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Osteria Ricci - Dal 1966 di Antonella Ricci e Vinod Sookar apre a Milano. Dalla Puglia con gusto.

A Milano apre Osteria Ricci - Dal 1966, un presidio di sapori di Puglia nel capoluogo meneghino. Lo firmano Antonella Ricci e Vinod Sookar

  • 24 Maggio, 2022


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โ€œAbbiamo cominciato a pensarci un po’ di tempo fa, ma l’idea ha preso forma da un anno o poco piรน. La pandemia ovviamente ha rallentato tutto, ma l’idea c’era giร โ€ spiega Antonella Ricci a poche ore dall’inaugurazione di Osteria Ricci โ€“ Dal 1966; “il 1966 รจ l’anno in cui i miei genitori hanno aperto la loro osteria” dice sorridendo โ€œpraticamente sono nata in cucinaโ€. Lei, che nel ristorante di famiglia ci รจ cresciuta, ha fatto l’universitร  senza mai perdere di vista la cucina โ€œnon avrei mai potuto fare altroโ€. La laurea in Scienze Economiche e Bancarie a Lecce รจ solo una tappa punteggiata da week end e feste comandate ad aiutare nell’attivitร  di famiglia, seguono gli studi alla Paul Bocuse di Lione, lo stage di rito in un bistellato in Normandia e poi il ritorno a casa, proprio in quel ristorante in piena campagna, un vecchio casale di famiglia a Ceglie Messapica divenuto Fornello da Ricci. Poi c’รจ stata una crescita continua e l’incontro della vita con Vinod Sookar, originario di Mauritius, anche lui chef – โ€œdue cuochi e una cucina, e ogni tanto ci si pestava anche i piedi!โ€. Da un certo punto in poi il locale prende il nome di entrambi, continuando a macinare i favori dei molti clienti e i tanti riconoscimenti, forte di una carattere identitario pienamente radicato nell’anima e nei sapori della terra di Puglia.

Poi รจ arrivato il Covid che, qui come altrove, ha sparigliato le carte. In campagna il delivery non va, nonostante i clienti affezionati, allora sono partite le lezioni di cucina anche per gruppi piccoli e piccolissimi โ€“ la formula due persone per due chefย funziona – ย le cene a domicilio ben presto, appena c’รจ la possibilitร , diventano catering, prima in zona e poi in giro aprendosi al mondo degli eventi. Le cose girano, anche se per ora lo spazio a Ceglie รจ fermo. Ma non l’attivitร . โ€œLa pandemia ci ha aperto gli orizzontiโ€ dice Antonella โ€œnon avere piรน certezze ci ha fatto cambiare la prospettiva di lavoroโ€. Cosรฌ quando si รจ presentata l’occasione di mettere un piede a Milano, non se lo sono fatta sfuggire. Del resto da lรฌ arrivano molti dei loro clienti, quelli che trascorrono le ferie in Puglia, e sempre lรฌ transitano tanti stranieri. Ci pensano un po’, perchรฉ confrontarsi con un’altra cittร  e un ambiente diverso non รจ facile, anche se la cucina pugliese รจ molto amata, โ€œsiamo due persone di campagna molto radicate nella nostra terraโ€ spiega nel raccontare di quella volta in cui hanno rinunciato ad aprire a Dubai: โ€œci pareva una cosa troppo grandeโ€. Milano invece รจ piรน vicina, e non solo dal punto di vista geografico. โ€œUn nostro carissimo amico di Ceglie che vive a Milano e che si occupa da sempre di ristorazione, dal punto di vista dell’accoglienza, ci ha parlato di una sua conoscenza che aveva idea di aprire a Milano proprio un’osteria di cucina pugliese e mediterraneaโ€. A quel punto รจ fatta, la squadra si forma con l’incontro con Massimiliano Paradisi e Marco Postiglione.

Scatta la voglia di tornare alle origini: a quell’osteria da cui tutto รจ nato, nel 1966, โ€œmi pareva carino mettere in questo nuovo locale un po’ della mia storia riportando quella dataโ€ racconta Antonella, che poi spiega โ€œperchรฉ anche se poi siamo cresciuti, tutto รจ iniziato da lรฌ, i miei genitori hanno cominciato con una osteria come facciamo daccapo anche noi, oraโ€. Facendo un passo indietro solo apparente, portando in realtร  avanti quell’ereditร  con il know how con la consapevolezza di chi torna alle origini per scelta, non con superficialitร  , โ€œvoglio vivere un po’ piรน tranquillaโ€ fa Antonella che aggiunge โ€œe anche la gente deve venire per mangiare e rilassarsiโ€, e vivere cosรฌ l’esperienza di quella accoglienza tipica pugliese di cui la sua famiglia รจ uno storico punto di riferimento.

Osteria Ricci โ€“ Dal 1966: il ristorante pugliese a Milano

Due piani e un piccolo dehors, ambiente fresco con punti di verde oliva a fare da esplicito richiamo a quei grandi monumenti fragili, elementi marroni come la terra, ceramiche di Grottaglie di Enza Fasano โ€œche mettono allegriaโ€, un rosone di luci, quelle delle feste patronali per intenderci, a fare da ponte con la cultura elle tradizioni pugliesi, senza mai scivolare nel le caratterizzazioni da cartolina, ma con poche macchie di colore nello spazio luminoso, con mise en place semplici e tessuti naturali.

Circa 70 coperti complessivi, tra priveรฉ al piano interrato, sala principale ed esterno, per 6 persone tra sala (capitanata da Massimiliano Paradisi) e cucina, cui si aggiungono a turno Antonella o Vladok, โ€œl’uomo dalla valigia facileโ€ lo chiama. โ€œAbbiamo messo su una cucina multietnica. C’รจ un ragazzo turco, bravissimo, ingegnere del politecnico di Milanoโ€ racconta โ€œgli ho detto che se vuole imparare mi deve insegnare i piatti turchi: noi amiamo la cucina del mondoโ€, il resident chef Francesco Bordone รจ di San Giorgio a Cremano, conosce a fondo la cucina di Ricci, โ€œha una bellissima storia di panettieri inย famiglia, quindi panifichiamo pureโ€,ย gli altri sono stati coinvolti nel corso del tempo: โ€œreclutare personale non รจ facie, com non lo รจ trovare le merci giuste: mettere su un ristorante รจ complicato, neanche mi ricordavo quantoโ€. Ma una volta fatta la squadra si รจ cominciato a fare prove e controprove e a prepararsi per l’inaugurazione. Ormai ci siamo.

Cosa si mangia da Osteria Ricci โ€“ Dal 1966

La cucina รจ quella semplice, concreta, autentica, da osteria, realizzata con mano certa e materie prime d’autore, ma non mancano neanche un paio di piatti iconici di casa Ricci: le gocce di ricotta avvolte nella semola con pesto di zucchine, pancetta croccante e tartufo nero di Antonella – โ€œรจ un piatto che abbiamo sperimentato tantissimi anni fa, nel 2002, non poteva mancareโ€ – e il frozen mojito firmato da Vinod nel 2006, senza ghiaccio, una sorta di sorbetto che parte da una infusione di menta fresca autoctona e lime. La proposta รจ immediata e accessibile, anche nel prezzo,ย sui 50-55 euro.

Per il resto ci si muove tra pietanze pienamente regionali e qualche suggestione eterogenea, che racconta la terra di Puglia in modo mai chiuso in un passato inamovibile: immancabili le orecchiette, qui con tre pomodorini (Regina, Tombolone e Fiaschetto) basilico e cacio ricotta, ma anche lo spiedo misto โ€“ che ricorda la tradizione dei fornelli pugliesi – con bombette, salsiccia e agnello, fegatini o zampina, poi ci sono cose come l’orata con briciole di taralli, erbe mediterranee e purea di patate, o la purea di fave qui con battuto all’extra vergine, verdure di stagione cipolla rossa in agrodolce e peperoni friggitelli.

Cucina fresca, di terra, soprattutto, dove non manca anche qualche proposta di pesce, magari dal twist internazionale, come nel caso del carpaccio di gambero rosso avocado e zucchine tra gli antipasti dove perรฒ un posto di primo piano spetta al piatto che riunisce l’alfabeto tipico della tradizione, tra sottoli, friselle, salumi (Vinod รจ uno dei Maestri affinatori del Capocollo) e formaggi, prima tra tutti la burrata di Diccecca. Uno dei molti fornitori che procurano materie prime autentiche, quelle su cui costruire la proposta gastronomica, per esempio grani, farine e semole per la pasta fresca e pane, olio (Muraglia, che fornisce anche il gin), ma soprattutto le verdure, come i fiori di zucca โ€œnon possono mancareโ€ che arrivano direttamente dalla Puglia: โ€œil nostro fornitore di Ostuni vende al mercato di ortofrutta di Milano, per fortuna. Perchรฉ il profumo di quelli pugliesi รจ un altro: il marino che arriva sui campi vicino alla costa dร  un altro sapore, profuma i campi di iodio. รˆ un po’ quello che succede al nord con la stagionatura dei salumiโ€. Poi i biscotti cegliesi โ€œpresidio Slow Food che abbiamo sempreโ€ e pasta di mandorle, tra i dolci il gelato al latte di capra con caramello salato e granella di mandorle, e lo sporcamuss, una sfoglia tirata a mano con crema diplomatica alla vaniglia, โ€œleggera e gustosaโ€. Un centinaio di etichette in cantina, e l’idea di un’accoglienza semplice e calorosa, che possa restituire la bellezza autentica del tacco d’Italia.

RICCI Osteria โ€“ Dal 1966 โ€“ Milano – via Sottocorno 27 โ€“ 02 49705612 – ricciosteria.it

 

a cura di Antonella De Santis

fotoย Benedetta Bassanelli

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