A Reggio Emilia, il Primo Maggio si celebra non solo con cortei e manifestazioni, ma anche a tavola, con i cappelletti. A raccontare questa tradizione รจ Istoreco, lโIstituto per la Storia della Resistenza e della Societร Contemporanea in provincia di Reggio Emilia, che da anni si dedica alla ricerca, conservazione e divulgazione della memoria storica locale. Nel 2012, sulla rivista Pollicino โ oggi non piรน attiva โ era stato pubblicato un approfondimento speciale proprio sui “cappelletti antifasciti”. Questa usanza ha radici profonde nella cultura popolare e antifascista: durante il Ventennio, i fascisti tentavano di reprimere ogni segno di opposizione, arrivando persino a perquisire le case e rovesciare i pranzi dei lavoratori che osavano festeggiare. Lo testimonia in modo vivido il racconto di Oddino Cattini: ยซFra gli antifascisti, a quei tempi, come รจ poi tornato dopo il fascismo, si festeggiava il Primo di Maggio, e costumava di fare i cappelletti. Allora i fascisti andavano a casa di qualcuno che a loro interessava, allโora del pranzo del Primo maggio, a vedere cosa mangiavano. A casa mia, io ero un ragazzo che stava per compiere i 5 anni, cioรจ nel 1922, venne questa squadra di fascisti, che mi impaurรฌ, io, le mie sorelle, mia madre e anche mio padre stesso; hanno visto che cโerano i cappelletti sulla tavola, e portavano rancore che mio padre non smetteva di pensarla ancora da socialista, hanno preso il lembo della tovaglia, trascinando tutto quello che era sopra, e buttando tutto a terra.ยป
In molte zone della provincia di Reggio Emilia, la tradizione dei cappelletti del Primo Maggio sopravvive grazie allโimpegno di associazioni e circoli culturali. Tra questi, il Circolo Arci Cucine del Popolo organizza ogni anno i “Cappelletti Antifascisti”, un grande pranzo diffuso che vede resdore e volontari preparare centinaia di porzioni da consumare a casa propria, trasformando lโintera provincia nella “mangiata di cappelletti piรน grande del mondo”. Un’altra realtร attiva รจ il Circolo Culturale Ricreativo “Le Ciminiere”, che celebra il Primo Maggio con iniziative popolari allโinsegna della memoria e della convivialitร . Anche l’ANPI di Scandiano promuove la preparazione dei cappelletti antifascisti come momento simbolico di condivisione e ricordo.ย A Correggio, sotto i portici di Corso Mazzini, ogni anno si rinnova l’appuntamento con โCappelletti in piazzaโ, un pranzo popolare che riunisce cittadini e associazioni per celebrare la Festa del Lavoro. Luoghi e gesti che, anno dopo anno, rinsaldano il legame tra cultura gastronomica e memoria.
Per la sfoglia (6 persone): 300 g di farina e 3 uova.
Per il ripieno: 50 g di polpa di manzo, 50 g di polpa di maiale, 50 g di prosciutto crudo, 100 g di parmigiano, 100 g di pane grattugiato, 50 g di burro, uova e sale se necessario.
Tritare carni e prosciutto, rosolarli nel burro a fuoco lento per almeno 40 minuti, aggiungendo se serve qualche goccia di brodo. Ancora calda, amalgamare la carne con parmigiano, uova e pane grattugiato tostato. Preparare una sfoglia sottile, tagliarla a quadratini di circa 4 cm, riempirli con il ripieno e chiuderli a formare i cappelletti. Cuocerli in brodo di carne, preparato lentamente con manzo, cappone o gallina, sedano, carota, cipolla (infilzata con chiodo di garofano) e prezzemolo, per almeno 3-6 ore. A brodo pronto, i cappelletti possono essere cotti e serviti, come vuole una tradizione che unisce convivialitร e storia.
Si ringrazia Istoreco per i materiali e il Circolo di Via Marsala per la ricetta e foto
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