Esperienze

Padelloni, granchi e vino fresco: mangiare in un capanno da pesca sul Delta del Po

Andare in un capanno da pesca è un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, purtroppo però no si può prenotare, si deve essere invitati

  • 17 Agosto, 2025

A un certo punto c’è qualcuno che ti dice: «Organizzo al capanno: vieni?» e segue giorno e ora dell’appuntamento. Vai come si va a una festa in casa di amici, con una bottiglia, un salame di quelli buoni, un contorno già pronto, magari una crostata, e la voglia di divertirsi in compagnia. Il resto lo fa la il padellone e la buona sorte: li chiamano anche bilancioni, e sono le reti quadrate dei capanni da pesca emiliano romagnoli che si trovano sul mare, nelle piallasse o nei canali interni, in tutte le zone umide del Delta del Po e lungo i moli delle cittadine costiere.

Capanno lungo il Lamone

Poggiano in parte sulla terraferma, costa o margine del fiume (di proprietà comunale o demaniale), in parte su una palafitta sospesa sull’acqua, anche se alcuni sono più distanti e hanno una lunga passerella, sono parenti stretti dei trabocchi abruzzesi, e come questi hanno una rete da calare e tirare su a intervalli regolari. Non ci si bagna, insomma, ma si pesca da dentro il capanno, che offre anche un riparo e un giaciglio per i pescatori, c’è una griglia, quasi sempre una cucina, promessa di occasioni conviviali.

Capanni lungo il molo di Marina di Ravenna

Quando arrivi c’è l’operosità concentrata di inizio lavori e l’emozione per l’incognita, il silenzio interrotto dagli uccelli in caccia anche loro. Inizi a vedere come si fa, e nel frattempo apparecchi la tavola. Prepari tutto e anche un po’ di più, stappi una bottiglia e speri ancora una volta nella buona sorte, mal che vada una pasta si fa lo stesso. Il rischio di tirar su così poco che occorre lavorare di fantasia per mettere un piatto in tavola c’è, ma il bello è anche questo: «Us magna cun quel che us ciapa», insomma si mangia quello che si prende.

Ma c’è anche la possibilità che il mare sia generoso: molto dipende dal momento e dalla posizione del capanno, una serata di fine primavera al molo di Marina di Ravenna può rendere anche un quintale tra canocchie, ombrine, calamaretti, pesci vari con gli inevitabili granchi blu, quelli non mancano mai: bisogna fare attenzione.

Pesca del padellate

La pesca è regolamentata, i capanni hanno licenze e i controlli non mancano. Per questo uno non vale l’altro anche dal punto di vista economico. Si passa da qualche migliaia di euro a cifre con 5 zeri. Sono ambitissimi e chi ha una posta – ovvero una quota della società di gestione costituita per ogni capanno – se la tiene ben stretta, usufruendo del suo turno in una sorta di multiproprietà in cui ci sono ruoli, regole e responsabilità precise secondo come un patto tra gentiluomini di altri tempi.

Vista del fiume Lamone dal capanno

D’altri tempi anche lo scenario che avvolge, il silenzio e la sensazione di vivere un’esperienza davvero unica.

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