alto Maceratese. Qui si trovano alcuni borghi tra i piรน belli dโ€™Italia come Sarnano, gioiello medievale perfettamente conservato: il suo centro storico si avvolge a spirale attorno alla Piazza Alta, dominata dalla Torre civica e dalla chiesa di Santa Maria Assunta.

Il borgo รจ legato alle vicende di San Francesco e dei suoi seguaci, ma รจ noto anche per le terme: giร  apprezzate nel XIX secolo, si distinguono per le acque oligominerali particolarmente pure ed
efficaci nella cura di alcune patologie. Proseguendo per pochi chilometri si raggiunge un altro scrigno dellโ€™entroterra, noto anche come il โ€œbalcone dei Sibilliniโ€. Si tratta di San Ginesio, un borgo fortificato del XIV secolo che conserva ancora la possente cinta muraria con torrioni, feritoie e camminamenti di ronda. Nonostante le ferite del sisma del 2016, il paese custodisce importanti monumenti, come il Teatro Leopardi, la chiesa di San Francesco dellโ€™XI secolo e i giardini di Colle Ascarano, dove si trova un belvedere che regala una vista mozzafiato, che abbraccia, con un solo sguardo, il mar Adriatico, il Gran Sasso e i Monti della Laga.

Ed รจ proprio in questi borghi cosรฌ legati alla terra e alla tradizione che si puรฒ gustare una delle specialitร  piรน identitarie della gastronomia marchigiana: il ciauscolo. Frutto della sapienza contadina, dove nulla andava sprecato e tutto doveva nutrire, il ciauscolo era storicamente il salame โ€œdi passaggioโ€, da consumare nei primi giorni dopo la macellazione.

La ricetta, riconosciuta oggi dal marchio IGP (dal 2009), รจ tanto semplice quanto rigorosa: carni di spalla e pancetta finemente macinate, condite con aglio, vino bianco, pepe e sale. Il salume viene poi leggermente affumicato e lasciato stagionare per almeno 15 giorni, ma la vera particolaritร  del ciauscolo รจ la consistenza spalmabile: si scioglie sul pane come burro, liberando profumi intensi di carne, aglio ed erbe di montagna.

Tra botti, abbazie e spazi verdi

Lasciato San Ginesio alle spalle, lโ€™itinerario piega verso nord-ovest, disegnando un ideale anello che lentamente risale verso Macerata. Lungo questa direttrice, affacciato sulla valle del Fiastra, sorge Loro Piceno, borgo di origine medievale che conserva intatta la sua identitร : le mura, il castello, i vicoli acciottolati e le chiese che narrano secoli di storia. Ma Loro Piceno รจ soprattutto la patria del vin cotto. Ottenuto dalla lenta bollitura del mosto dโ€™uva in grandi caldaie di rame, il vin cotto era un tempo il vino delle feste e ancora oggi si produce secondo un metodo artigianale, invecchiato in botti di rovere e conservato in piccole cantine scavate nel tufo.

Infine, si fa ritorno verso Macerata per concludere il viaggio in unโ€™oasi di quiete e bellezza: la Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, uno dei piรน importanti esempi di paesaggio agrario storico delle Marche, rimasto quasi intatto nel tempo. Qui, tra boschi, sentieri e i resti dellโ€™antica Abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra, risalente al XII secolo, termina un itinerario che restituisce il senso di equilibrio e di benessere che caratterizza, da sempre, il modo di vivere marchigiano.

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