A Bilbao non serve una mappa per trovare la Carolina: basta seguire con lo sguardo i coni bianchi che spuntano come guglie dolci nelle vetrine delle pasticcerie. La Carolina non si limita a chiedere attenzione: la pretende. Un cono di meringa cosรฌ alto da sembrare sul punto di crollare, poggiato su una piccola base di pasta e coronato da strisce lucide di cioccolato fondente e crema gialla allโuovo. ร una dichiarazione di intenti zuccherina, un piccolo monumento alla golositร che, da quasi un secolo, mette dโaccordo bambini con la faccia sporca di crema e adulti che fingono di comprarla โper qualcun altroโ.
La storia ufficiale mescola veritร e favola, come ogni mito gastronomico che si rispetti. Siamo negli anni โ20 e un pasticcere bilbaino, stanco di pulire le mani appiccicose della figlia Carolina, decide di incastonare la sua amata meringa su un piccolo disco di pasta sfoglia (o frolla, a seconda delle scuole di pensiero). Per completare lโopera, la veste con una glassa dorata a base di tuorlo dโuovo e una colata di cioccolato fondente che scivola lungo le pareti candide. Il risultato รจ cosรฌ scenografico che esce subito dalla cerchia familiare e conquista la cittร intera. La ricetta, oggi, รจ ancora un inno alla semplicitร ben fatta: tre elementi โ pasta, meringa e copertura โ orchestrati in un equilibrio che non ha bisogno di innovazioni nรฉ di โreinterpretazioni contemporaneeโ. Morderla significa attraversare consistenze diverse: la friabilitร della base, la nuvola dolce della meringa, il velo sottile e intenso delle glasse.
Martina de Zuricalday
Per un assaggio memorabile bisogna fare pellegrinaggio nelle pasticcerie storiche della cittร , veri templi dove la Carolina viene trattata con il rispetto che si deve a unโicona. La Pastelerรญa Arrese, fondata nel 1852, รจ la custode di unโestetica impeccabile: coni alti, perfettamente simmetrici, che sembrano scolpiti da un architetto del dolce. La Pastelerรญa Don Manuel รจ il regno di chi ama la meringa leggermente piรน morbida, con una glassa che cola appena, lasciando intuire la freschezza della preparazione. Poi cโรจ Martina de Zuricalday, attiva dal 1830, un luogo che sa di legno antico e zucchero caramellato, dove la Carolina convive con altre glorie basche come il pastel ruso e il bollo de mantequilla.
Uscire dalla pasticceria senza morderla subito รจ un atto di disciplina che pochi riescono a compiere.
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