Sorry, no sushi! Recita a caratteri cubitali nella bio di Instagram il profilo da quasi 14mila follower di uno dei ristoranti giapponesi più famosi di Genova. Stiamo parlando del Tamashi Ramen che nel capoluogo ligure è molto noto: «Nel fine settimana arrivo a rifiutare anche duecento prenotazioni», racconta il titolare Daichi Shukuya al Secolo XIX. Ed è stato questo uno dei motivi per cui lo staff ha deciso di aprire Tamashi Fish Market, il primo locale giapponese che vuole riportare in auge la tradizione del vero mercato del pesce giapponese – in particolare quello di Tsukiji che non esiste più nella sua sede storica – e servendo street food.
Dopo aver creato nel 2021 Tamashi Ramen, un locale che ricorda la tradizionale izakaya giapponese (posti in cui si mangia e si beve, spesso frequentato dopo il lavoro, a prezzi contenuti come in un’osteria), l’idea è quella di continuare a portare un angolo di vero Giappone a Genova. Tamashi Fish Market riproduce l’ambientazione del mercato di Tsukiji, tant’è che, varcata la soglia del nuovo locale – che aprirà al pubblico tra qualche giorno –, si viene accolti dai rumori di sottofondo della stazione metropolitana di Tsukjishijo di Tokyo situata proprio accanto alla vecchia sede del mercato ittico, ora trasferito in un’altra zona di Tokyo e ammodernato.
A rendere più credibile l’atmosfera è tutto l’arredo pensato a regola d’arte: «Abbiamo i cartelli, le indicazioni dei vari banchi, il personale indossa i cartellini degli operatori del mercato, dal soffitto pendono i fasci di carta oleata e i sacchetti per il pesce, una parte dei tavoli è in acciaio come i vecchi banchi del mercato, e le piastrelle sono vintage in una delle sale», spiega Iacopo Biano, uno dei soci di Tamashi Fish Market. L’idea dei titolari è quella di far fare al cliente «illimitati viaggi in Giappone, semplicemente varcando una soglia nei vicoli di Genova, da sempre il tema dal nostro primo locale è stato “ti portiamo in Giappone senza biglietto aereo”», spiega Briano.
Parte del pesce è importata direttamente dal Giappone: «Abbiamo fatto una ricerca estenuante sull’ittico direttamente dal Giappone, e abbiamo trovato soprattutto due prodotti che adoriamo, una ricciole e una specie di capasanta di Hokkaido davvero top», come spiega Biano. Quello che i genovesi potranno provare è sicuramente il nabe, o nabemono, un piatto tipico giapponese servito in pentola (nabe in giapponese vuol dire “pentola”) in cui gli ingredienti vengono cotti tutti insieme in brodo.
Oltre al nabe, nel menu compare anche il don, o donburi (dove “don” vuol dire scodella), altro piatto della cultura giapponese composto da riso servito in una scodella e condito nel top con una serie di ingredienti come pesce, carne, verdure, tofu bolliti in precedenza. Non mancano i cavalli di battaglia più noti della cucina giapponese come gamberi in tempura, gyoza e okonomiyaki. E ancora: «Piattini, o tapas, o antipasti, a seconda di come li si vuole definire (sono i piccoli piatti delle Izakaya, che normalmente accompagnano fiumi di birra ghiacciata) soprattutto di pesce», commenta Briano. I posti a sedere sono circa sessanta.
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