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Quella volta che Enzo Ferrari fece festa con i suoi dipendenti: cronaca dell'ultimo compleanno con tortellini e cotechino

Tortellini, lasagne alla cardinale e cotechino: con un pranzo eccezionale, allestito nella sua fabbrica, volle festeggiare i 90 anni. Morì dopo pochi mesi, il 14 agosto 1988

  • 14 Agosto, 2025

Punteggiata di sfide impossibili, inaspettate battute d’arresto e clamorosi trionfi, l’avventurosa parabola di Enzo Ferrari è un incredibile altalena di successi e momenti cupi. A scandire le giornate e gli incontri, la tavola, un balsamo che leniva le preoccupazioni, ma anche un palco, dove esercitava un ruolo di primo piano, una propaggine del suo ufficio, dove riceveva grandi clienti, giornalisti, piloti e fidati collaboratori, per acquisire informazioni, valutare gli interlocutori, definire strategie e prendere decisioni.

I menu di Enzo Ferrari

Si intitola “Le mie gioie terribili”, il volume biografico che Ferrari pubblicò nel 1962 e descrive bene quanto sia stata piena di insidie la sua ascesa, ma ci rivela anche la sua caparbietà, un grande imprenditore, risoluto, inflessibile, con un carattere forgiato dalle avversità, capace di conquistare podi irraggiungibili, ma sempre vicino ai suoi quando ce n’era davvero bisogno. Un italiano famoso nel mondo come pochi altri, profondamente legato al suo territorio, che ci rivela un inedito lato umano di sè. «Hai preparato il menu?»: era la domanda che Franco Gozzisegretario storico di Enzo Ferrari dal 1961, licenziato e riassunto più volte – si sentiva rivolgere dal Drake, durante i preparativi per l’organizzazione di una cena, indetta per celebrare un successo o una ricorrenza. Enzo Ferrari dava grande importanza a quel cartoncino con la distinta dei vini e delle portate, affermando che rappresentasse per l’ospite una sorta di esclusivo diploma di partecipazione all’evento e talvolta che fosse più importante della cena stessa. Aveva fatto propria, questa consuetudine, ispirandosi al pilota Antonio Ascari, che aveva conosciuto a Milano nel 1920 e per lui era stato fondamentale. Il pilota iridato dell’Alfa Romeo, morto nel 1925 al Gran Premio di Francia, ogni cena che organizzava, faceva stampare un menu, con il medesimo frontespizio e un tondino con il suo volto riprodotto.

I ristoranti amati dal Drake

La tavola scandisce come un orologio la vita e la carriera di Enzo Ferrari. A tavola si prende una pausa, discute, decide, sigla contratti, festeggia, mentre i reali di mezza Europa, gli industriali più affermati, attori e registi famosi, che hanno raggiunto lo status, vengono a Maranello perché vogliono acquistare le rosse da lui e immancabilmente si va a pranzo. Tantissimi gli incontri del Drake, ma alcuni rimarranno scolpiti nella storia del Cavallino, come la cena con Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, al ristorante Fini di Modena; i pranzi alla Nunziadeina della famiglia Mattioli a Cittanova, con il ‘menu delle Tre T’ (tagliatelle, tortellini, tortelloni); da Oreste, per i tortellini, dove poteva capitare di incontrare Orsi proprietario della Maserati, competitor di quegli anni. I pranzi nella Pista di Fiorano, con la cucina della Pina, la più privata delle tavole, l’unica dove Ferrari si metteva in maniche di camicia, mettendo a sedere gli Agnelli, Maramotti, Ugo Tognazzi, Pietro Barilla. E ancora i cannelloni di Benuzzi al Ponte di Sant’Ambrogio, sul tracciato della Millemiglia, dove si potevano avere importanti informazioni sulle condizioni del percorso. Il carrello dei bolliti del ristorante Bianca, un’insegna che anche dopo la dipartita dell’Ingegnere, continuerà ad ospitare il mondo Ferrari. L’incontro con Paul Newman, che dopo una lunga chiacchierata non porterà mai a cena, cosa rara per Ferrari, e si concluderà con un tè caldo. I pranzi con gli amici del sabato, nei soliti ristoranti che disponevano di una saletta riservata, se i due medici davano parere positivo. E ancora, la visita a Maranello del Presidente della Repubblica Sandro Pertini il 30 maggio 1983, fino all’ultimo compleanno, quello dei 90 anni, il 18 febbraio del 1988, che il Drake volle caparbiamente festeggiare con gli oltre 1700 dipendenti all’interno della Ferrari a Maranello, riuscendo a fare smontare una linea di produzione.

L’enorme torta di compleanno foggiata come uno scudetto Ferrari (photo courtesy Giorgio Nocca)

L’ultimo compleanno

Una “colazione” – come volle far scrivere nel menu Enzo Ferrari – voluta fortemente per festeggiare i 90 anni insieme a tutti i suoi dipendenti ed entrata nella storia della Ferrari, al pari di un campionato del mondo. Ma come andò quella giornata? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Pettinato, chef del ristorante Cavallino, che curò la sequenza dei piatti del grande evento organizzato dalla Mario Neri spa, catering di fiducia dell’Ingegnere. «Ero stato assunto 4 anni prima da Beppe Neri, per seguire la cucina del ristorante Cavallino, insieme alla mia fidanzata Annamaria che venne destinata in sala. Venivo dal Grand Hotel di Rimini e il locale di Maranello era stato appena ristrutturato, iniziarono una serie di cene con gli amici di Enzo Ferrari per provare la cucina, e quando ci sentimmo pronti venne inaugurato il locale, con un grande evento al quale vennero invitati tutti i concessionari Ferrari del mondo».

Quattro anni pieni, nei quali si videro ai tavoli del Cavallino di Maranello piloti famosi, giornalisti di grido, personalità della vita pubblica e della politica. Quando c’erano i gp di Imola e Monza, venivano tutti a trovarlo, venne anche Ayrton Senna, dopo il Gran Premio del Belgio, per discutere di un possibile ingaggio. «Si tenne al Cavallino anche l’incontro con le scuderie della Formula Uno, chiamato Patto della Concordia, poi si cominciò a parlare del 90° compleanno di Ferrari, che avrebbe avuto luogo il 18 febbraio 1988, un evento di una certa complessità, con un elevato numero di invitati, a cui l’Ingegnere teneva molto, che ci impegnò per diverse settimane».

L’allestimento della “colazione” in fabbrica

Per il pranzo dei suoi novant’anni, Ferrari, riuscì con non poche difficoltà a fare apparecchiare all’interno dello stabilimento, dove c’era la linea della F40 in un momento in cui la produzione era ferma, smontarono e rimontarono a tempo di record, fecero tutto in 24 ore, lavorando di notte. «Venimmo ad allestire alle 6 di mattina – ricorda Giorgio Nocco, che diventerà il maitre storico della Mario Neri Catering – volevamo che tutto fosse perfetto e quando l’Ingegnere arrivò fu emozionante. Ripenso a quei momenti nei quali lo vedemmo entrare in quel luogo che aveva creato dal nulla, in quello stabilimento, che era più rosso del solito, con la moquettes color porpora che rivestiva il pavimento e i tavoli con le tovaglie di fiandra gialle e tutti i suoi collaboratori ad aspettarlo. Credo sia stato toccante anche per lui. L’Ingegnere entrò insieme al figlio Piero, al segretario particolare Franco Gozzi, all’Ingegner Razelli e ai due autisti, subito salutati da un grande applauso, la mise en place era distribuita su diverse tavolate da 12-14 persone a lisca di pesce e poi c’era il tavolo rotondo di Enzo Ferrari, che era seguito dallo chef Antonio, da me e da Gianni Cigarini, mentre una cinquantina di camerieri erano destinati al resto della sala».

Un menu per 1700 invitati

Il menu, che era stato approvato da Ferrari, iniziò con un antipasto di prosciutto, salame, ciccioli, mortadella, cipolline all’aceto balsamico e gnocco ingrassato del fornaio Golinelli. Come primi i tortellini del Cavallino alla panna e le lasagne alla cardinale, con strati di sfoglia, Parmigiano, besciamella e prosciutto cotto. Come secondi lo zampone di Modena con fagioloni; il nodino di vitello con purè e verdure al forno. I vini serviti furono: Malvasia, Lambrusco Cà berti, Spumante Martini e al termine il Nocino Il Mallo.  Come dessert la grande torta di compleanno, a forma di scudetto Ferrari, con strati di pan di spagna, crema pasticcera, frutta fresca e panna: «L’immagine di quella torta enorme per 1700 persone, da condividere con chi era stato l’artefice insieme a lui del suo successo planetario, non è facile da dimenticare», concludono Antonio e Giorgio. «Soffia tu!» chiese, e Beppe Neri lo aiutò a spegnere le 90 candeline. «Al termine, venne consegnata a ognuno dei presenti e anche a noi che avevamo cucinato per lui, una medaglia e un modellino di Ferrari, a ricordo di quel giorno così importante».

Fu l’ultimo compleanno di Enzo Ferrari e suonò quasi come un presagio, il famoso costruttore verrà a mancare il 14 agosto dello stesso anno, nel giorno che gli piaceva meno, perché la fabbrica era chiusa e non aveva più intorno i suoi collaboratori.

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