Oltre confine

Perché gli iconici carretti di frutta di Los Angeles stanno sparendo

Retate dell’ICE e paura tra i venditori ambulanti messicani mettono a rischio la tradizione urbana dei fluteros

  • 20 Agosto, 2025

A Los Angeles, il suono del clacson che invita a uscire di casa per un bicchiere di frutta con spezie sta diventando sempre più raro. Il richiamo dei fruteros è da sempre parte del paesaggio sonoro e visivo della città degli angeli, con i classici ombrelloni arcobaleno, il sorriso dell’ambulante e i suoi coltelli veloci, la frutta tagliata sul momento, e i condimenti come il Tajín (miscela di peperoncino, lime e sale). Ma negli ultimi mesi imbattersi in questi carretti è sempre meno frequente. La causa non è un calo della domanda, bensì un’ondata di operazioni di rastrellamento dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) che colpisce duramente la comunità ispanica e centroamericana. Per molti latinos di Los Angeles, le recenti politiche federali sull’immigrazione significano il rischio concreto di essere deportati.

I carretti di frutta messicani scompaiono da Los Angeles

I fruteros di Los Angeles vendono frutta fresca preparata al momento: melone, cocco, anguria, mango e ananas, conditi con spezie e salse tipiche. Per molti abitanti sono una pausa rapida e salutare, parte integrante della vita di quartiere. Dopo la depenalizzazione della vendita ambulante in California nel 2018 e la riduzione dei costi dei permessi, la loro presenza era aumentata.

Ora invece il clima è cambiato. Dove prima bastava un’ammenda o il sequestro dell’attrezzatura, oggi c’è l’arresto e la deportazione. Dal 6 giugno, a seguito della strategia federale che prende di mira i luoghi di lavoro, ICE ha arrestato circa 4.600 persone nell’area di Los Angeles, in gran parte lavoratori manuali, ma con un impatto evidente sui venditori ambulanti.

frutero a los angeles

Secondo il giornalista Bill Esparza intervistato sull’argomento da Grubstreet, una paura diffusa ha cancellato la cultura gastronomica latina in intere zone della città: dei carretti non c’è più traccia, parchi deserti, strade senza venditori. È un’assenza visibile in decine di luoghi ogni settimana. Le vendite sono crollate del 90%: molti fruteros restano a casa, altri lavorano guadagnando appena dieci dollari in un’intera giornata. I raid non si limitano agli spazi pubblici: sono stati segnalati fermi nei mercati all’ingrosso dove i fruteros acquistano la merce. Alcuni venditori raccontano di aver visto colleghi caricati a forza su veicoli da uomini in divisa o con abbigliamento tattico, in alcuni casi con uso di gas lacrimogeno. Le donne, in particolare, sembrano colpite in misura sproporzionata.

frutta con tajìn

La scomparsa dei fruteros è la perdita di un presidio culturale e sociale che unisce interi quartieri in una metropoli smisurata come Los Angeles. La maggior parte di essi proviene dallo stato messicano di Puebla, ma sono numerosi anche i venditori appartenenti a comunità native del Guatemala, con lingue madri come Mixteco, Ixil o Q’eqchi’. Barriere linguistiche e paura rendono difficile affrontare le procedure legali. Alcune organizzazioni locali, come CIELO e il LA Street Vendor Solidarity Fund ,a tutela proprio degli ambulanti, offrono assistenza legale o acquistano l’intera merce di un venditore per permettergli di starsene a casa almeno per un giorno. Iniziative utili, ma non risolutive.

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