Il morzello o morzeddhu รจ un piatto identitario di Catanzaro e della sua gente, come anche di una buona parte della Calabria centrale. Un piatto non solo in cui costruire una tradizione secolare, ma anche una sua antropologia. Intorno al morzello si sviluppano infatti le putiche, con una loro economia domestica e anche femminile; si pensa ad un pane che lo possa contenere, la famosa pitta, come una sorta di cibo di strada; con il tempo nascono anche i locali dedicati e oggi, dopo un periodo di declino, stanno tornando in auge nuove botteghe che con orgoglio rilanciano questa preparazione.
Siamo di fronte ad una sostanziosa preparazione di quinto quarto di bovino, piรน specificatamente trippa, composta da reticolo, rumine e cento pezzi, cuore, polmone, milza, intestino crasso ed esofago, cotto nella salsa di pomodoro, alloro, origano e peperoncino piccante. La cottura, che avviene in grandi pentoloni di alluminio o in pentole di terracotta se la quantitร รจ contenuta, รจ lenta e lunga, il sugo deve โpippiareโ per diverse ore e il morzello รจ pronto quando i vari pezzi di carne sono morbidi e scioglievoli. La sua caratteristica il profumo di origano che si spande tutto intorno e quella piccantezza che non deve mai mancare.
Secondo alcuni, il piatto affonderebbe le sue radici nellโepoca della dominazione saracena, tra la fine del IX e lโinizio del X secolo. Un piatto simile si ritrova nella tradizione culinaria araba: una sorta di focaccia schiacciata, simile nellโimpasto alla pitta, servita con intingoli ricchi di spezie, spesso consumata quotidianamente. A rafforzare lโipotesi di unโorigine araba cโรจ anche la scelta della carne: il morzello, infatti, viene preparato esclusivamente con carne e frattaglie di bovino, escludendo rigorosamente il maiale. Altri studiosi, invece, ne collocano le origini tra Catanzaro e i territori di Tiriolo e Taverna, riconducendolo a unโantica ricetta di tradizione ebraica che aveva tra i suoi ingredienti principali le interiora di vitello. Diverse le ipotesi, la cosa certa รจ che questo piatto di umili origini ha conquistato per secoli il palato di un intero popolo senza distinzione di ceto sociale, fino a diventare il simbolo gastronomico di Catanzaro.
Il morzello, inoltre, รจ stato il primo prodotto catanzarese a ottenere la De.Co. โ Denominazione Comunale dโOrigine – e nel tempo sono state proposte anche delle varianti della ricetta: fra queste il morzello di baccalร , in uso storicamente il giorno del Venerdรฌ Santo e molto usato a Mammola; il morzello di trippa, costituito solo dalla trippa del vitello; il morzello minutu, preparato con le interiora del capretto e dellโagnello; il soffritto di maiale, realizzato per lโappunto con carne ed interiora di maiale.
Intorno alla preparazione, dal momento della pulizia della trippa, dal taglio in piccoli pezzi (in dialetto morzi e da qui forse lโetimologia dello stesso nome) alla cottura, fino al momento del consumo intorno a questo piatto tipico si disegna una vera e proprie ritualitร .ย Per prima cosa va detto che il morzello si mangia dentro la pitta e senza lโaiuto delle posate, a meno che non venga servito al piatto per una questione di comoditร . Si mangiava, come recita un detto popolare, anche bestemmiando perchรฉ bollente e atto a colare โgargi gargiโ ad ogni morso. La pitta รจ il classico pane catanzarese a forma di ruota, stretta e con un ampio buco al centro, crosta croccante e poca mollica, si taglia in quattro parti ogni quarto รจ una porzione, si apre in due tipo libretto e si riempie abbondantemente, in modo da farla inzuppare e ammorbidire bene con il sugo caldo.
Come ci ha raccontato Salvatore Talarico, nome storico del morzello a Catanzaro e proprietario dellโultima morzelleria storica, in cittร negli anni โ60 cโerano oltre un centinaio di punti di ristoro e botteghe dedite a questo piatto (morzeddhari) sparse per i vari vicoli. Erano tante le famiglie che si dedicavano a questa preparazione e la vendevano nelle putiche e lungo le strade anche ai passanti, giร di buon mattino. Un poโ come succedeva con la pizza fritta a Napoli preparata davanti ai bassi, se vogliamo trovare un parallelismo conosciuto. Si passeggiava per strada e si poteva comprare un pezzo di pitta ripieno con il morzello, รจ sempre stata la pausa pranzo rigenerante e sostanziosa per la gente del popolo, operai, braccianti e manovali erano fissi in questi posti, ma dalle testimonianze storiche anche la borghesia non disdegnava affatto.
Per chi viene a Catanzaro tappa obbligatoria per assaggiare il morzello รจ la trattoria di Salvatore Talarico in via Alessandro Turco. Una piccola entrata, una stanza piena di tavoli e una credenza sul fondo con piatti, bicchieri e le caraffe per il vino sfuso. Qui cโรจ un turnover continuo dei tavoli e dalle 10 di mattina alle 15 si servono morzello e soffritto, ovviamente anche in modalitร asporto, ogni giorno della settimana (tranne la domenica) dal 1972, quando Salvatore e Lina Talarico decisero di avviare quella che ormai tutti considerano la storica trattoria di Catanzaro. Dal 2020 รจ in mano alle figlie Rita e Giuseppina Talarico che continuano a portare avanti la stessa filosofia, lo stesso servizio e atmosfera casalinga che ti colpisce appena entri. Qui si vive la dimensione familiare, anche nellโapproccio con le persone vicine di tavolo e con i proprietari che elencano i piatti a voce (qualche primo e qualche secondo semplice come pasta e ricotta o la carne alla griglia con la verdura ripassata). Nessuna esperienza forzatamente retrรฒ – come si potrebbe immaginare nelle trattorie contemporanee – ma solo la genuinitร di un tempo casalingo, come il vino della casa allungato con la gazzosa, lโacqua e la frutta a fine pasto.
Salvatore รจ sempre presente, con il suo camice bianco, supervisiona, serve, aiuta in cucina e risponde a tutte le domande, raccontandoti la storia di Catanzaro e del morzello. La ricetta รจ sempre la stessa e anche i fornitori, i Talarico utilizzano solo carne di provenienza locale o nazionale dalle macellerie di fiducia e poi si riforniscono per la pitta da due forni storici della cittร , Dolce Forno Boccuto e il Panificio Gallo.
Negli ultimi tempi si vive una sorta di ritorno sentito e voluto di questo piatto, che sottolinea con orgoglio lโappartenenza ad una cittร , ma anche la volontร di voler riportare in auge antiche tradizioni, cibi storici di cui si stavano un poโ perdendo le tracce. La riscoperta del morzello diventa traino e spinta verso un turismo nuovo, sicuramente slow e che sa attirare calabresi e non, comprese le nuove generazioni attente alle radici. Sono diverse le insegne che propongono questo piatto con lโobiettivo di far rivivere lโatmosfera della putica, ognuno con una sua personale offerta.
Assettati e Mangia, nel cuore del centro storico, รจ per esempio un bistrot aperto dalla mattina alla sera, dove si possono gustare oltre al morzello anche altre specialitร catanzaresi e calabresi, come la struncatura; da menzionare la Morzelleria de Barracchi, lungo via Mario Greco, conosciuta un tempo proprio come โa scinduta de Baracchi, nata per iniziativa e passione di quattro giovani soci che hanno giocato sulle varie interpretazioni del morzello, anche in chiave vegetariana a base di funghi o quella con il baccalร . Insieme a queste due, piรน recenti, troviamo Lโantica Bottega, La Vecchia Posta, Da Santo e A fettina dโo zu Toninu.
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