Il ristorante molto milanese aperto in un ex deposito ferroviario

Là dove sferragliavano i treni sorge un nuovo ristorante, con bar. Si chiama Casa Giardino ed è molto, molto milanese. Ovvero unisce design contemporaneo con un tocco industrial (e riesumare quel passato ormai finito di città operaia con lo smog e le sirene delle grandi fabbriche come la Breda e la Pirelli e l’Alfa Romeo, per citar nel mucchio), un giardino di ulivi e palme (perché qui abbiamo “il DNA verde”, cit.) e un ristorante e bar con menù buoni per tutte le stagioni.

Scali, temporary e gentrificazione

Il contesto è quello della riqualificazione dell’ex Scalo Farini: un’area di 362.947 metri quadri che dovrebbe contenere lo studentato di Brera, un parco e residenze private una parte del quale (Il cantiere tra via Lepontina e via Valtellina, esterno a ciò di cui stiamo parlando) è stato coinvolto nella maxi inchiesta della magistratura, che ha ipotizzato un vantaggio economico sproporzionato a favore del privato nei piani di rigenerazione urbana.

All’interno di un deposito ferroviario abbandonato, Claudio Larcher, designer milanese e Design Area Leader di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, ha unito il boho chic industriale del ristorante a un bar dai colori decisi e luci al neon che segue quell’estatca che va per la maggiore al momento.

Il progetto è parte dell’area Lampo Milano e nasce dal recupero di una superficie di 9000 metri quadri al coperto e circa 30.000 metri quadri in esterno e che comprende uffici, spazi di co-working, gallerie e spazi espositivi e ristorativi, pare di capire, a rotazione. Casa Giardino è infatti definito un “temporary”. Tra i fondatori c’è Fabio Lucarelli, fratello della più nota Selvaggia, che è anche comproprietario del cocktail bar Gesto e di Scalo Lambrate (aperto dal 2021 al 2023).

Qui sono infatti passati in una manciata d’anni Make Loft, ristorante e bar con suggestioni asiatiche (o meglio “una raffinata esperienza culinaria asiatica che incontra la nostra tradizione mediterranea e uno speakeasy che porta l’anima di Cala Maka in un uno spazio multifunzionale contemporaneo urbano”) e il Martas Nature Bar, progetto di healthy bowls (leggi scodelle salutari) creato da tre socie di nome Martina che ha trasmigrato in varie location in città.

Cosa si mangia, cosa si beve

Ma cosa si mangia e quanto si spende in questa “osteria contemporanea” che, per non farsi mancar nulla, è anche pizzeria e bar con dj ed è aperta dalla colazione al dopocena? Prima di tutto la dichiarazione di intenti: “Uniamo i sapori autentici della cucina italiana con un’atmosfera moderna e vibrante. I nostri piatti celebrano la tradizione, pensati per essere condivisi, gustati e ricordati”.

Il che significa, all’antipasto, catalana, caprese, carpaccio di gambero rosso, bresaola wagyu con spuma tonnata, acciughe del cantabrico, con prezzi dalle 16 alle 28 euro. 

Tra i primi spaghetti all’assassina e stracciatella, risotto zafferano (siamo a Milano) e liquirizia, gnocchi tricolore (siamo pur sempre italiani), carbonara Casa Giardino (e ci piace pure la cucina romana, che per inciso spopola) e pacchero ai 3 pomodori (che se funziona da Vittorio..). Chateaubrinad, filetto, ombrina e polpo arrosto tra i secondi. Prezzi dai 20 ai 30 euro circa.

Le pizze spaziano dalla Margherita a 14 euro alla Iberica a 30 (con jamon iberico, immaginiamo). Ampia scelta di dolci, bolle italiane, vini rosé. Tra i drink, Spritz a 10 euro e Negroni e Americano a 15 euro, la lista dei signature non era disponibile come ulteriori informazioni su proprietà e tempi di apertura, richieste ma non comunicate.

Cura per le materie prime e legame con la tradizione sono pilastri, ma che ve lo dico a fare.

Un altro spazio milanese insomma ha aperto: l’unica differenza è che ci dicono fin dall’inizio che sarà temporaneo, così ci mettiamo già il cuore in pace per quando chiuderà. Per lanciarsi subito verso nuove avventure gastrofighette.

Casa Giardino, via Valtellina 5, Milano, Sito