Si griglia, si piastra, si frigge

Perché mangiare l'halloumi, il formaggio che spopola su TikTok (ma non nelle cucine italiane)

In molti Paesi è diventato un'alternativa vegetale alla carne. In Italia, invece, resta un perfetto sconosciuto

  • 29 Luglio, 2025

Tra scaffali gourmet e grigliate estive all’estero, l’halloumi è diventato un piccolo fenomeno. Lo si trova ovunque: nei panini delle catene fast casual, tra i piatti vegetariani dei bistrot nordici, persino nella grande distribuzione. E in Italia? Pochi lo conoscono, ancora meno lo comprano. Eppure, non si tratta di una novità. L’halloumi è un formaggio antico, originario di Cipro e radicato nella tradizione alimentare mediorientale. La sua storia risale almeno al periodo bizantino: prodotto con latte di capra e pecora, è noto per la sua consistenza soda e per una caratteristica poco comune nei formaggi freschi: non fonde in cottura. Questa peculiarità ha determinato il suo successo.

L’halloumi si griglia, si piastra, si frigge

Resta compatto, sviluppa una crosticina dorata, mantiene la sua forma. È perfetto per chi cerca un’opzione proteica senza carne, per le cucine veloci, per piatti che giocano sulla texture: nelle insalate, in panini caldi, con hot honey, o anche servito a cubetti con l’anguria. Nel Regno Unito è diventato un sostituto del bacon nelle colazioni vegetariane. In Germania è tra i formaggi più venduti nella GDO durante l’estate. Nel 2021 ha ottenuto la DOP dall’Unione Europea, riservata al formaggio prodotto interamente a Cipro, secondo un disciplinare che prevede l’uso esclusivo di latte ovino e caprino di razze locali. Ma la produzione è esplosa anche altrove, con versioni similari realizzate nel Regno Unito, in Bulgaria o in Medio Oriente.

halloumi con hot honey

Negli Stati Uniti, l’halloumi ha conosciuto un’impennata di popolarità negli ultimi anni, grazie soprattutto all’esposizione sui social. Su TikTok, video che mostrano il formaggio sfrigolare in padella o trasformarsi in bastoncini croccanti hanno raccolto milioni di visualizzazioni. Content creator e food influencer lo propongono in ricette semplici e scenografiche: tacos vegetariani, halloumi “fries”, sandwich o insalate ispirate al Mediterraneo. La consistenza unica e la resa visiva in cottura lo hanno fatto diventare un ingrediente virale. Anche per questo, catene come Trader Joe’s, Whole Foods e Costco lo hanno stabilmente inserito in catalogo, contribuendo a consolidarne la presenza nel mercato statunitense.

A spingere la domanda sono soprattutto i consumatori flexitariani: l’halloumi è visto come un ponte tra gusto e salute, senza rinunciare a una preparazione soddisfacente. A livello nutrizionale, infatti, 100 grammi di prodotto forniscono circa 320 kcal, con un contenuto proteico medio di 20-22 grammi, anche se con una quantità di sale elevata (fino a 2,5 g), dovuta alla conservazione in salamoia.

insalata con halloumi

Più di nicchia, qui fatica a trovare spazio

Ma perché nello Stivale, l’halloumi resta ai margini? Il motivo è molteplice. Da un lato, la cultura gastronomica italiana è fortemente patriottica nei confronti dei propri formaggi. Dall’altro, il prodotto ha un prezzo elevato e una consistenza che può non convincere al primo assaggio: gommosa, elastica, quasi “squillante” al morso. C’è poi la concorrenza di altri formaggi mediterranei già ben radicati.

La feta, ad esempio, è entrata stabilmente nell’immaginario estivo italiano, anche grazie all’influenza della cucina greca e ai suoi usi più familiari in insalate o paste fredde. È vero che l’halloumi compare sporadicamente nei menu di ristoranti specializzati in cucina mediorientale autentica, come Arabesque a Milano o Shawarma Station a Roma, oppure in alcuni locali vegetariani o fusion che attingono a influenze levantine, ma resta assente dalla ristorazione mainstream.
Per ora, resta un caso interessante di successo internazionale che non parla (ancora) italiano.

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